Un nuovo appuntamento si aggiunge alle iniziative programmate nell’ambito della quarta edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast il prossimo venerdì 6 dicembre, alle ore 17.30, presso la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini ad Ascoli.
Nel suggestivo spazio espositivo della galleria verranno presentati al pubblico due celebri dipinti realizzati da Osvaldo Licini che, in tempi recenti, sono entrati a far parte della collezione d’arte dell’azienda Fainplast, andando ad affiancare altri pregevoli capolavori in essa contenuti.
Si tratta di opere realizzate negli anni Cinquanta che vanno ad arricchire la ricerca astratta liciniana iniziata all’alba degli anni Trenta, come lo stesso artista dichiara in una lettera aperta al Milione del 1935: «Fino a quattro anni fa ho fatto tutto quello che ho potuto per fare della buona pittura dipingendo dal vero. Poi ho cominciato a dubitare. Dubitare non è una debolezza, ma è un lavoro di forza, come forgiare, ha detto Cartesio. E mi sono convinto che facevo, come fanno ancora tanti, della pittura in ritardo, superatissima, fuori del tempo e contraria alla sua vera natura che non è: imitazione. La pittura è l’arte dei colori e delle forme, liberamente concepite, ed anche un atto di volontà e di creazione, ed è, contrariamente a quello che è l’architettura, un’arte irrazionale, con predominio di fantasia e immaginazione, cioè poesia. Allora ho preso 200 buoni quadri che ho dipinto dal vero e li ho portati in soffitta. E da quattro anni i miei quadri me li sono cominciati a inventare». Questa la dichiarazione di Osvaldo Licini che segna il passaggio all’astrazione, dal quale nasceranno grandi capolavori che spaziano da Il bilico (1934) al Castello in aria (1933-1936), passando per le Amalassunte e gli Angeli ribelli, fino ad arrivare alle invenzioni iconografiche della maturità, a cui è possibile ascrivere le opere di proprietà della Fainplast.
Cielo senza luna (Notte) (1957) e Notturno (1956), questi i titoli dei dipinti realizzati qualche anno prima della morte dell’artista ed esposti alla XXIX Biennale di Venezia del 1958, che segna la consacrazione definitiva di quest’ultimo con il conferimento del Gran Premio Internazionale per la Pittura e una sua personale con ben 43 opere.
Entrambe le opere sono dominate dal blu intenso del fondo, come fossero dei cieli percorsi da geometrie colorate composte da incroci di diagonali che formano una concatenazione di losanghe sospese. Tutto sembra virare a una geometria piuttosto semplificata, pervasa da una levità diafana che oscilla tra divertimento e ornamento, abbandonando quella sorta di instabilità, di tensione che caratterizzava le opere degli anni Trenta. Come rivela Elena Pontiggia nel suo saggio Filosofia di Licini del 2008, nelle opere degli ultimi anni “Tutto è divenuto elementare, come se il gioco fosse l’ultima verità, l’unica possibilità di parlare della trascendenza. Tutto è come ridotto ai minimi termini, in una leggerezza suprema, assoluta. Il cosmo appare silenzioso, nella sua verità e nel suo mistero.”
Le opere della collezione Fainplast, presentate dal prof. Stefano Papetti, Curatore scientifico delle Collezioni comunali di Ascoli , saranno esposte fino al prossimo 4 maggio 2025 nelle sale espositive della Galleria d’Arte Contemporanea del capoluogo piceno e potranno dialogare con i 40 dipinti e i 38 disegni di Osvaldo Licini, provenienti dalla collezione di Caterina Celi Hellstrom, figlia adottiva della moglie di Osvaldo Licini, concesse in comodato al Comune di Ascoli dalla fine degli anni Novanta. Dialogo che non si ferma alla sola raccolta del museo, ma si svilupperà anche in relazione alle opere della personale di Luca Bertolo, quarto vincitore del Premio Osvaldo Licini by Fainplast, create in occasione della sua residenza ascolana, e che verranno presentate il prossimo sabato 14 dicembre alle ore 18.30 sempre negli spazi della galleria di corso Mazzini.
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