facebook rss

Escalation di violenza nella società contemporanea: parla il criminologo ascolano Nello Giordani

ASCOLI -  «La perdita di umanità è arrivata fino a noi, nei piccoli centri» afferma l'esperto, nello spiegare i termini di "homo monitor" e di "narcisismo collettivo" che regolano ormai ogni aspetto del vivere sociale
...

 

di Filippo Ferretti

 

La violenza, quella efferata, che porta a massacrare esseri umani a mani nude, è arrivata nei nostri luoghi, zone di matrice rurale, appartenenti ad un territorio che neanche un mese fa festeggiava la propria sicurezza in seguito ad un sondaggio nazionale (leggi qui).

 

Nello Giordani

Come è possibile essere arrivati a questo punto? Prima di capire la genesi dell’escalation della brutalità e efferatezza è doveroso analizzare variabili disfunzionali che vanno combattute. Sugli episodi di cronaca che hanno investito recentemente il territorio ascolano interviene il sociologo e criminologo Nello Giordani che evidenzia come, negli ultimi decenni, anche i borghi, i luoghi più piccoli e i territori meno abitati sono diventati possibili scenari di devianza e di violenza.

 

 

Tra i motivi che hanno scatenato questa trasformazione è la de-umanizzazione, che vede la sua radice nel trionfo di un universo biomediatico che induce le persone a dialogare con le macchine finendo con lo svuotare le persone della loro autenticità.

 

 

«Viviamo nell’epoca delle immagini, dove la parola è stata sostituita dalle icone: è la neo-idolatria del XXI secolo, siamo diventati homo monitor» esordisce Giordani, certo che gli esseri umani oggi parlino con i monitor, ovunque, ogni giorno.

 

 

«I media di massa mostrano giornalmente e ossessivamente immagini di violenza cruenta, spietata; ciò attrae il pubblico e diffonde un narcisismo collettivo» prosegue l’esperto, che evidenzia come le menti meno avvedute assimilino l’assunto molto semplice che vuole la soluzione delle incomprensioni e dei conflitti nella violenza. D’altronde, esempi illustri insegnano.

 

«In televisione anche le persone importanti fanno così: onorevoli, grandi personaggi dello spettacolo. La tracotanza si diffonde inevitabilmente anche nei piccoli centri urbani dove prima il dialogo “faccia a faccia” era la sostanza della relazione amicale e affettiva, nonché lo strumento per la soluzione dei conflitti» aggiunge il professionista ascolano, mettendo in evidenza che nella nostra epoca il sillogismo è facile: “Se non posso avere ciò che voglio, me lo prendo con la forza”. E rimarca che i meccanismi mentali sono fomentati e istigati dai media di massa: “Tu vali!”. “Hai diritto ad avere ciò che desideri”. “Tu sei importante”.

 

 

Dunque, i nostri simili divengono strumenti per la soddisfazione dei nostri desideri: l’altro è un mezzo, non un fine.

«Tutto è fondato sul calcolo utilitaristico, sulla logica del tornaconto personale. Il passaggio all’atto, in tali contesti culturali, è automatico» conclude Giordani, riportando il nuovo aberrante assunto strutturale nelle relazioni d’amore, che non è più: “Ho bisogno di te perché ti amo”, ma si è trasformato in un altro più crudele: “Ti amo perché ho bisogno di te”.Vale a dire “Ti voglio bene perché tu servi”.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X