di Walter Luzi
La rassegna internazionale di danza sperimentale “Ritratti d’artista” ha un sottotitolo: percorsi danzati. E due anime: Maria Angela Pespani e Maria Rita Salvi. Due amiche accomunate dalla stessa passione per la danza di ricerca. Che le ha portate lontane dalla loro terra, e che le ha fatte ritornare. Ad Ascoli Maria Angela, e a Cupra Marittima Maria Rita. Insieme, una volta ritrovatesi, hanno voluto, concepito, e guidato per sette edizioni consecutive, la loro “Ritratti d’artista”. Per riversare le loro esperienze nei territori di origine.
L’ultima, la settima appunto, si è chiusa sabato 16 novembre nella ex cereria di via Torricella con il gran finale di Smart dancing space e il dj set di Freddy Drabble. Uno dei rari appuntamenti culturali cittadini con la C maiuscola, di levatura internazionale, che richiama in Ascoli ogni anno i migliori performer italiani ed europei. Uno di quei rari eventi, autenticamente culturali, di cui dovrebbe essere costellato, per decenni in ogni forma espressiva, il calendario cittadino degli appuntamenti che contano davvero per fare la differenza. Per acquisire l’autorevolezza indispensabile a certe impegnative candidature.
La Pespani, figlia di Alvaro, uno dei grandi e nobili padri fondatori della Quintana moderna, classe 1961, ha iniziato all’Istituto “Gaspare Spontini” per frequentare la scuola di pianoforte, prima di passare, presto, a quella di danza. Materia di cui approfondisce gli studi, dopo la maturità classica, alla “Princess Grace” di Montecarlo, quindi a Firenze, e poi ad Amsterdam. E’ proprio in Olanda che inizia a collaborare con diversi coreografi in produzioni artistiche, facendo della danza moderna la propria professione. Partecipa a diverse tournée tenendo a battesimo anche il fortunato InTeatro Festival di Polverigi, ma si divide per quattro anni fra la capitale olandese e Londra.
In terra inglese ritrova la sua ex compagna di studi Maria Rita Salvi, insieme alla quale concepirà, anni dopo, il format “Ritratto d’artista”. La Salvi, originaria, come detto, di Cupra Marittima, viene invece dalla scuola di mimo corporeo, ed insegna tecniche esplorative e somatiche di movimento. È stata docente di Skinner releasing technique all’Università di Coventry e movement director, e performer, della compagnia The Artful Badger. Quindi si apre alla danza estatica. Il loro è un movimento legato all’arte contemporanea, laboratorio di ricerca di nuove espressività artistiche del corpo. Tecniche somatiche legate al respiro, come una forma di meditazione, che vogliono fare entrare le persone in contatto con sé stesse, e con le risorse del proprio corpo, attraverso movimenti che nascono da dentro. Corpi che diventano strumenti di nuove forme di espressione nel movimento dell’essere umano. Assonanze con discipline orientali come lo yoga, e contaminazioni, come gli apporti musicali, delle più diverse.
«Gli artisti che chiamiamo qui ad Ascoli – spiega Maria Angela Pespani – devono tratteggiare il loro ritratto artistico attraverso dei laboratori residenziali. Si fermano in genere per una settimana e lavorano con le persone che decidono di partecipare a questi progetti. Insieme ai quali liberare il loro pensiero creativo. Rispondendo anche alle domande del pubblico sul come e perché nasce. Portano elementi a cui stanno lavorando da condividere, testare, insieme. Alla fine dalla settimana ci sono quelle che noi chiamiamo “restituzioni”. Performance finali aperte al pubblico seguite da un dialogo diretto con l’artista».
Sono ragazzi che arrivano da fuori provincia e spesso anche da fuori regione, ma la manifestazione comincia a farsi un nome a livello nazionale, e a richiamare danzatori anche dall’estero. Da Spagna, Inghilterra, ma anche molti italiani che vivono e lavorano all’estero, respirando l’atmosfera artistica internazionale, e facendo esperienze varie e diverse. Come il sambenedettese Alessandro Sciarroni, artista di rilievo ben oltre i confini italiani, già trionfatore alla biennale danza di Venezia, o Giulio D’Anna, sambenedettese anche lui che vive ad Amsterdam, o Francesco Marilungo, altro giovanissimo coreografo marchigiano neanche trentenne. E poi Morgan Nardi, mamma anconetana e padre ascolano, passato anche lui dallo “Spontini” e che oggi vive a Dusseldorf ed è molto noto in Germania.
«Quando siamo riusciti ad averlo qui ad Ascoli – racconta sempre la Pespani – ne è stato così felice che quasi non ci credeva nemmeno lui. Siamo molto soddisfatte per un livello che si innalza così anno dopo anno. La nostra mission è di far avvicinare a tutte le forme di arte contemporanea. Che ai più appaiono distanti, e a volte incomprensibili. Le location variano, sono dei contenitori molto speciali di cui Ascoli è ricca con la storia i suoi palazzi e il suo travertino, che diventano scenografia e palcoscenico».
