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Accorpamento di Ginecologia e Ostetricia del Piceno, i consiglieri di opposizione di Ascoli interrogano il sindaco

ASCOLI - Gli esponenti del Partito Democratico, di Ascolto & Partecipazione e di Ascoli Bene Comune scendono in campo, coinvolgendo il primo cittadino ascolano, per affrontare l'argomento di cui, al momento, nessuno ha conferme ma nemmeno smentite
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Gli ospedali “Mazzoni” di Ascoli e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

 

«Quale futuro per i reparti di Ginecologia e Ostetricia nel Piceno?»

A chiederselo, o meglio, a sottoporre il quesito al sindaco di Ascoli, sono i consiglieri comunali di opposizione del capoluogo piceno del Partito Democratico, di Ascolto & Partecipazione e di Ascoli Bene Comune.

 

«Nell’interrogazione presentata scrivono Ameli, Cappelli, Dominici, Luzi, Marcucci, Nardini e Procaccinisi chiede di conoscere se c’è la volontà da parte dell’Ast picena di unificare i reparti di Ginecologia e Ostetricia in un unico stabilimento ospedaliero.

Ed in questo caso, si  chiede di chiarire quale ospedale sarà scelto per ospitare il reparto unificato e quali criteri siano stati adottati per determinare questa scelta. Infine, si domanda se i sindaci dei Comuni della provincia siano stati coinvolti nella discussione e se il progetto sia stato condiviso con loro».

 

Insomma, i consiglieri di opposizione del Comune di Ascoli scendono in campo, coinvolgendo il primo cittadino ascolano, per affrontare l’argomento di cui, al momento, nessuno ha conferme ma nemmeno smentite (leggi qui).

 

«Con sempre maggiore insistenza – si legge nella nota dei consiglieri – si parla di un possibile accorpamento delle Unità Operative Complesse  di Ginecologia e Ostetricia attualmente presenti presso gli ospedali “Mazzoni” di Ascoli Piceno e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto.

Tale ipotesi potrebbe essere giustificata dalla diminuzione delle nascite registrata su scala nazionale, che si riflette anche nella nostra provincia: nel 2024, infatti, i nuovi nati sono stati 1133.

Tuttavia, una decisione di questa portata richiede trasparenza, condivisione e il coinvolgimento delle istituzioni locali, considerando l’impatto significativo che avrebbe sull’accesso ai servizi sanitari per i cittadini della provincia.

Ad oggi, nonostante sia trascorso un anno dall’istituzione dell’Ast picena, l’atto aziendale,  documento indispensabile per chiarire l’organizzazione e le strategie della sanità locale, non è ancora stato approvato e quindi reso pubblico.

Riteniamo fondamentale che decisioni di tale portata vengano prese attraverso processi trasparenti e condivisi, con il pieno coinvolgimento dei territori interessati e nell’interesse primario delle comunità locali. Chiediamo quindi al sindaco di farsi portavoce delle istanze dei cittadini, garantendo una gestione partecipativa e responsabile della sanità provinciale». 

 

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