di Peppe Ercoli
Ascoli Piceno – L’assessore allo sport del Comune di Ascoli, Nico Stallone e l’ex sindaco Piero Celani sono stati ascoltati in qualità di testimoni nel processo all’ex presidente dell’Ascoli Calcio, Roberto Benigni. L’accusa nei confronti di Benigni è di bancarotta fraudolenta, a seguito del fallimento della società bianconera, dichiarato il 17 dicembre 2013.
Celani, rispondendo alle domande dell’avvocato difensore Sara Pagnoni, ha ricordato i lavori effettuati allo stadio Del Duca nel 2005 per adeguarsi alle normative di sicurezza del decreto Pisano e del decreto Amato.
«Lo stadio aveva problemi di agibilità, soprattutto riguardo alle norme antincendio. L’Ascoli Calcio si fece carico degli interventi urgenti, tra cui l’installazione dei tornelli agli ingressi, il rifacimento dell’impianto di illuminazione, la riqualificazione del manto erboso e l’installazione di un sistema di videosorveglianza» ha spiegato Celani, sottolineando che le conferenze di servizio per l’approvazione degli interventi si svolsero senza particolari contenziosi tra Comune e società calcistica, definendo l’Ascoli Calcio «un patrimonio per la città».
Nico Stallone, ex responsabile del settore giovanile dell’Ascoli Calcio dal 2010 al 2014, ha invece parlato della gestione della scuola calcio e del settore giovanile. Ha spiegato che le famiglie dei bambini di età compresa tra 6 e 13 anni versavano una quota per frequentare la scuola calcio, mentre i giovani più promettenti entravano nel settore giovanile, le cui spese erano interamente coperte dalla società.
«Il nostro settore giovanile era ben strutturato e collaboravamo con società affiliate in tutta Italia», ha dichiarato Stallone. «Su 150 giovani calciatori, abbiamo avuto risultati eccellenti: Orsolini è arrivato in serie A e in nazionale, cinque hanno giocato in Serie B, tredici in Serie C e sessanta in Serie D». Stallone ha inoltre ricordato i rapporti importanti stretti con società di spicco come la Juventus, alla quale venne ceduto proprio Orsolini.
Secondo la Procura, Benigni, che ha ricoperto il ruolo di amministratore unico dell’Ascoli dall’11 gennaio 2005 al 28 marzo 2008 e quello di presidente del CDA fino al 31 luglio 2009, avrebbe contribuito al dissesto societario mediante la falsificazione dei bilanci relativi alle stagioni calcistiche dal 2005/06 al 2011/12. Questa falsificazione, sempre secondo l’accusa, avrebbe celato la reale situazione economico-patrimoniale della società, mascherando un pesante deficit che avrebbe richiesto un’immediata e consistente ricapitalizzazione.
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