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Fiaccolata contro la violenza di genere, in cento contro il “patriarcato femminicida” (Foto)

SAN BENEDETTO - Un centinaio i partecipanti, molte le donne che hanno preso la parola, non mancano i giovani. Gli interventi
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Fiaccolata contro il patriarcato femminicida

 

di Pier Paolo Flammini

 

C’erano donne, ma anche uomini, e giovani, tutti uniti per manifestare la propria contrarietà – per non usare sostantivi più duri – verso il “patriarcato femminicida”, come scritto nella locandina di presentazione della fiaccolata che si è tenuta al centro di San Benedetto venerdì 27 dicembre. Un centinaio i partecipanti, che si sono radunati in Piazza Matteotti e hanno poi proseguito, attorno alle 19, verso Piazza Giorgini, battuta da un vento freddo ma scaldata dal piccolo falò formato dalle fiaccole portate dai presenti.

 

Fiaccolata contro il patriarcato

L’iniziativa è stata convocata in maniera spontanea da un gruppo di attivisti che si stava mobilitando per organizzare un presidio a favore della popolazione palestinese – avvenuto lo scorso 26 dicembre sempre nel centro cittadino – quando l’intero Piceno è stato scosso dalla notizia dell’omicidio di Emanuela Massicci, 45 anni, di Ripaberarda, frazione di Castignano, da parte di Massimo Malavolta, il marito di 49 di origine sambenedettese che al momento è piantonato nel reparto di psichiatria dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto.

 

Fiaccolata contro il patriarcato, cartelli

Notizia che ha condotto a una immediata presa di posizione, con la manifestazione iniziale, indetta per lunedì 23 dicembre, rimandata a causa del maltempo ma dalla quale la famiglia Massicci, attraverso l’avvocato Nazario Agostini, si è dissociata (clicca qui). Ciononostante la partecipazione alla fiaccolata è stata discreta, anche se non si sono visti esponenti delle istituzioni (l’unico presente il consigliere comunale di opposizione a San Benedetto Paolo Canducci).

 

Fiaccolata contro il patriarcato femminicida a San Benedetto, fiaccole

Certezza della pena per i colpevoli, parità di condizioni tra uomini e donne, rifiuto del modello maschile dominante incentrato sulla forza e sul dominio, questi alcuni dei punti evidenziati dai presenti, con diversi interventi in Piazza Giorgini a fine fiaccolata. Proponiamo di seguito il testo letto durante il tragitto da Sara Consorti, una delle organizzatrici della manifestazione; al termine sono stati letti i nomi delle 110 donne uccise nel 2024 fino allo scorso 8 dicembre, quindi un elenco che purtroppo deve essere aggiornato, anche col nome di Emanuela Massicci.

 

