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Amarcord ascolano per Dario “Dardust” Faini: dopo 30 anni rivede la sua insegnante di pianoforte

SI TRATTA di Anna Maria Bucci, con cui ha trascorso un pomeriggio pieno di commozione e di ricordi
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Dario Faini e la sua insegnante di pianoforte Anna Maria Bucci

 

di Filippo Ferretti

 

E’ stato un vero e proprio emozionante ritorno a casa quello avvenuto in questi giorni nella sua Ascoli. Parliamo di Dario Faini, in arte Dardust, che ha trascorso i giorni clou del Natale stando in famiglia, ritrovando i suoi amici storici e passeggiando per la città. Il celebre musicista, produttore, autore e direttore d’orchestra ha approfittando dei suoi giorni di vacanza lontano da Milano soprattutto per tornare ad immergersi nei climi delle sue radici, visto che dopo le feste lo attende un lungo periodo di lavoro.

 

 

Infatti l’artista ascolano, dopo la recente pubblicazione del suo quarto album,“Urban Impressionism”, nei prossimi mesi è atteso con il giro internazionale di concerti che prenderà il via il 18 marzo, oltre all’uscita della sua prima colonna sonora, scritta per il film “Mani nude”, diretto da Mauro Mancini e interpretato da Alessandro Gasmann, atteso il 27 marzo nelle sale.

 

 

Dario Faini

Reduce dal successo del brano che ha scritto con Lorenzo Jovanotti, “Montecristo”, una sorta di anteprima della rinnovata collaborazione che Dardust ha intessuto con l’ex ragazzo fortunato, di cui l’album uscirà il prossimo 31 gennaio, nei giorni ascolani ha anche avuto l’occasione di riabbracciare colei lo ha avviato alla sua carriera di musicista ai tempi della frequentazione dell’istituto Spontini.

 

 

Si tratta della sua amata insegnante di pianoforte, Anna Maria Bucci, con cui ha trascorso un pomeriggio pieno di commozione e di ricordi. «Ci siamo rivisti e abbiamo parlato tanto: dei recital di quegli anni e degli studenti di allora, dei nostri amici ma anche di tanta musica, del pop, della musica elettronica e del rap», ha confessato l’artista ascolano, ammettendo di aver fatto con lei anche un excursus colto, citando Debussy, Scriabin, Ravel e Liszt. «Sono trascorsi più di 30 anni da allora ma le sarò sempre grato di avermi insegnato la dedizione al sacrificio e l’attenzione per i dettagli», ha aggiunto, certo di esserle debitore anche per avergli insegnato a dare forma, trattoria e prospettiva alle sue emozione attraverso i tasti in bianco e nero del pianoforte.


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