di Pier Paolo Flammini
Non era evitabile, razionalmente, la cessione di Edoardo Lonardo all’Atalanta, società che negli ultimi anni è stata ai vertici del calcio italiano e che ora punta anche ad affermarsi come realtà europea, grazie alla vittoria della Europa League nella scorsa stagione e agli ottimi risultati raggiunti nella prima fase della Champions League attuale.
Contratto di cinque anni per il giovane attaccante (8 gol e 5 assist nell’attuale campionato), una cifra che si aggira attorno ai 400 mila euro più bonus per la Samb: tanto, troppo. Senza dimenticare che se la società di Vittorio Massi si fosse imposta di trattenere Lonardo per, magari, venderlo a giugno, con tutti i rischi connessi, non è detto che la testa del calciatore sarebbe stata tanto d’accordo. Dunque, al di là dei critici, la scelta è stata giusta.
Scelta che ci porta a ragionare su alcuni aspetti, cosa che faremo di seguito, anche se occorrerà muoversi nel breve termine, post-ponendo il medio e lungo termine perché il calcio, nelle piazze calde, funziona così, piaccia o meno. Ovvero rimpiazzare al più presto Lonardo. La settimana prossima, a meno di clamorosi dietrofront, la Samb ufficializzerà l’arrivo di Alessandro Sbaffo, attaccante di 34 anni, a un passo dal vestire la maglia rossoblù già la scorsa estate. Giocatore ritenuto il più forte dell’intero girone, ma infortunato nel girone di andata, con 4 gol in 6 presenze (3 su rigore) e ultima volta in campo per una manciata di minuti a inizio novembre. Sbaffo era dato rientrante il 12 gennaio proprio contro la Samb, se non già il 5 a Fermo, ma sarà ancora assente. I dubbi sulle sue condizioni fisiche, ovviamente al vaglio della Samb, non fanno venir meno il valore del calciatore che assieme a Eusepi andrebbe a comporre la coppia di attaccanti più forte del girone, seppur un po’ avanti con l’età (70 anni in due, oggi Eusepi ha compiuto 36 anni).
Senza dimenticare che la Samb ha anche Moretti, 205 minuti in campionato, 295 compresa la partita di Coppa contro la Vigor Senigallia, 2 gol complessivi. Ma l’addio a Lonardo segna un ulteriore elemento potenziale a sfavore della Samb, legato alla regola degli under: come detto da quando Palladini cambiò assetto di gioco mettendo Lonardo titolare, avere un attaccante di livello nella pattuglia degli under è sicuramente un elemento di vantaggio rispetto agli avversari, e non è un caso che Palladini vinse il campionato nel 2016 grazie all’attaccante under Lorenzo Sorrentino (11 gol).
La mossa di Lonardo aveva consentito anche di schierare Zini terzino, con gli evidenti benefici per la squadra: difesa così impenetrabile e un apporto in fase offensiva notevole. Sulla fascia, sicuramente a Recanati, giocherà Zoboletti, notevole per la sua età (2005), ma più difensore che terzino di spinta. Ma resta la necessità di un attaccante under, classe 2006: sia per comporre il quartetto di centravanti necessario per un attacco schierato con due punte centrali, sia per garantire flessibilità nella gestione degli under, avendo come 2006 il solo Tataranni in alternativa al portiere Orsini. L’obiettivo dichiarato è Flavio Ferrari, cartellino del Bologna in prestito all’Avezzano, già tre gol e una sequela di ottime prestazioni. Ma l’Avezzano non vuole cederlo anche se la partenza di Lonardo potrebbe influenzare la trattativa, perché ovviamente si aprono spazi maggiori al suo eventuale impiego e dunque alla ulteriore valorizzazione.
Andiamo ora a due argomenti che non riguardano il calcio giocato. Il primo è la mossa di mercato: negli ultimi 30 anni, a nostra memoria, solo una volta la Samb è riuscita a muoversi allo stesso modo: fu la cessione dell’attaccante Daniele Morante al Verona, nell’estate 2007, per un valore di 500 mila euro. In tutte le altre occasioni i giocatori hanno semplicemente risolto il contratto con la Samb o si sono accordate con nuove società a fine stagione: il caso più clamoroso fu quello dell’attaccante Leonardo Mancuso, capocannoniere del campionato, che la società di Fedeli non si affrettò, su questo molto meno all’erta di Massi, a blindare con un contratto pluriennale (come fatto con Lonardo e di recente il portiere Orsini) e vide andare al Pescara senza incassare un centesimo.
Per tornare a movimenti simili a quello avuto con l’Atalanta, bisogna tornare addirittura a trent’anni fa, quando l’allora presidente Venturato si giovò della covata di campioncini del settore giovanile e riuscì a monetizzare fino a quando, sopraggiunto il fallimento, perse l’ultimo treno (con Visi e altri calciatori). Ma prima si ricordano i Cudini, Saggiomo, Fanesi, Vecchiola, Parlato e lo stesso attuale allenatore Palladini, che fu acquistato dal Pescara.
C’è dunque la possibilità che la vendita di Lonardo si ricongiunga simbolicamente con quel periodo, per sancire che il trentennio di dolori è finito, prima ancora che la società di Vittorio Massi possa fregiarsi di titoli vinti sul campo.
L’affare-Lonardo è anche un passaggio che fa capire quanto importante sia il settore giovanile per la Samb: al momento non si segnalano giovani provenire dalla Juniores rossoblù: è una questione di tempo, certo, e di organizzazione, e anche della necessità di approdare in Serie C per innalzare l’attrazione della maglia rossoblù e riuscire a lanciare ragazzi in prima squadra.
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