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Ascoli splende del Natale, ma non mancano criticità, correggibili facilmente

Fa discutere la gigantesca scritta augurale luminosa al Forte Malatesta. Ma non è tutta responsabilità del Comune; anche i cittadini possono essere più responsabili
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di Filippo Ferretti

 

Ascoli a Natale. Tutti entusiasti della bellezza delle luminarie allestite in città, con strutture natalizie ad effetto presenti in molti scorci del centro e con il ritorno dell’accattivante villaggio in piazza Arringo. Residenti e visitatori dimostrano di apprezzare molto gli sforzi dell’amministrazione comunale nell’offrire il migliore dei volti al capoluogo piceno in merito alle festività di quest’anno.

 

 

Tutto bene dunque? Si, se non fosse che i soliti incontentabili, probabilmente coloro che auspicano a vivere in un luogo perfetto, in mezzo a tutta questa meraviglia non abbiamo perso tempo ad individuare alcune dimenticanze, forse perdonabili, che tuttavia non ti aspetti in cotanto splendore.

 

Ad esempio, i cultori della storia e dei beni storici e artistici non si rassegnano agli auguri luminosi della più anonima modernità che campeggiano dalla parete del Forte Malatesta. Così come poco perdonano nello scintillante scenario del chiostro di San Francesco il rubinetto moderno con tanto di rivestimento di color rosso che fa bella mostra di sé nell’antica fontana in travertino, anche restaurata.

 

 

I puristi del centro storico sono rimasti male nel dover vedere i lampadari non funzionanti in queste ore presso la Loggia dei Mercanti o di accettare nella piazza illuminata un’area vuota fatta di impalcature di metallo di fronte il Tabernacolo del Morelli: un qualcosa che nello sfavillante scenario natalizio di certo stona.

 

 

E non va meglio entrando nelle zone cittadine più suggestive, la cui visita è stata già prenotata da tanti turisti in arrivo. Ad esempio, in via dei Soderini, dove da settimane permangono transenne abbandonate su di un muro dopo aver delimitato un cantiere ora dismesso o il parcheggio dei motorini che da tempo si è formato di fronte alla Chiesa di Santa Croce, a qualche passo dal teatro Romano.

Sviste, si intende, dalle quale però ci si attende presto un rimedio.

 

 


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