L’incontro dei vescovi con la Banca del Piceno
Un atto di solidarietà, a ridosso del Natale: così la Banca del Piceno ha deciso di donare 30 mila euro alle Caritas del territorio di riferimento della banca, ovvero quelle di Ascoli Piceno, San Benedetto e Fermo. La decisione è stata comunicata durante un incontro che si è svolto presso la sede della Banca del Piceno, ad Acquaviva, alla presenza, oltre che del presidente Sandro Donati, anche dell’arcivescovo di Fermo, Monsignor Rocco Pennacchio, e al vescovo delle diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto-Ripatransone-Montalto, Gianpiero Palmieri.
Il contributo, già elargito dall’istituto di credito cooperativo nel 2022, e poi sospeso per motivi tecnici nel 2023, sarà diviso equamente tra le tre Caritas, e, come riferito da Sandro Donati, è intenzione della banca di renderlo stabile nel tempo e, se ci saranno le possibilità, di aumentarlo nel corso del tempo. La situazione riguardo la povertà, infatti, è in drammatico peggioramento: stando a quanto emerso dal Rapporto 2024 su povertà ed esclusione sociale di Caritas Italiana, la povertà assoluta interessa oltre 5,7 milioni di persone, quasi un decimo della popolazione nazionale; in 269.689 sono state accompagnate, nel 2023, dai servizi Caritas; dal 2015 a oggi il loro numero è cresciuto del 41,6%.
In questo contesto la Banca del Piceno interviene a sostegno del territorio, portando quotidianamente avanti azioni finalizzate allo sviluppo socio-economico della comunità, con l’obiettivo di non lasciare nessuno ai margini.
«L’impegno della Banca del Piceno finalizzato a supportare l’azione svolta dalle Caritas nel nostro territorio di competenza – dichiara il Presidente Sandro Donati – si pone l’obiettivo di valorizzare e coltivare la potenzialità di tutte le persone e i territori che rischiano di rimanere ai margini. Proprio per raggiungere questo obiettivo occorre mettere a fattor comune tutti i soggetti che operano a livello territoriale come la Chiesa, le Caritas, il terzo settore, le associazioni e le banche cooperative che, mantenendo un’autonomia decisionale legata al territorio, rilevano le esigenze e rispondono agli stakeholder locali, operando con modelli di business non finalizzati al profitto individuale di breve periodo».
«Si tratta di un sostegno ad interventi che mettono al centro minori, anziani, persone colpite da forme di esclusione e disagio sociale – afferma S.E. Mons. Gianpiero Palmieri, Arcivescovo di Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto – in un ampio spettro di fragilità e vulnerabilità sempre più presenti nelle nostre comunità. Con il grazie alla Banca, va anche sottolineata l’importanza di un intervento che non solo concorre a fare rete nell’offrire concrete possibilità di intervento di inclusione sociale e di sviluppo umano ma aiuta anche ad ampliare l’attenzione sociale tra i soggetti attivi della vita economica, sociale ed istituzionale del territorio verso la povertà nelle varie e rinnovate forme in cui si presenta oggi, fenomeno drammaticamente crescente come attestano non solo i dati Caritas ma anche gli indicatori Istat».
Un argomento molto importante, che entrambi i vescovi hanno sottolineato, è quanto sia sentita la necessità di accedere ai Centri di Ascolto delle Caritas: non solo dunque un aiuto materiale, ma la ricerca di trovare un momento di conforto, di poter esprimere le proprie difficoltà, di ricevere un aiuto materiale: «A volte è più importante la tovaglia sul tavolo che il pane da mangiare: il pane lo si può mangiare ovunque, anche da soli, la tovaglia e l’accoglienza fanno capire che si è considerati pienamente esseri umani» ha detto il S.E. Monsignor Rocco Pennacchio.
«Con gratitudine si accoglie il contributo della Banca di Credito Cooperativo per i progetti che la Caritas Diocesana di Fermo porta avanti nei nostri territorio – conclude S.E. Mons. Rocco Pennacchio, Arcivescovo di Fermo – In tal modo si riconosce la rilevanza sociale di questi segni di carità che, da un lato esprimono l’indole solidale e fraterna della comunità ecclesiale, dall’altro l’attenzione alle fragilità che sono presenti nel tessuto della comunità civile. Si auspica un sempre più efficace rapporto con le istituzioni perché nessuno sia escluso dalla possibilità di una crescita personale sociale e professionale».
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