facebook rss

«Emanuela  uccisa perché donna, immersa in una società che non valorizza il lavoro dei centri antiviolenza» 

LA NOTA del gruppo femminista Marche "Moltopiù di 194",  portavoce di altre associazioni regionali, torna sulla tragedia di Ripaberarda, dove la 45enne ha perso la vita per mano del marito,  lo scorso 19 dicembre
...

 

«Emanuela Massicci, uccisa brutalmente nella propria casa, è l’ennesima vittima di femminicidio, in un Paese che continua a piangere le sue donne senza mai proteggerle davvero. Emanuela non è stata uccisa per errore, né per un raptus: è stata uccisa perché donna, perché immersa in una società che normalizza la violenza domestica, che non valorizza il lavoro dei centri antiviolenza (Cav) e che delega la sicurezza delle donne a un destino che si ripete tragicamente, giorno dopo giorno».

Con queste lapidarie parole il gruppo femminista marche “Moltopiù di 194”, facendosi portavoce di altre associazioni regionali, torna sulla tragedia che ha scosso il Piceno e l’intera nazione: l’uccisione da parte del marito della 45enne di Ripaberarda di Castignano, lo scorso 19 dicembre.

 

 

«Ogni volta che una donna viene uccisa – recita ancora la nota – ci affrettiamo a sottolineare il suo ruolo di madre, quasi a voler trovare una giustificazione che renda il crimine più grave, più inaccettabile. Ma Emanuela Massicci non doveva essere protetta perché madre. Doveva essere protetta perché persona.

Questa narrazione non fa che perpetuare l’idea che una donna abbia valore solo in funzione di altre persone: come madre, come moglie, come compagna o come sorella. La morte di una donna non può pesare di più o di meno a seconda del ruolo che ricopre nella società o della sua “utilità” agli occhi di chi resta. Il femminicidio è una tragedia perché esiste».

 

Nello snocciolare i dati (nel 2023, più di 120 donne, persone trans e persone lesbiche sono state uccise in Italia per mano di uomini), infine l’appello del movimento: «Uno Stato che non investe nella prevenzione, che non educa alle relazioni sane, che non ascolta le voci di chi lavora sul territorio, si rende colpevole ogni volta che una donna e una soggettività marginalizzata viene assassinata. Chiediamo giustizia per Emanuela Massicci. E per le persone che, in questo preciso istante, stanno vivendo nel terrore delle mura domestiche, o in solitudine nelle strade. È necessario un cambiamento strutturale che riconosca, finalmente, la violenza di genere come una priorità politica e sociale da affrontare subito. Ed un impegno collettivo che metta al centro le donne, le soggettività marginalizzate ed i loro bisogni. Ricordiamo il Numero Verde Nazionale 1522 che risponde h24 alle richieste di aiuto e fornisce informazioni relative ai centri antiviolenza presenti nel territorio italiano».

 

Omicidio a Castignano, si scava nel percorso di cura mentale di Malavolta

L’ultimo saluto a Emanuela Massicci: «Lei è per noi il “punto e a capo” di un modo di vivere senza violenza» (Foto)

Emanuela morta per lento dissanguamento a seguito delle botte subite dal marito


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X