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Morto il giornalista Rino Tommasi: da ragazzo visse a San Benedetto, appassionato della Samb

AVEVA 90 ANNI, CELEBRE giornalista sportivo, telecronista indimenticabile di boxe e tennis col collega Gianni Clerici, la sua figura è legata alla Riviera dove visse da bambino e mosse i primi passi nello sport fra tennis e la Samb
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Rino Tommasi

 

Una delle penne e delle voci più importanti nella storia del giornalismo sportivo italiano: è morto a 90 anni Rino Tommasi, che nel corso dei decenni, con le sue telecronache su boxe e tennis, ha reso indelebili i ricordi di milioni di italiani. Dotato di grande memoria, citazioni, ma anche una cultura che esulava dal solo campo sportivo, Tommasi aveva composto insieme a Gianni Clerici la più nota coppia di commentatori del tennis: garbo, ironia, competenza, facevano delle loro telecronache un evento nell’evento.

 

Nato nel febbraio 1934 a Verona, figlio di Virgilio Tommasi, atleta che ha partecipato alle Olimpiadi del 1924 e 1928 nel salto in lungo, la famiglia Tommasi si era trasferita nel dopoguerra a San Benedetto, dove il piccolo Rino aveva poi frequentato il Liceo Scientifico. E in quegli anni aveva iniziato l’attività nel tennis, nell’unico campo in terra rossa all’epoca presente, di fianco alla Palazzina Azzurra, come amava ricordare quando era invitato in anni recenti dagli amici del Circolo Tennis Maggioni. Aveva poi proseguito con l’attività agonistica, classificandosi in Seconda Categoria e vincendo per 4 volte il titolo di campione universitario e vincendo due medaglie di bronzo ai Giochi Studenteschi.

 

Giornalista dal 1953, aveva scritto per La Gazzetta dello Sport, Tuttosport, Il Messaggero e Il Mattino e negli anni ’80 Berlusconi gli assegnò la direzione della redazione sportiva di Canale 5: così, oltre a memorabili telecronache su tennis e boxe, portò in Italia la visione del football americano e della Nba delle stelle dell’epoca.

 

Ma mantenne sempre uno stretto legame con San Benedetto e anche la Samb: ricordava a memoria le formazioni rossoblù di quegli anni e snocciolava nomi, cognomi e ruoli. Celebre fu la sua partecipazione, sul palco di Piazza San Giovanni Battista, alla festa promozione in Serie C, al fianco di Luciano Gaucci.

 

«Avevo lo sport nel sangue – ha commentato in una recente intervista – anche perché, oltre a mio padre, anche mio zio partecipò a una edizione delle Olimpiadi, nel 1932. Il primo 10 che presi a scuola fu su un tema sportivo: commentavo la disgrazia del Grande Torino, frequentavo il secondo anno del Liceo Scientifico a San Benedetto del Tronto dove ho vissuto cinque anni».

 


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