Fiaccolata contro il patriarcato femminicida a San Benedetto

«L’incontro di stasera nasce dalla volontà di far sentire la nostra voce in relazione al fenomeno della violenza di genere che continua a scuotere le cronache. Dopo poco più di un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin e dall’ampia partecipazione di piazza che ne è seguita, occorre tristemente prendere atto del fatto che i numeri non sono cambiati.
In Italia nel 2023 ci sono stati 115 femminicidi, mentre all’8 dicembre 2024 se ne sono registrati 110.
É arrivato il momento di far sentire la nostra voce a tutti i livelli della società per portare l’attenzione su un sistema sociale, il patriarcato, basato sul controllo delle donne, sullo sfruttamento del lavoro di cura, su una mascolinità tossica e prevaricante.
Occorre un risveglio delle coscienze, teso a diffondere la consapevolezza di quanto radicate siano le dinamiche che guidano la violenza di genere, di come il femminicidio rappresenti solo la punta di una piramide che ha alla base il sistema patriarcale e che si fonda su comportamenti di cui tutte noi abbiamo esperienza nella vita di tutti i giorni dal momento in cui iniziamo ad essere sessualizzate dal genere maschile.
Un commento sull’aspetto fisico non è mai solo una battuta, i fischi ricevuti mentre si cammina per strada non sono mai innocui apprezzamenti, uno schiaffo durante una lite non può essere accettato come un eccesso di collera passeggero.
Tutti questi comportamenti all’apparenza isolati affondano le proprie radici in una radicata convinzione del genere maschile, derivante dall’educazione ricevuta in un sistema secolare in cui tutti e tutte siamo immersi, di possedere e controllare il corpo e la vita delle donne.
É ancora lunga la strada per sradicare la violenza e giungere a una parità tra i generi che non sia soltanto mera forma o certificazione da raggiungere e di cui avvalersi per vantaggi fiscali, ma vera e propria parificazione nello svolgimento del lavoro di cura nelle famiglie, parificazione salariale reale, pari presenza di donne e uomini nelle posizioni di potere e apicali.
Occorre agire sull’informazione e sulla divulgazione dei concetti, sulla decostruzione individuale e collettiva dei comportamenti disfunzionali e delle dinamiche di controllo che permeano le relazioni romantiche, sull’educazione sessuale ed affettiva a tutti i livelli dell’istruzione pubblica per diffondere una cultura del rispetto e del consenso che ancora oggi manca, anche tra i più giovani.
Occorre offrire una rete di supporto efficace alle donne che, coraggiosamente, trovano la forza di denunciare. Il grido “sorella, io ti credo” non può rimanere uno slogan da piazza da sfoderare durante le manifestazioni, mentre sempre più di frequente sorelle che si rivolgono alle forze dell’ordine vanno solo incontro a un peggioramento delle violenze subite e spesso alla morte.
Lo scorso 23 settembre a Torino Roua Nabi è stata accoltellata dall’ex marito contro cui aveva sporto denuncia per maltrattamenti, senza aver ricevuto alcuna forma di protezione e supporto. Roua era costretta a convivere con il suo aggressore, a cui era stato imposto un braccialetto elettronico non funzionante che non ha impedito il compiersi del femminicidio.
É cruciale portare all’attenzione delle istituzioni l’urgenza di intervenire non solo a livello legislativo- in Italia non esiste ancora una fattispecie di reato autonoma per il femminicidio ma anche a livello sociale ed istituzionale, formando adeguatamente le forze dell’ordine, i magistrati e tutti gli operatori coinvolti su tematiche di genere.
E cosa ancora più importante è rompere il silenzio che troppo spesso circonda queste vicende, un silenzio permeato di vergogna e pregiudizio, che fa sentire tutte le donne che ogni giorno subiscono comportamenti controllanti e violenti Più sole e abbandonate, dalle istituzioni e dalla società.
L’osservatorio nazionale sui femminicidio, lesbicidi e transicidi di Nudm conta nel 2024 110 casi, di cui 93 femminicidi, 6 suicidio di donne Cis, 1 suicidio di un uomo trans, 1 suicidio di un uomo Cis, 1 caso di donna scomparsa e 8 casi in fase di accertamento. 
Oltre a questi, ci sono almeno altri 48 tentativi femminicidi riportati nelle cronache online di media nazionali e locali.
110 vittime in un anno significa una vittima ogni tre giorni della violenza di genere e eterocis
patriarcale.
Di queste, la maggioranza sono donne e persone trans.
Sappiamo che ad oggi il numero è cresciuto ancora, i dati che abbiamo citato sono aggiornati all’8 dicembre 2024.
I numeri sono in crescita, sappiamo che la scorsa settimana è stata uccisa Emanuela Massicci.
Di questi 110 casi, 7 sono avvenuti nelle Marche solo quest’ anno.

Leggiamo ora i nomi delle vittime:
Rosa D’ascenzo
Delia Zarniscu
Maria Russ
Roberta Bertacchi
Teresa Sartori
Elisa Scavone
Ester Palmieri
Fauzia Islam
Annalisa Rizzo
Alessandra Ollari
Silvana Bucci
Santina Delai
Ewa Kaminska
Antonella Salomone
Nicoletta Zomparelli
Renée Amato
Alessandra Mazza
Maria Azteni
Maria Batista Ferreira
Sara Buratin
Liliana Agnani
Brunetta Salvestrini
Aneta Danelczyk
Li Xuemei
Joy Omaragbon
Palma Romagnoli
Shaui Li
Anelina Cristina Soarea de Souza
Auriane Nathalie Laisne
Nadia Gentili
Beatrice Belcuore
Francesca Deidda
Loredana Molinari
Silvana Bagatti
Sofia Stefani
Saida Mammouda
Rachele Corvino
Sconosciuto
Giada Zanola
Gergana Kaltcheva Todorova
Elena Scurtu
Anna Sviridenko
Margherita Battazza
Giusy Levacovich
Hanna Herasimchyk
Maria Dolores Cannas
Ornella Veschi
Serenella Mugnai
Maria Teresa Flores Chavez
Maria Orlando
Rosetta Romano
Vicenza Saracino
Manuela Petrangeli
Loredana Vezzosi
Lucero Rodriguez Valdivia
Rita Caporaletti
Marta Maria Ohryzko
Laura Guazzotti
Sharon Verzeni
Daniela Venturelli
Annarita Morelli
Lucia Felici
Ana Yuleisi Manyoma Casanova
Zhanna Russu
Anna Lupo
Giuseppina Rocca
Lorena Paolini
Nadia Fiammetta
Grazia Franco
Anna Cristina Duarte Cortesia
Sconosciuto
Francesca Ferrigno
Piera Ebe Bertini
Elisa Scoccia
A.
Maristella Paraffini
Daniela Ruggi
Cristina Marini
Maria Campari
Andreina Canepa
Loretta Levrini
Carmela Girasole
Roua Nabi
Giusi Massetti
Martina Gleboni
Cesira Bianchet
Lucia Salcone
Caterina Muscarello
Letizia Girolami
Marina Cavalieri
Aurora
Sconosciuto
Sara Centelleghe
Annaloro Larimar
Maria Esterina Riccardi
Silvana La Rocca
Margherita Colombo
Luisa Trombetta
Maria Cristina Pugliese»

 


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