E’ stato reso pubblico, dall’associazione A.Pro.S.I.R. (presidente Adamo De Amicis), il Report del quarto anno di attività del Centro Anti Violenza “Oltre il Genere” di San Benedetto che accoglie le vittime di violenza domestica ed affettiva, oggi estromesse da ogni forma di tutela: gli uomini e le persone di genere Lgbt, a differenza dei Centri Anti Violenza convenzionali, che accolgono solo donne.
IL REPORT – Dal 28 dicembre 2023 al 28 dicembre 2024 si sono rivolti al call center di “Oltre Il Genere”, 179 persone, tutte di nazionalità italiana (alcuni nati in Italia da genitori stranieri).
Di questi 165 erano uomini (il 91%) 16 erano donne (il 9%).
MOTIVI DELLA CHIAMATA – Su 16 donne, 14 (l’87%) si sono rivolte al Cav per chiedere aiuto per se stesse: 12 donne lesbiche (75%), per problemi con le partner; 2 donne etero (12%) per problemi col partner (le abbiamo convogliate ai Centri Antiviolenza convenzionali); altre 2 donne (13%) ha chiesto aiuto per uomini del loro ambito amicale che subivano violenza: tutti e due gli uomini segnalati sono stati presi in carico.
ORIENTAMENTO SESSUALE – Dei 165 uomini, 140 erano eterosessuali (il 79% dell’intero campione di 177 persone che hanno chiesto aiuto), 37 persone del totale di 177 (il 21%) ha dichiarato di essere omosessuale, 25 gay e 12 lesbiche.
ETA’ E PROVENIENZA – L’età maggiormente rappresentata era compresa nella fascia d’età 40-59 anni.
La zona dell’Italia maggiormente rappresentata è stata anche quest’anno il Centro Italia, con il 48% di richieste di aiuto. A seguire il Nord con il 28% delle chiamate; poi i Sud con il 24% delle richieste di aiuto. Le Regioni più rappresentate sono state: le Marche con il 35% di richieste di aiuto da parte di uomini vittima di violenza; l’Abruzzo con il l’12%; il Veneto e il Lazio entrambi con l’8%
STATO CIVILE – Nel gruppo di 165 uomini (etero e gay insieme) lo stato civile maggiormente rappresentato è stato quello dei coniugati/conviventi in fase di separazione (33%); a seguire gli uomini che vivono all’interno di una relazione stabile: i coniugati (26%), i conviventi (23%) e a seguire i già separati (18%). Nel gruppo delle 12 lesbiche, lo stato civile maggiormente rappresentato è stato quello delle conviventi: 8 donne pari al 67%; a seguire quello delle conviventi in fase di separazione: 4 donne pari a 33% del gruppo di lesbiche.
Il 90% dell’intero campione aveva figli: 266 figli di cui 243 minori su 160 persone. Tutti i 243 minori sono stati esposti alle violenze ed angherie familiari (violenza assistita).
CHI E’ IL CARNEFICE – I 140 uomini etero hanno subito violenza da partner donne, 12 donne lesbiche hanno subito violenza da partner donne, 25 uomini gay hanno subito violenza da partner uomini.
TIPI DI VIOLENZA – Nel gruppo dei 140 uomini , il 32% ha subito solo violenza psicologica dalle partner donne, il 68 % dei casi anche violenza fisica. Nel gruppo dei 25 uomini gay il 16% ha subito solo violenza psicologica dai partner uomini, nell’ 84% dei casi anche violenza fisica. Nel gruppo delle 12 donne lesbiche, il 25% delle donne ha subito solo violenza psicologica dalle partner donne, nel 75 % dei casi anche violenza fisica.
Da una sommaria comparazione sembrerebbe che alcune caratteristiche di violenza siano peculiari alla donna.
Sono 5 le modalità per espletare violenza: Ferire con forbici, coltelli, oggetti appuntiti” (19% delle donne violente e nessuno nel gruppo dei 25 uomini violenti. 2 – Calunnie con la cerchia amicale e lavorativa (84% delle 152 donne violente e nel 35% degli uomini violenti). 3 – Minacce di togliere i figli e non farli più vedere, anche attraverso la costruzione di false denunce (75% delle donne e 3% degli uomini). 4 – Minacciare di uccidersi, o altri gesti di autolesionismo (64% delle donne e 30% degli uomini). 5 – Essere registrati e filmati in prospettiva di costruire accuse di violenza (62% delle donne e 3% degli uomini).
“Oltre il Genere” è stato attivato nel 2020 dalla psicoterapeuta Antonella Baiocchi, nel periodo in cui è stata assessore alle Pari Opportunità del Comune di San Benedetto (2016-2021), in cui avviò una battaglia di contrasto alla prospettiva unidirezionale della violenza, a favore della prospettiva bidirezionale, riportando l’attenzione sulla persona attribuendo la violenza a tutti i Generi, quindi anche alle donne.
«Il Report mette in luce inequivocabilmente che la violenza non ha genere – commenta Antonella Baiocchi – e che vittime possono essere anche gli uomini e carnefici possono essere anche le donne: l’86% delle 177 persone che abbiamo aiutato nel 2024 (152 persone), ha subito violenza da donne.
Ad ulteriore testimonianza che la violenza non ha genere, quest’anno abbiamo avuto il valore aggiunto di aver aiutato persone di diverso orientamento sessuale: oltre ai 140 uomini etero, che hanno subito violenza da partner donne, abbiamo aiutato anche 25 gay che hanno subito violenza da partner uomini e 12 lesbiche hanno subito violenza da partner donne».
Il potere particolare di sfatare la stoltezza della unidirezionalità della violenza arriva soprattutto dai dati inerenti le 12 lesbiche che si sono rivolte al Centro a causa della violenza che subivano dalle loro partner. Commenta a riguardo la Baiocchi: «Se le donne fossero incapaci di violenza, come si ostina ad imporre il politicamente corretto, le coppie lesbiche dovrebbero essere il talamo dell’amore e dell’armonia.
Il nostro Report (in linea con centinaia di ricerche internazionali)1 mette in luce invece che la violenza nelle coppie lesbiche è la medesima che si rileva nelle coppie etero, attuata per di più con modalità che non differiscono significativamente da quelle solitamente attribuite solo agli uomini».
«Il mancato riconoscimento della bidirezionalità della violenza comporta gravissime conseguenze di salute e sicurezza pubblica – aggiunge Mara Vena, operatrice antiviolenza e coordinatrice del call Center – il nostro Centro Anti Violenza è un prototipo embrionale che si sostiene col volontariato e il Governo dovrebbe attivarsi per colmare questa lacuna, prevedendo in tutta Italia Centri Anti Violenza accessibili anche agli uomini».
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