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«Il radiologo non è solo un “fotografo”
Il futuro della diagnostica
è nell’iper-specializzazione»

INTERVISTA a Gianluca Testiccioli del centro Medica di Piediripa (Macerata): «Convinto a lavorare qui dalla presenza della Risonanza 3 Tesla, unica nelle Marche. L’immagine non deve essere mai distaccata dalla sintomatologia del paziente»
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Gianluca Testiccioli

 

Uno dei medici di punta del centro Medica è il radiologo Gianluca Testiccioli, che dopo il percorso di specializzazione in Radiodiagnostica all’Università di Pisa ed il conseguimento del diploma europeo in Radiologia (Edir), è stato assunto dall’allora Area Vasta 3, oggi Ast Macerata, svolgendo l’attività negli ospedali di Macerata, Camerino e San Severino fino al termine del 2023, occupandosi di radiologia generale, neurologica e di urgenza.

 

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La risonanza 3 Tesla

 

 

Dottor Testiccioli qual è il suo ruolo all’interno di Medica?

«Sono giunto a Medica per seguire la mia passione che riguarda in particolare la radiologia muscolo-scheletrica. Ho scelto questa destinazione perché mi sono subito reso conto che in questo centro potevo esprimere al meglio quelle che sono le mie potenzialità e la professionalità che ho acquisito nel percorso degli studi prima e nel lavoro ospedaliero poi».

 

 

Su quali apparecchiature mediche può contare e utilizzare al centro Medica?

«Quando mi è stato proposto di venire a lavorare a Medica l’appeal maggiore è venuto dalla possibilità di poter lavorare con un macchinario come la risonanza 3 Tesla che è unica nelle Marche. In molti lo hanno affermato in questi mesi, questa apparecchiatura ha vantaggi evidenti a livello di qualità dell’immagine e di risoluzione spaziale. Sebbene nella radiologia muscolo-scheletrica questo possa sembrare di secondaria importanza, la capacità di detezione di lesioni anche piccole aumenta notevolmente ed è quindi possibile fare diagnosi davvero molto precise e facilitare conseguentemente il successivo percorso terapeutico. Oltre a questa risonanza poi il parco apparecchiature presente in Medica è nel complesso di qualità elevatissima e nella nostra regione non esiste un centro medico che abbia un potenziale tecnologico così completo ed efficiente come quello presente qui».

 

 

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Nella sua professione cosa lo ha spinto ad abbracciare questa specializzazione?

«Sono cresciuto con la passione per la medicina trasmessa da mio padre Francesco, che è stato fino al 2015 primario ortopedico dell’ospedale di Camerino. Ho sempre avuto una predilezione particolare non tanto verso la chirurgia ortopedica quanto verso l’imaging ortopedico; da qui l’interesse che mi ha portato ad occuparmi di ecografia e radiologia in generale con attenzione verso la patologia addominale e, soprattutto, verso quella muscolo-scheletrica, cercando di coniugare una visione clinica e medica con le vaste potenzialità dell’imaging diagnostico. Con mio padre c’è una stretta collaborazione e condivisione di competenze diagnostiche e cliniche perché non dobbiamo scordare che noi radiologi non siamo solo dei “fotografi” che visionano immagini, ma abbiamo un background clinico e conoscenze di patologia che sono fondamentali per fare diagnosi. L’immagine non deve essere mai distaccata dalla sintomatologia del paziente e dalla sua anamnesi, sia prossima che remota».

 

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Lei segue però a livello diagnostico anche la patologia addominale.

«Sì, anche la parte più generica addominale e toracica rientra nelle mie competenze, pur restando il fatto che qui a Medica ho deciso di focalizzarmi maggiormente sulla diagnostica muscolo-scheletrica. Questo perché la diagnostica sta diventando sempre più iper-specialistica e credo che questo sia l’unico modo per garantire un servizio di elevata qualità al paziente. Il radiologo che fa tutto esiste ma andrà sempre più scomparendo in futuro, i dettagli fanno la differenza e la iper-specializzazione porta a questo».

 

 

Nell’ambito della radiologia muscolo-scheletrica quali sono i diversi scopi ed utilizzi delle varie metodiche?

«Le metodiche di base sono la radiologia tradizionale (Rx) e l’ecografia. L’Rx è utile per la valutazione di lesioni e fratture ossee, pur con determinati limiti: quando l’alterazione è di entità troppo esigua da non esser visualizzabile all’Rx, o quando è necessario approfondire qualcosa di già noto, si ricorre ad indagini Tc o Rm. L’ecografia serve per lo studio dei tessuti molli, in particolare tendini e legamenti, ed anche qui il secondo livello di approfondimento comprende la Rm: quest’ultima, seppur con una risoluzione spaziale minore della Tc, ha la capacità di valutare tutto con elevata sensibilità. In linea generale la risonanza è molto più sensibile per qualsiasi tipo di alterazione, ossea e non».

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Quali tipi di persone maggiormente si sottopongono a questo tipo di esami?

«In generale si è riscontrato un aumento degli esami diagnostici in questi ultimi anni; il paziente ha una cura maggiore della propria salute rispetto a tanto tempo fa, sia per un’informazione più capillare sia perché si sta radicando il concetto che la prevenzione è imprescindibile per evitare che le patologie peggiorino e diventi più difficile trattarle. Le persone che maggiormente effettuano questi esami sono gli anziani, che tendenzialmente soffrono di patologie degenerative e gli sportivi, che hanno patologie traumatiche o da overuse e che cercano risposte rapide e precise alle loro problematiche».

 

 

A Medica c’è un lavoro di equipe che la coinvolge.

«Assolutamente sì. Ci sono patologie che non rientrano unicamente nell’ambito muscolo-scheletrico e lambiscono altri settori, quindi massima collaborazione tra noi radiologi e pure con i colleghi delle altre discipline. In particolare, per quanto mi riguarda, con gli ortopedici ed i medici di famiglia che si affidano molto alle nostre competenze. Altra sinergia importante è quella coi tecnici: da radiologo io vedo ed interpreto le immagini che vengono acquisite dal tecnico che se altamente competente come in questo caso, può fare la differenza, rendendo il mio lavoro più efficiente e preciso».

 

Che passi avanti sono stati fatti in questo campo negli ultimi anni.

«Più velocità nell’acquisire le immagini, più qualità delle immagini e poi da parte nostra, grazie alla iper-specializzazione, un “colpo d’occhio” maggiore rispetto a chi questi esami li effettua in modo più marginale».

(Medica ringrazia Sergio Conti, consulente finanziario Banca Generali Private (sergio.conti@bancagenerali.it), per il sostegno alle nostre iniziative. Per informazioni consultare il sito www.medicamarche.it e i canali Facebook, Instagram e YouTube)

(Promoredazionale)

 

 


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