di Federico Ameli
Il complesso percorso della ricostruzione delle aree colpite dal sisma, avviato all’indomani di quel tragico 24 agosto 2016, si arricchisce oggi di una nuova tappa all’insegna di una rinnovata collaborazione tra istituzioni pubbliche e iniziative private.
Si spiega in questo senso la volontà, messa nero su bianco, della struttura commissariale e di C.Next, il sistema di hub distribuito sul territorio nazionale per sviluppare la filiera italiana dell’innovazione, di dar via a un virtuoso sodalizio con al centro i territori feriti dal sisma, sottoscrivendo un apposito protocollo di intesa nella mattinata di oggi, martedì 10 dicembre, nella Sala monumentale della Presidenza del Consiglio.
Gli obiettivi? Favorire la crescita occupazionale, economica e sociale e a rafforzare la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale, edilizio e sociale in dei territori che da anni attendono che qualcuno restituisca loro delle prospettive in grado di andare oltre la ricostruzione fisica.
«Abbiamo sempre agito nella convinzione che l’area del cratere non dovesse solo essere ricostruita, ma anche rilanciata in una strategia condivisa – esordisce in conferenza stampa il commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli – Il programma NextAppennino rappresenta la summa delle strategie che abbiamo messo in campo in questo senso, con diverse linee finalizzate a favorire investimenti.
L’innovazione rappresenta un prerequisito rispetto all’opera di riparazione economica e sociale. È il motore della crescita, dal momento che è in grado di generare processi finalizzati allo sviluppo imprenditoriale, all’incremento occupazionale e alla valorizzazione del patrimonio custodito nei nostri borghi.
L’innovazione è ritenuta fondamentale anche dal Governo Meloni, che sta dedicando una particolare attenzione a questo comparto confermata anche dalla Legge di bilancio, in cui sono state presentate due misure importanti: i fondi pensione dovranno investire una quota nelle attività di venture capital, e dunque nelle startup, ed è aumentato il credito d’imposta per gli investimenti privati in startup, limitatamente alla fase di ideazione.
È attraverso la creazione di opportunità di lavoro, l’accesso a servizi di qualità, una maggiore capacità attrattiva che possiamo indurre le persone, soprattutto i giovani, a restare nell’Appennino centrale. Questo è proprio ciò che stiamo facendo oggi con C.Next. La sigla di questo protocollo è l’ultimo, importantissimo, tassello di quell’insieme di iniziative che la Struttura Commissariale sta adottando proprio al fine di rafforzare la competitività e le potenzialità delle nostre comunità».
A partire da queste premesse, l’iniziativa congiunta verrà avviata nei territori marchigiani del sisma e sarà estesa anche alle altre tre regioni (Abruzzo, Lazio e Umbria) del cratere 2016, come parte integrante dell’azione di rivitalizzazione finalizzata a promuovere opportunità nei confronti delle imprese di questa vasta area, che si estende per complessivi 8.000 chilometri quadrati.
Sviluppo e contrasto allo spopolamento sono le due leve sulle quali si sta agendo per dare un nuovo futuro ai territori dell’Appennino centrale, grazie anche al contributo di C.Next e a una rete nazionale che riunisce centinaia di aziende che collaborano per realizzare progetti di innovazione e sviluppo di poli territoriali, favorendo la rigenerazione in chiave economica, urbana e sociale di aree dismesse.
«Nel tempo, il nostro Paese ha rinunciato alla spinta propulsiva dell’innovazione e ha imboccato la via del declino – ammette Stefano Massari, esperto della struttura commissariale – Le nostre aziende sono vecchie ed estremamente piccole, e dunque improduttive, come dimostra il confronto con la Germania, dove ci sono molte più medie imprese.
Si parla di ecosistema dell’innovazione: non c’è bisogno solo di un’idea, ma di un ampio sistema di soggetti che aiutino l’imprenditore. C’è bisogno di venture capital, investimenti ad alto rischio, con risultati in grado di ripagare ampiamente gli investimenti che non vanno a buon fine. È una questione anche di cultura, che in Italia non abbiamo sviluppato, ma che è l’ingrediente più importante.
L’incubatore è una struttura in cui università, startupper e manager si incontrano per favorire la nascita di nuove realtà imprenditoriali, producendo esternalità positive, ossia benefici sociali molto importanti. L’innovazione non è un costo, ma un investimento: per capirlo serve sviluppare una cultura. O si innova o si muore: da qui in avanti saremo travolti dall’innovazione.
Quello di oggi è un primo passo per un territorio che ha bisogno di molto coraggio in questo percorso, un luogo per far nascere startup, parlare di innovazione e destinare delle risorse importanti su questo tema».
In questo senso, la struttura commissariale e C.Next opereranno sul territorio generando opportunità di sviluppo economico e sociale attraverso l’innesto di pratiche di innovazione, aggregando competenze tecniche, tecnologiche, di metodi e di processi derivanti tanto dal settore pubblico (università e centri di ricerca) che dal settore privato (imprese, associazioni, fondazioni) per rendere questi luoghi dei nuovi poli a tutti gli effetti.
La riqualificazione avverrà sia stimolando la crescita delle imprese presenti, che attraendone di nuove e sviluppando l’imprenditorialità giovanile. Queste le macrocategorie di riferimento: formazione sulla cultura e sui temi dell’innovazione, dimostrazione di pratiche di innovazione, supporto alla nascita ed allo sviluppo di startup innovative, disponibilità di spazi di socializzazione imprenditoriale, creazione di laboratori esperienziali dedicati alle tematiche dell’innovazione, promozione sui mercati nazionali e internazionali delle potenzialità economiche e delle agevolazioni fiscali dell’area del cratere sismico, erogazione di servizi legati all’innovazione in ambito dell’economia sociale e della sostenibilità.
«È significativo che il percorso della ricostruzione assista a un mondo dell’impresa che si propone di recitare un ruolo da protagonista – commenta Alessandro Bono, presidente del Consiglio comunale di Ascoli – Siamo consapevoli che per far rivivere dei territori che tutti noi portiamo nel cuore è indispensabile gettare delle solide basi da cui ripartire, abbinando alla ricostruzione fisica dei presupposti di natura occupazionale e sociale per incentivare la ripresa dell’area del cratere. In questo senso, la ricostruzione non può prescindere da un dinamismo economico che solo chi fa impresa può garantire.
Stimolare la rigenerazione urbana e creare un terreno fertile per il tessuto imprenditoriale locale sono obiettivi che anche ad Ascoli, come Amministrazione comunale, abbiamo avuto modo di condividere con C.Next, instaurando un dialogo costruttivo e votato all’innovazione con gli stakeholder del territorio che ha portato all’insediamento del primo polo di innovazione C.Next nel Centro Sud Italia.
Vedere delle imprese che si mettono in gioco per la ripresa dei luoghi feriti dal sisma è un ottimo segnale. Sono convinto che questo protocollo potrà contribuire a innescare un meccanismo virtuoso che può solo far bene all’economia locale e al futuro dei nostri territori».
Dello stesso avviso anche Simone Ferraioli, presidente Confindustria Ascoli Piceno.
«È per noi un grande orgoglio essere qui, per il percorso ascolano che ci ha portato alla costituzione di C.Next Piceno, primo polo del centro-sud Italia, e per i ragionamenti che hanno portato alla definizione di un protocollo d’intesa. Speriamo sia un momento epocale, portiamo a casa un risultato importante che certamente porterà sviluppi – afferma, soffermandosi anche sulla vicenda Beko – Ci auguriamo tutti un lieto fine, anche grazie al contributo del commissario Castelli».
«L’innovazione è uno stato mentale – ricorda Stefano Soliano, amministratore delegato di C.Next – Il protocollo d’intesa sottoscritto con la struttura commissariale rappresenta un riconoscimento importante per il supporto che, attraverso l’innovazione, possiamo fornire alle imprese e, in termini più generali, alla ripresa economica e alla lotta contro lo spopolamento dei territori del cratere sisma.
Con questi obiettivi abbiamo già avviato nelle Marche uno dei nostri poli d’innovazione e stiamo lavorando anche su altri territori del cratere. Valorizzare le aziende inserendole in un sistema nazionale di innovation transfer da impresa a impresa genera un circolo virtuoso a vantaggio di tutte le parti coinvolte. Con questa convinzione, ci mettiamo quindi a disposizione del territorio con le nostre competenze e la nostra esperienza».
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