di Lino Manni
Filotto! L’Ascoli in un campetto di periferia, brutto dal vivo e orrendo dalla tv, centra la quarta vittoria consecutiva. Certo, non è stata una bella partita, non c’è stata una bella cornice di pubblico ma che volete di più. Questo è quello che passa ora il convento e alla fine l’importante era vincere. Una vittoria che ci voleva soprattutto per la classifica e non importa in che modo sia arrivata.
Per la prima volta un pomeriggio tranquillo sul divano. La prima impressione, poi confermata nel corso della partita, è stata quella di un Ascoli più forte in tutto e per tutto. Forse il Legnago Salus era più sovrastante dal punto di vista fisico con giocatori più alti e robusti ma forse adatti ad altri tipi di sport. Quando l’Ascoli ha messo in campo la tecnica con Marsura e Tremolada i padroni di casa hanno iniziato a traballare.
Subito Silipo in evidenza che ha sbagliato una grossa occasione ma poi, pian piano, è scomparso dal campo. Anche il “pulcino” Bando ha sofferto campo e clima e si è visto poco. In rialzo le quotazioni della maglia di Varone. Se prima non la voleva nessuno dopo il “tocco” vincente con il Legnago c’è la fila allo store. Una partita di sostanza, senza risparmio come ci ha abituato.
Primo tempo tranquillo con il gentil sesso in campo (l’arbitro donna) che fischia tra poco e niente. Nella ripresa solo brividi…di freddo. È vero che spesso dietro si ricorre al fallo per fermare le sfuriate dei “ciclopi” del Legnago ma per il portiere Livieri ordinaria amministrazione. L’unica minaccia della partita è la nebbia che cala sempre più ma il triplice fischio è sempre più vicino. Non mi resta altro che il tempo di ascoltare in tv l’unico tifoso della squadra di casa che inveisce, non si sa contro chi, con le parole “delinquente e somaro” ripetute più volte.
Mi accontento di questa “sporca vittoria” perché alla fine, tra qualche giorno, tutto ciò che resta sono solo i tre punti, sicuramente la cosa più importante. È proprio vero che “le chiacchiere se le porta il vento e i maccheroni riempiono la pancia”.
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