di Marco Braccetti
La città ha commemorato tutte le vittime innocenti dei bombardamenti subìti durante la Seconda Guerra Mondiale. In particolare, le 25 persone uccise dagli ordigni sganciati il 27 novembre 1943, quando i bombardieri alleati distrussero tantissime abitazioni al Paese Alto. Proprio lì, davanti alla Torre dei Gualtieri, sono stati letti i nomi delle 25 vittime ed il trombettiere ha intonato il “Silenzio”.
Una cerimonia sobria ed intensa, alla quale hanno preso parte autorità civili – con in testa il prefetto Sante Copponi – militari e religiose. Il vicario generale del vescovo, don Patrizio Spina, ha benedetto la corona deposta in onore del defunti. E’ poi intervenuto il sindaco Antonio Spazzafumo che ha ricordato anche il sacrificio eroico del maresciallo Luciano Nardone e del carabiniere Isaia Ceci morti in quei giorni per difendere dai predatori nazifascisti le vettovaglie destinate a sfamare la popolazione stremata dal conflitto. Hanno partecipato anche alcune scolaresche delle medie “Sacconi” e “Manzoni”.
Questa drammatica vicenda storica è tornata recentemente alla ribalta del dibattito pubblico, poiché evocata da Giovanni Gaspari. L’ex sindaco aveva chiesto al Consiglio comunale di cancellare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, anche in ricordo di queste vittime. Su tale vicenda, c’è da registrare anche la presa di posizione ufficiale dell’attuale sindaco: Antonio Spazzafumo. «Intervengo nella querelle sulla cittadinanza onoraria, attribuita 100 anni fa da questo Comune, a Benito Mussolini – parole di Spazzafumo – per ribadire quanto già noto, ovvero che il nostro regolamento non consente di revocare l’onorificenza per persone decedute. Questo non impedisce di ricordare che questa Amministrazione comunale ha sempre riconosciuto il valore dell’antifascismo come elemento cardine della sua azione politica e lo ha ribadito in diverse occasioni pubbliche, come si può evincere dagli interventi pronunciati in tali circostanze».
Le considerazioni del sindaco hanno acceso la discussione: «I regolamenti municipali non sono le Tavole di Mosè – dice il consigliere di minoranza Paolo Canducci -. Possono essere modificati quando se ne ravvede l’esigenza». Insomma, secondo l’ex assessore all’ambiente, per gravi casi di indegnità si potrebbe introdurre anche una revoca “post mortem”. «Non vedo scogli giuridici insormontabili – prosegue Canducci, di professione avvocato – ma se ce ne dovessero essere, il Consiglio può e deve comunque prendere una posizione simbolica di contrasto verso quella cittadinanza onoraria».
Canducci fa sapere che si sta muovendo insieme alla collega di minoranza Aurora Bottiglieri, per portare in assise la questione: «Auspichiamo una condivisione quanto più ampia possibile tra tutti i colleghi». Che, poi, è quanto chiesto anche da Antonio Bruni: presidente della sezione locale dell’Anpi: Associazione nazionale partigiani d’Italia. In una lunga missiva indirizzata al sindaco Spazzafumo ad al presidente del consiglio comunale Eldo Fanini (disponibile integralmente cliccando qui) l’Anpi chiede che sia convocato un Consiglio comunale al fine di disconoscere la delibera del 24 maggio 1924 che concedeva la cittadinanza al dittatore: «Una macchia – scrive Bruni – che non fa onore al sentimento democratico».
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