I beni culturali sono creature “vive” che vanno tutelate e, a volte, “curate”. Figure come quella di Giuseppe Di Girolami, lavorano proprio per diagnosticare lo stato delle opere, così da fornire tutti gli elementi utili al restauro. Un settore di nicchia e un’eccellenza del territorio ascolano che ora si muove su…quattro ruote grazie al sostegno di NextAppennino.
La società guidata da Di Girolami, la Art & Co srl, attiva ad Ascoli Piceno dal 2016 e nata come spin-off dell’Università di Camerino, si occupa di indagini scientifiche sul patrimonio culturale.
«Siamo partiti aggiudicandoci diversi finanziamenti prima del sisma, ma all’inizio non è stato facile: il nostro settore, molto specializzato, era ancora poco conosciuto nelle Marche. Oggi siamo tra i pochi in Italia a offrire questo tipo di servizi», spiega Giuseppe Di Girolami.
Le indagini scientifiche condotte dalla sua azienda sono fondamentali, ad esempio, per il restauro, per conoscere i materiali con cui sono stati realizzati dipinti o sculture e per individuare fenomeni di degrado.
«Con i fondi di NextAppennino abbiamo potuto realizzare un laboratorio mobile, acquistando un furgoncino attrezzato e una serie di strumenti portatili, come spettrofotometri, un radiografo e una termocamera, che ci permettono di effettuare analisi direttamente in situ, nelle chiese o nei musei – continua -. Senza il supporto di NextAppennino sarebbe stato difficile realizzare questi investimenti. Ora possiamo non solo migliorare le nostre prestazioni, ma anche ampliare il mercato e valorizzare un’eccellenza del territorio».
NextAppennino ha finanziato 1.377 progetti nel cratere sismico, per un totale di 500 milioni di euro di incentivi assegnati. La linea B1.3a, dedicata alle microimprese, vale da sola 92,3 milioni di euro per 828 domande finanziate, di cui 328 arrivano dalle Marche con risorse assegnate di 38,9 milioni di euro: centinaia di microimprese sono nate oppure hanno potuto svilupparsi e consolidarsi, anche in settori particolari come quello in cui opera Di Girolami.
«Il programma ha sostenuto investimenti davvero variegati, specialmente nelle articolazioni della microimprenditorialità che, per sua natura, rispecchia la fantasia dell’iniziativa individuale capace di assecondare le richieste di mercato o di esplorare nicchie di eccellenza – commenta il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli -. L’Appennino centrale ha le idee, noi abbiamo fornito le risorse e ci sono tutti gli elementi per affermarsi come modello virtuoso rispetto al tema del sostegno agli investimenti con risorse pubbliche. Attenzione, non parliamo di assistenzialismo, logica che dobbiamo rifuggire perché non sostenibile nel lungo periodo, ma di dare ossigeno a un tessuto sociale ed economico che ha sofferto molto il sisma, prima ancora la crisi economica, e poi le conseguenze negative della guerra e dell’inflazione. In Cabina di coordinamento anche insieme al presidente della Regione Acquaroli condividiamo la visione per cui la ricostruzione debba andare di pari passo con il rilancio economico e sociale, così da ricreare condizioni favorevoli per le comunità di oggi e di domani, e porre un freno al declino demografico».
L’effetto moltiplicatore degli investimenti sul territorio non si limita alle singole misure rivolte alle imprese. In provincia di Ascoli ricadono anche 74,6 milioni di investimenti della Macromisura A, che finanzia 82 progetti (tutti in corso, con il progetto approvato o già conclusi) di rigenerazione urbana, viabilità, rifunzionalizzazione di edifici e progetti orientati agli spazi per attività sportive, la cui attuazione passa per il grande impegno dei Comuni.
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