Quest’anno è toccato alla chiesa di Sant’Andrea in corso Mazzini, per la prima volta anche all’interno della Pinacoteca comunale, ma anche a stretto contatto con la natura come nella campagna di Osoli, sperduta frazioncina di Roccafluvione. Nelle scorse edizioni toccate anche San Pietro in Castello, forte Malatesta, Piazza del Popolo, il Polo culturale Sant’Agostino. Perform site specific si definiscono. E Ascoli ne è fantasticamente ricca. L’opera d’arte performativa, realizzata in quel luogo specifico, vissuto creativamente, non può essere spostata in un altro spazio senza apportare cambiamenti radicali all’opera stessa e al suo significato.
«Quello che interessa – continua Maria Angela Pespani – è trovare delle collaborazioni, una rete di artisti sul territorio che fanno danza di ricerca. Per scambio di esperienze e possibilità lavorative certo, ma anche occasione di incontri, approfondimenti, formazioni. E ci piaceva proporlo proprio qui, nel nostro territorio Piceno, che conta altri talenti nel settore, come quello di Cecilia Ventriglia».
La kermesse vede la luce nel 2018 e si concentra in soli due giorni, ma molto intensi. È completamente autofinanziata. Solo per le edizioni successive arriveranno i contributi del Comune di Ascoli, della Regione e dell’Amat, le collaborazioni con l’Agenzia di Comunicazione Hammer Design Brand Experience, il partenariato con Cinematica Festival, e con il grande fotografo Marco Biancucci. Le immagini di ogni edizione (qualcuna la possiamo ammirare a corredo di questo articolo) fissate dal suo obiettivo, vengono rimandate nell’evento di apertura l’anno successivo.
«Tutto questo non sarebbe mai accaduto senza il sostegno del Comune che ci ha introdotto all’Amat, soprattutto la volontà di Donatella Ferretti sempre presente ad ogni evento – ribadisce con orgoglio -. La nostra Free Dance è stato l’evento di apertura della presentazione della candidatura di Ascoli Piceno a capitale della cultura».
“Corpi in movimento” si intitola l’ormai tradizionale allestimento dei ritratti degli artisti protagonisti nella edizione precedente, nella serata inaugurale, contrassegnata anche dal rituale invito rivolto a tutti gli spettatori di muovere il proprio corpo. La fotografia chiamata a rendere viva la danza. Attimi che è difficilissimo fissare in un solo scatto, per rendere viva una posa plastica. L’attimo fissato su carta nell’epoca vorticosa dei social media, nella bulimia delle immagini che patiamo, e dell’esibizionismo diffuso via video sulle piattaforme social. Disciplina di nicchia estrema, che si abbraccia quasi sempre per scelta di vita. Che può fare anche a meno dell’accompagnamento musicale, perché lo strumento dell’esecuzione diventa il proprio corpo. Che produce un ritmo proprio, staccato, o fluido, o morbido che sia.
Sono tante le qualità che il corpo può assumere. E quando le musiche, a volte anche live, vengono utilizzate, possono essere le più disparate. Dalle arie più conosciute della classica, piuttosto che sconosciute, di improvvisazione, attraversando indistintamente ogni genere di ogni epoca. I ritratti d’artista 2024 hanno ospitato quest’anno grandi esponenti della generazione anni Ottanta. Quelli che hanno portato questa particolarissima disciplina fatta di visioni e suggestioni, anche nel nostro Paese, come i pionieri ed autentiche istituzioni nel settore come il torinese Roberto Castello, e il fiorentino Virgilio Sieni. O Emma Winter, artista inglese trapiantata a Torino, con le sonorità rilassanti delle sue campane di cristallo.
Oltre a Simona Lisi, artista multidisciplinare marchigiana, danzatrice, attrice, autrice, ricercatrice di estetica della danza. Laureata in Filosofia, ha studiato in Italia e in mezza Europa prima di creare, nel 2013, Cinematica, il primo festival internazionale che si occupa della relazione immagine-movimento nelle arti visive, filmiche e performative. E poi la Compagnia Hunt Cdc che ha presentato la coreografia Whisper. Mobilitate per l’occasione le community delle due artiste picene organizzatrici della manifestazione che gravitano intorno ai laboratori di Bios Danza ad Ascoli e al teatro San Filippo Neri di San Benedetto, culla della free dance e della danza estatica in natura. Adepti trasversali a tutte le età che vivono la danza creativa come piacevole momento di condivisione dell’energia creata dal gruppo. Le endorfine, è provato, si liberano meglio, così.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati