di Maria Nerina Galiè
C’è ancora da attendere sulle sorti dello stabilimento Beko di Comunanza, come di tutti gli altri presenti in Italia: prossimo appuntamento per metà gennaio.
Ma di certo le Marche, ed il Piceno in particolare, non si sono trovati soli all’attesissimo appuntamento al tavolo del Mimit, di oggi, 10 dicembre. Purtroppo, nemmeno sollevati assistendo al braccio di ferro tra governo e azienda sul piano industriale, che vede – ancora – al 2025 la chiusura del sito di Comunanza oltre che di Siena, ed un golden power “segretissimo” seppure pronto ad essere applicato, ma non è chiaro se la cura può essere peggiore del male.
Ma andiamo con ordine.
Oggi a Roma c’erano il Commissario Sisma Guido Castelli, il sottosegretario al Mef Lucia Albano, il presidente della Regione Marche Acquaroli con gli assessori Andrea Antonini e Stefano Aguzzi, il sindaco di Comunanza Domenico Sacconi.
Presenti tutti i rappresentanti dei lavoratori del plant piceno, Angelo Forti Rsu Fim, Paolo Marini e Gianni Lanciotti Rsu Fiom Cgil, Nicola Rovedi Rsu Uilm, Raffaele Bartomioli segretario provinciale Uilm ed ex Rsu di Comunanza, Francesco Armandi coordinatore Ugl Metalmeccanici ed ex Rsu di Comunanza, Fabio Capolongo Rsu UglM.
Dal 20 novembre, giorno in cui l’azienda ha annunciato l’intenzione di chiudere il sito comunanzese, non c’è stato giorno in cui sindacati e istituzioni locali e regionali non hanno ribadito l’intenzioni di mettere in atto ogni azioni per scongiurare il pericolo.
Oggi, davanti ai vertici aziendali il ministro Adolfo Urso ha rassicurato sull’applicazione del golden power all’epoca della cessione da Whirlpool ad Arcelik (75%) per iniziare la produzione italiana con Beko.
Se il piano industriale «non verrà modificato, il golden power verrà applicato – riferiscono i presenti in merito alle parole del ministro – Urso è stato duro e categorico: se non saranno rispettati gli accordi, segretissimi ma concreti, ci saranno sanzioni o addirittura l’annullamento del contratto di cessione con la Whirlpool».
L’invito di Urso alla Beko, che tuttavia ha difeso il proprio piano industriale ritenendolo in linea con il golden power, è stato quello di riaprire la discussione su basi diverse.
Maurizio David Sberna, responsabile relazioni esterne dell’azienda, ha ribadito perdite per 200 milioni di euro ed il proseguimento delle produzioni per tutto il 2025, non oltre.
Ha anche detto che il piano «nelle sue componenti e risultati economico finanziari, non può cambiare». Ma ha anche dato «disponibilità a discutere con governo, istituzioni locali e soprattutto con le organizzazioni sindacali per fare ulteriori valutazioni industriali al fine di identificare le modalità con cui affrontare la situazione»(Ansa).
Sempre Urso – raccontano i sindacalisti piceni – ha puntato molto su Comunanza e sul danno che tale chiusura rappresenterebbe per le aree intere, dove sarà difficile pensare ad altri investimenti.
Il sindaco di Comunanza, Domenico Sacconi, non ha esitato a prendere la parola chiedendo se in Italia “comandano” il governo o le multinazionali. E chi si assumerà la responsabilità nel caso che tutto “andasse male”.
Immediate le reazioni dei sindacati.
Antonio Spera, segretario nazionale: «Ancora adesso Beko Europe non presenta un piano industriale assertivo, che preveda investimenti significativi in Italia e un piano produttivo e occupazionale che corrisponda alle prescrizioni della golden power, sia in riferimento alla sovrapposizione con gli altri stabilimenti Whirlpool in Europa, sia con quelli di Beko in Romania.
Oggi doveva essere annunciato il piano industriale per iniziare a rilanciare il settore e i siti italiani con nuovi prodotti e investimenti, invece è stato ancora e nuovamente parlato di un piano di dismissione e si continua ad affermare che gli stabilimenti sono in perdita e sono a rischio posti di lavoro. La nostra disponibilità a confrontarci su un nuovo piano industriale con investimenti importanti e senza chiusura di stabilimenti è incondizionata. Al governo chiediamo di intervenire immediatamente, metta in campo la Golden Power e fermi la distruzione del settore degli elettrodomestici in Italia».
«L’acquisizione della Arcelik dalla Whirlpool non è stata una “strategia aziendale” – ha detto Francesco Armandi – ma una “manovra economica”. In sei mesi non è possibile decidere delle sorti di alcuni stabilimenti che lavoravano al 50% del potenziale all’epoca del subentro con Beko, come quello di Comunanza».
«Il piano della Beko è inaccettabile ed irricevibile – sono state le parole di Paolo Marini – e la chisura dello stabilimento di Comunanza sarebbe deleterio per territorio, porterebbe una perdinta importante di posti di lavoro e come area montana non ce lo possiamo permettere. Da oggi a metà gennaio, metteremo in atto ogni iniziativa utile in funzione di questa vertenza».
Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm: «Se la famosa golden power di cui il Governo parla da oltre un anno ha un’efficacia concreta, questo è il momento di farla valere per ottenere un nuovo piano industriale da Beko senza chiusure e senza licenziamenti.
Il piano di Beko è di una violenza senza precedenti, prevede chiusure multiple di fabbriche e di uffici, con oltre 1900 eccedenze su circa 4.400 dipendenti mette in esubero quasi la metà del personale senza risparmiare alcun sito italiano. Speriamo che Beko – conclude Ficco – presenti al tavolo aggiornato dal Mimit nel mese di gennaio un piano industriale diverso, che costituisca una base di confronto accettabile».
«Il piano industriale riproposto in questa sede dall’azienda è inaccettabile e va ritirato – ha detto il governatore delle Marche Acquaroli – lo abbiamo ribadito in modo chiaro e fermo nel corso del tavolo che si è svolto oggi pomeriggio al Mimit. Comunanza non può chiudere così come va tutelata l’occupazione nella sede di Fabriano.
Nel mio intervento ho fatto appello alla responsabilità sociale dell’azienda, le sue sfide non possono essere scaricate sulle spalle dei lavoratori. Ringrazio il Ministro Urso che a nome del Governo ha ribadito l’irricevibilità del piano industriale attuale di Beko, chiedendo all’azienda di presentarne uno nuovo che tuteli i lavoratori e rispetti le prescrizioni della golden power. L’obiettivo e l’auspicio è che l’azienda riveda totalmente le proprie posizioni su questa vicenda fondamentale per le Marche».
(In aggiornamento)
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