di Walter Luzi
La Compagnia dei Folli festeggia i suoi primi quarant’anni di vita. In famiglia. In una sala riservata del Mister Ok si ritrovano giovani e meno giovani componenti di quella che è, a tutti gli effetti, una grande famiglia allargata. Unita. Accomunata dall’amore per il teatro di strada e dalla visione del mondo. Molti sono effettivamente parenti fra di loro. Due generazioni di fenomeni che, da zero, hanno saputo conquistarsi fama e considerazione ben oltre i confini nazionali e continentali.
Alla loro lunga storia abbiamo già dedicato un ampio servizio (leggi qui) in questo anno di anniversario a cifra tonda. Quattro decenni di gioiose fatiche, di sacrifici che non hanno mai pesato, di investimenti lungimiranti, come il PalaFolli, divenuto patrimonio per la città, e successi crescenti figli di una passione comune che è stata più forte di ogni difficoltà. Dai primi incerti passi sui trampoli dei primi anni ottanta alle spettacolari danze aeree di oggi. In pochi avrebbero scommesso sul futuro di questi giovani e giovanissimi scavezzacollo originari in gran parte di Castel Trosino. Quasi sempre affiancati e sostenuti dalle rispettive famiglie, quando la stragrande maggioranza di loro era ancora minorenne.
Carlo Lanciotti e Rita Sansoni, con i loro ventiquattro anni, erano i più anziani del gruppo di piccoli Folli. Le leggendarie feste medievali ospitate in quel minuscolo paesino incantato in quegli anni, sono stati il loro primo trampolino di lancio verso la conquista del mondo. Lo studio, l’applicazione, la sperimentazione, l’innovazione, e, soprattutto, l’entusiasmo, i punti di forza, invece, di una crescita costante. La straordinaria passione il comune denominatore. La soddisfazione per una cosa ben fatta che interessa, e ripaga, alla fine, ben più del cachet. Senza gerarchie, senza gelosie professionali, senza invidie soprattutto. In una armonia, un piacere di stare insieme palpabile, che nemmeno gli anni sono riusciti ad intaccare. Che puoi ancora vedere benissimo, stasera, ai tavoli del Mister Ok.
Con quegli eterni ragazzini cresciuti divertendosi a stupire ed emozionare spettatori di ogni latitudine. Invecchiati solo per l’anagrafe ma che non invecchieranno mai nell’anima. Risate e sfottò rimbalzano da tavolata a tavolata, cavalcando in allegria i temi proposti da Chiara Lanciotti, che al microfono riannoda tutti i fili della memoria comune conducendo un gioco a quiz che ripercorre, una per una, tutte le tappe del loro lungo, comune cammino. Gli spettacoli e gli aneddoti, i ricordi sui costumi, le location, i fuochi e le coreografie, gli effetti speciali di mille notti magiche vissute insieme. Che in altrettante piazze hanno regalato, in questi quattro decenni, emozioni e suggestioni a migliaia e migliaia di grandi e piccini. Le lunghe trasferte in pulmino, i preparativi dello spettacolo, il trucco e parrucco vicendevole, il buio prima del via, l’adrenalina dell’entrata in scena, il fascino dei trampoli, il brivido dei numeri aerei, il bagliore dei fuochi, e le rituali cene dopo gli spettacoli. Insieme.
Storie di vita che si intrecciano, amori che nascono e, in qualche caso, finiscono anche, ma si resta amici. La condivisione come karma irrinunciabile. Come stasera. Come sempre. Tutti indossano la maglietta celebrativa del quarantennale. Il logo per l’evento lo ha appositamente disegnato per l’occasione Cristiano Spalvieri detto “schicchero”. Un simbolo che va ad ornare persino l’immancabile torta finale. Un giovane talento della grafica, Cristiano, degno erede del professor Tonino Ticchiarelli, che all’inizio degli anni novanta aveva disegnato il marchio storico della Compagnia dei Folli.
Ci sono le altre anime della Compagnia, Mauro Orsini e Lara Ciaffardoni. Ma anche quelli con i capelli più bianchi, le prime guide sicure per i giovanissimi Folli, i preziosi fiancheggiatori degli albori, come il polivalente Primo Orsini, Giuseppina Catalani, costumista degli esordi, ed Emidio Tassi, primo mastro scenografo. E poi l’ultima arrivata nella grande famiglia allargata, Sofia Amurri. Una ragazzina che parte da Pedaso per venirsi ad allenare quasi tutti i giorni, senza risparmiarsi, al PalaFolli. Ha studiato danze aeree alla prestigiosa Athletic Dance Theatre Kataklò di Milano e ha trovato qui l’ambiente ideale per continuare a crescere professionalmente.
Altri giovani figli dei Folli sono già sparsi per il mondo in nome dell’arte. Stasera non hanno potuto esserci fisicamente ma videochiamano da ogni parte del globo per partecipare, in qualche modo, anche virtualmente va benissimo, alla grande festa, che è anche la loro. Francesco Lanciotti è in tournèe in estremo oriente con la compagnia internazionale svizzera Finzi Pasca. Gioia Orsini frequenta a Roma l’Accademia della danza. Valerio Ameli anche lui in tournèe con uno spettacolo teatrale di Alessandro Preziosi. Alessia Bedini saluta tutti da Milano, Stefania Michelessi, addirittura, dall’Australia. Figli dei Folli davvero. Buon sangue non mente. Piccoli talenti nati e cresciuti in seno alla Compagnia dei Folli, che portano dentro di loro, nel mondo, una impronta che vale, un seme antico. Puro. Forte. Nato, quarant’anni fa, fra le mura di un piccolo e sperduto borgo fatato chiamato Castel Trosino.
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