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Il negozio di Ottavina, una storia lunga quasi 70 anni che ha battuto anche sisma e covid

ACQUASANTA TERME - Una realtà nata in un'altra epoca, nel 1959, quando lei aveva solo18 anni e qui tutto era diverso. Nel tempo divenuta una vera e propria istituzione tra cartoleria, profumi ed erboristeria. Quando il commercio era più umano e meno distante. La sinergia con la figlia Morena e il rischio chiusura prima per la concorrenza della grande distribuzione, poi per il terremoto. Dopo la delocalizzazione, il ritorno nella vecchia sede in centro storico e la rinascita
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di Luca Capponi 

 

Matite, gomme, fogli protocollo per i compiti in classe, caramelle. Ma anche penne per segnare il travertino, una volta utilizzate da chi, per secoli, lavorava la pietra che più caratterizza questo territorio. In un’epoca, siamo alla fine degli anni ’50, dove lo spopolamento non aveva ancora manifestato la sua ombra, anzi. Acquasanta Terme pullulava di gente, le vicine terme attiravano persone da ogni dove, molti delle quali giungevano qui in corriera, ed in zona vivevano tanti signorotti che portavano ricchezza.

Ottavina negli anni ’90

 

All’inizio, però, il negozio di Ottavina Gandini non era una cartolibreria, quello accadde dopo, negli anni ’70, quando fu il primo esercizio commerciale di questo tipo a vedere la luce in paese. Dapprincipio vendeva solo profumi. Lei, cresciuta in una famiglia di commercianti, aprì l’attività tra le vie del centro che aveva appena 18 anni. Oggi, a 83 primavere, Ottavina è ancora lì, tra i banchi del suo vecchio negozio, dove sono passate generazioni di acquasantani e non.

 

«Non manca mai, è sempre lei che comanda», scherza la figlia Morena, che tra scatoloni e scaffali è nata e cresciuta, divenendo braccio destro della mamma, nel frattempo assurta a vera istituzione. Non solo profitti, ma soprattutto umanità, vicinanza, consigli.

 

«Negli anni ha fatto di tutto, truccato spose, venduto profumi, prodotti di erboristeria e soprattutto libri e cancelleria a centinaia di bambini, poi cresciuti e divenuti adulti, tra cui anche l’attuale sindaco Sante Stangoni – ricorda Morena-. In tanti hanno portato qui anche i loro figli e nipoti, ricordando sempre con affetto questo luogo».

 

«I tempi sono innegabilmente cambiati, prima i bimbi entravano anche per passare il tempo in attesa del bus, c’erano tante scuole aperte nei dintorni, c’erano più liberta ed altrettanta responsabilità – continua -. Oggi fanno tutto i genitori, la situazione è meno conviviale, le relazioni sono diverse, a volte si ha l’impressione di disturbare anche solo salutando il cliente quando entra».   

Con la figlia Morena e il sindaco Stangoni

 

Tutti qui conoscono il “negozio di Ottavina”. Ancora oggi, dopo mille difficoltà. L’apertura delle grandi distribuzioni e dei centri commerciali, la concorrenza, l’esodo verso la città. Poi il terremoto, il covid e tutta una serie di variabili che, inevitabilmente, hanno portato ad un calo drastico dei fatturati. Resistere è la parola d’ordine.

 

«Stavamo per mollare, preda dello scoramento e degli effetti del sisma – prosegue Morena -. Dopo le scosse ci hanno donato una tenda ed abbiamo lavorato da lì, ma è stata dura». 

 

Una sofferenza ripagata dalla grande gioia di essere di nuovo nel locale delle origini, a chiudere il cerchio proprio nello storico negozio, finalmente tornato agibile a ridosso del Natale. Una sorta di ripartenza, non meno densa di emozione.

 

«Ancora ricordo le tante corse fatte la sera alle 19 per comprare il quadernone – conclude il sindaco Stangoni -. Quella di Ottavina è una vita dedicata a servire e dare servizi a tutta la cittadinanza. La forza, l’amore per il proprio lavoro l’hanno portata a ritrovare nuovamente quel negozio che l’ha accompagnata dal 1959, ed oggi è di nuovo qui a servire i suoi compaesani. La ringrazio per quello che ha dato e darà ancora per Acquasanta e le faccio un in bocca al lupo per questa nuova avventura».

 


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