di Pier Paolo Flammini
Torniamo per l’ultima volta – speriamo – sul tema del sentiero dell’Area Brancadoro chiuso da circa un mese con un cancello, anche se nelle ultime due partite casalinghe della Samb, per consentire ai tifosi che parcheggiano sulla Statale 16 di raggiungere lo stadio, i cancelli sono stati aperti e il sindaco Antonio Spazzafumo ha pagato di tasca sua degli steward.
Il problema nasce a seguito dell’acquisizione dell’area da parte della Sideralba di Luigi Rapullino nel gennaio 2023, all’asta fallimentare (clicca qui); lo stesso Rapullino, in vista del cantiere per realizzare delle attrezzature temporanee per eventi estivi, dichiara di non potersi assumere la responsabilità civile e penale per eventuali incidenti (clicca qui). Chiusura dei cancelli che non ostacola solo – o tanto – i tifosi della Samb ma principalmente gli studenti dell’Iis “Guastaferro” (clicca qui) che vengono lasciati dal pullman sulla Statale (con la concomitante chiusura di via San Pio X il percorso a piedi per raggiungere la scuola, dalla fermata dell’autobus, supera di gran lunga i 20 minuti di cui buona parte sulla Statale 16 senza marciapiede).
Dispiace tornare su questo argomento ma poiché lo scrivente già un mese fa ha potuto mostrare dei documenti catastali e successivamente illustrare come si sia risolta la questione in situazioni cittadine analoghe, crediamo sia il caso di tornarci di fronte alla mancanza di informazioni precise da parte dell’Amministrazione Comunale (e chi altri può o dovrebbe farlo dopo oltre 40 giorni?). Il “caso” è finito anche in Consiglio Comunale con una interrogazione di Luciana Barlocci, ma il sindaco Spazzafumo rispose che gli uffici stavano ancora cercando documentazione. Oltretutto, e lo si capirà leggendo di seguito, probabilmente la ricerca avviene al contrario di come dovrebbe.
Nel documento che qui pubblichiamo, ovvero la mappa catastale dell’Area Brancadoro, emergono alcuni elementi da noi evidenziati.
In giallo, partendo dall’alto, ovvero dalla Statale 16, il sentiero sterrato che unisce (univa?) la Statale alla zona dello stadio per giungere esattamente all’ingresso del “Guastaferro”.
Le mappe catastali hanno dei segni e simboli da decifrare. Se ci rifacciamo alle “Norme per il disegno delle mappe catastali e per l’uso dei relativi segni convenzionali“, facilmente reperibile on line (edizioni 1970), allora troviamo alcune definizioni interessanti che riguardano proprio quel sentiero.
Qui leggiamo alcune definizioni che possono riguardare il sentiero che collega la Statale 16 al “Guastaferro”: “Le strade (statali, provinciali e comunali) o soggette a servitù pubblica (vicinali) si rappresentano in mappa con linea continua strade pubbliche corrispondente ai limiti della loro sede”.
“Le strade anche di uso pubblico (mulattiere e sentieri) di larghezza inferiore a mm. 1 sempreché abbiano carattere di stabilità e siano di rilevante importanza nel sistema viabile locale si rappresentano con una linea tratteggiata“.
La linea che taglia l’Area Brancadoro, dalla Statale 16 verso est, è inizialmente continua e tratteggiata (fino al cerchio rosso che abbiamo sovrapposto): questa sta a significare con ogni probabilità una servitù nei confronti della particella di terreno denominata “123” poiché, effettivamente, il precedente proprietario di quella particella, per raggiungere la Statale, doveva per forza transitare nel sentiero tra le particelle “125” e “35“. Ovviamente la situazione è cambiata con l’acquisto di Rapullino, poiché i proprietari sono stati unificati in una sola figura e dunque la servitù precedente va a decadere.
Ma c’è anche il diritto di chi deve scendere dalla Statale 16 per giungere in Viale dello Sport, che non cambia con l’acquisizione di Rapullino. Tra l’altro si tratta di un passaggio che poi, col sottopasso ferroviario sempre percorribile a piedi, giunge fino alla zona del lungomare.
Attenzione però: nella mappa la linea prima tratteggiata e unita diventa una doppia linea tratteggiata. Si rientra con ogni evidenza nella seconda definizione: strada anche di uso pubblico (sentiero) che abbiano un carattere di stabilità e di rilevante importanza nel sistema viabile locale.
Se il tragitto di decine o centinaia di studenti ogni giorno, da 40 anni, non è ritenuto stabile e rilevante, certo il sentiero può essere chiuso. Ma non ci sembra logico.
L’Amministrazione Comunale, per bocca del sindaco, starebbe cercando dei documenti che comprovino l’esistenza di (inesistenti, riteniamo noi) diritti reali su quel tratto che comprovino delle servitù private che impongano l’apertura del cancello. Una ricerca vana e al contrario: semmai, dovrebbero essere cercati dei documenti che consentano la chiusura della strada a fronte ai documenti da noi riportati.
E dunque il sentiero dovrà per forza rimanere in quel punto anche con un cantiere avviato e poi a conclusione dell’intero “San Park”? No, potrebbe essere spostato intanto temporaneamente, e poi definitivamente, garantendo però il passaggio. D’altronde, va ricordato, durante la presentazione del San Park avvenuta un anno fa si era garantito che l’ingresso al parco sarebbe stato gratuito.
Ulteriori macchinose soluzioni dovrebbero essere dettagliatamente spiegate – anche perché l’Amministrazione è ora rafforzata dalla presenza di un assessore con delega proprio alla Viabilità – e non decise fra quattro mura. E dovranno tener conto della documentazione esistente (e non di quella inesistente perché ovviamente cercata e non trovata).
VIA GOLGI Per far capire come in altri ambiti si sia mosso il Comune di San Benedetto, in situazioni analoghe (sentiero che dalla Statale 16 si collega a una strada chiusa), guardiamo al caso di via Golgi. Fin dagli anni ’80 il collegamento pedonale con la Statale 16 avveniva attraverso un sentiero di campagna, che attraversava aree coltivate. La successiva urbanizzazione degli anni ’90 ha cancellato le tracce della campagna e anche quel sentiero: ora vi sono strade, abitazioni, edifici commerciali.
Tuttavia coloro che sono diventati proprietari di quell’area, che hanno adibito per una parte a parcheggio privato, non hanno potuto chiudere il passaggio: vi è infatti un cancello che tutti possono attraversare perché alla pluralità di famiglie che lì vivono resta garantito l’accesso a piedi alla Statale 16, esattamente come prima. Non si può sopprimere una strada usata per decenni come passaggio pubblico. Una servitù pubblica, non gravata da diritti reali, ma tale è. Di più: parti di via Golgi sono addirittura di proprietà privata ma non è stato consentito ai legittimi proprietari di chiuderle al passaggio.
E aggiungiamo: nell’intera città è frequentissimo imbattersi in marciapiedi dove è scritto “proprietà privata” tuttavia percorribili da chiunque e non recintabili poiché diventati, nel corso del tempo, una “servitù pubblica”.
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