di Lino Manni
Il derby che non c’è stato. Quella tra Samb e Atletico Ascoli è stata una partita che è finita prima di incominciare. O meglio. Non c’è stata partita perché la squadra di Palladini ha saputo spegnere sul nascere tutte le velleità degli ascolani. Non c’è stata partita perché la squadra di Seccardini non è riuscita a mettere in campo le sue geometrie e il suo gioco di squadra.
Un inizio contratto dell’Atletico Ascoli contro una Samb che aspetta la mossa dell’avversario prima di muoversi. All’inizio si è visto solo qualche intervento più sulle gambe che sul pallone da parte dei ventidue in campo. La paura di sbagliare dominava sul terreno del Riviera.
Alla fine ha avuto la meglio la squadra con maggiore esperienza, forte del primato in classifica e di un pubblico (5.842 spettatori) che l’ha incitata per tutti i novanta minuti. I gol, 4, forse un po’ troppi sia per la Samb che l’ha fatti, che per l’Atletico Ascoli che li ha presi. Reti che hanno prodotto solo l’urlo liberatorio della curva nord.
La prima rete scaturisce da una situazione caotica e convulsa. Un calcio di punizione dal limite per la Samb che vede solo l’arbitro. Inutili le proteste dei bianconeri e vantaggio dei padroni di casa. Il pallone calciato da Guadalupi è perfetto e il portiere Galbiati può solo guardare la sfera che finisce in fondo al sacco. La reazione dell’Atletico Ascoli è come quella di un pugile colpito da un gancio destro (o di sinistro….fate voi).
Il tiro cross di Vechiarello sembra la “littorina” che non ferma a San Benedetto ma a Porto d’Ascoli dove Ciabuschi e Minicucci non trovano la coincidenza. C’è invece la coincidenza del secondo tiro in porta dei rossoblù con il secondo gol. Fatale per il portiere ascolano la deviazione sul tiro di Battista. Il primo tempo si chiude qui.
Nella ripresa l’Atletico Ascoli lascia da parte il timore e reagisce. Minicucci crea due brividi nell’arco di tre minuti ma è un fuoco di paglia. La Samb si comporta come il gatto con il topo, tormentando l’avversario più debole sapendo di poterlo battere quando si vuole. Lascia giocare l’Atletico Ascoli e colpisce quando vuole sfruttando al massimo ogni occasione creata.
In pratica la Samb, nei novanta minuti di gioco, ha tirato 4 volte in porta capitalizzando al 100 per 100. Al fischio finale i ricordi più belli che restano sono il gol di ottima fattura di Lonardo e l’eurogol sfiorato da Maio. Ed ora Samb e Atletico Ascoli riprenderanno, ognuno, la propria strada.
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