di Federico Ameli
«Abbiamo visto che in questi anni investire nella cultura ha avuto delle ricadute economiche, al di là della crescita culturale in città».
Esordisce così il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, nel presentare al Consiglio comunale andato in scena ieri, martedì 26 novembre, la proposta di modifica dello statuto della Fondazione Ascoli Cultura, punto cardine che con quasi un’ora di discussione ha visto i consiglieri ascolani piuttosto impegnati tra proposte e repliche.
«Ascoli ha una grande ricchezza culturale e storica dentro e fuori i nostri musei, ma un visitatore deve avere una motivazione forte per arrivare qui – prosegue Fioravanti – Abbiamo aumentato il numero di presenze grazie a degli eventi culturali di nicchia, che hanno offerto la possibilità di conoscere più da vicino la nostra città e apprezzarne la bellezza, anche sul piano spirituale.
La Fondazione sarà un ente strumentale al Comune e avrà il compito di valorizzare i contenitori culturali e la pianificazione strategica dell’investimento culturale, facendo passare il messaggio di un forte ritorno culturale, ma anche economico e sociale.
I nostri devono essere dei musei dinamici, anche attraverso la cultura del cibo e l’enogastronomia, in grado di valorizzare la nostra attività culturale e avvicinare nuovi visitatori al mondo della pinacoteca e delle altre strutture culturali. Il cibo, ad esempio, può essere forma di cultura e socializzazione, dato che la cucina marchigiana nasce ad Ascoli grazie ai Piceni».
Per chi non la conoscesse, la Fondazione è stata costituita ufficialmente il 19 gennaio 2023. Da allora, con il Comune presente come unico socio fondatore, la presidenza è stata affidata al notaio ed ex sindaco Nazzareno Cappelli e alla vice Ada Gentile, pianista e compositrice di fama internazionale stabilitasi da diversi anni in città. Valeria Germani, Aldo Pizzingrilli e il professor Stefano Papetti fanno parte del Consiglio di Amministrazione, che vede inoltre protagonista Milena Ciotti nel ruolo di revisore unico.
Rispetto all’unità di intenti dimostrata nei confronti della questione Beko, le modifiche proposte dal sindaco non incontrano il favore dell’opposizione, dando il via a un acceso botta e risposta tra colleghi consiglieri.
«Abbiamo evidenziato serie criticità circa le modifiche allo statuto della Fondazione – sottolineano i consiglieri di Ascolto&Partecipazione Andrea Dominici, Emidio Nardini e Marta Luzi – Come già fatto notare in Commissione Cultura, tutte le variazioni hanno un punto in comune: la mancanza di trasparenza e di partecipazione.
In particolare, al sindaco sarà riservata la nomina diretta non solo della maggioranza del Consiglio di Amministrazione – organo cui, di fatto, sarà demandato tutto il potere decisionale – ma anche dell’organo di controllo della stessa, potendo invece le assemblee dei soci soltanto presentare proposte, non vincolanti, allo stesso CdA.
Risulta chiara l’autoreferenzialità prescelta dal sindaco e dalla maggioranza nella gestione della cultura, apparendo le sue logiche più ispirate ad una spartizione politica che al merito o alla competenza. È invece fondamentale che le decisioni in un campo così importante vengano raggiunte in maniera condivisa e trasparente e nell’interesse di tutti, non di pochi privilegiati nominati direttamente dal sindaco.
Inoltre, le repliche di Fioravanti alle nostre proposte sono apparse più volte fuori luogo e offensive, nonché caratterizzate da argomentazioni lontane dal tema oggetto del dibattito in corso».
Forte di una maggioranza schiacciante, al termine della discussione l’assemblea ha approvato le modifiche statutarie, con l’opposizione che auspica degli ulteriori cambiamenti da applicare nei prossimi mesi in un’ottica maggiormente partecipativa.
«Auspicando, dunque, che in futuro il sindaco sia più attento a gestire il dibattito in modo collaborativo, pacifico e maggiormente istituzionale, chiediamo con forza che il processo di revisione dello statuto della Fondazione Cultura venga riconsiderato con modalità più partecipative – concludono i consiglieri di Ascolto&Partecipazione – coinvolgendo non solo il Consiglio comunale, ma anche le realtà associative, gli operatori culturali, i cittadini e tutte le forze politiche, essendo in gioco la credibilità della Fondazione e il rispetto dei principi di trasparenza e democrazia che ne devono essere alla base».
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