Oggi, lunedì 20 gennaio 2025, a San Benedetto del Tronto l’importante evento dedicato alla sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e al ruolo cruciale di centri estetici e acconciatori come presidi di ascolto e supporto sul territorio.
“Sentinelle contro la violenza” la tavola rotonda promossa da Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, con il patrocinio del Comune e dell’Ast, ha visto la presenza anche di un nutrito gruppo di studenti, provenienti dall’IIS “Guastaferro” e dalla Spem Formazione-Scuola di Estetica.
A moderare l’incontro Natascia Troli, vicepresidente di Confartigianato Imprese, che ha spiegato il fine di questo appuntamento, che è quello di «diffondere una consapevolezza: noi donne abbiamo il diritto di parlare e il dovere di non sentirci mai vittime. La violenza non è mai giustificata e non può essere tollerata e quello che è successo un mese fa a Ripaberarda (il femminicidio di Emanuela Massicci, nda) ci deve far pensare che nessun territorio è un’isola felice. La nostra Associazione vuole dare a tutta la popolazione gli strumenti utili per riconoscere la violenza e dare voce al silenzio. Coinvolgendo anche i giovanissimi, come stiamo facendo oggi».
Andrea Rilli, vicepresidente interprovinciale Acconciatori di Confartigianato, e Rosetta Buldorini, presidente interprovinciale e regionale Estetiste, hanno portato l’esperienza della categoria, ricordando come gli imprenditori sono presenti e «pronti a collaborare, ascoltare e mettere in campo la propria professionalità».
Quindi, dopo i saluti di Riccardo Golota, Stefano Santini e Desirée Basili di Confartigianato, si è entrati nel vivo della tavola rotonda, con la presenza di Laura Camaioni, assessore alle Attività Produttive del Comune di San Benedetto e di Lia Sebastiani, assessore alle Politiche Culturali e Pari Opportunità.
Il prefetto, Sante Copponi, ha parlato di «emergenza sociale e di sicurezza. Ci sono tante utili riunioni e convegni, ma non basta parlarne. Occorre fare e impegnarsi con azioni di contrasto». Il prefetto ha così ricordato il protocollo siglato su molestie e violenza nei luoghi di lavoro e il protocollo Rete Donna. «Insieme – ha detto – possiamo monitorare i rischi e intercettare situazioni di difficoltà alle prime avvisaglie».
Giuseppina Petrelli, primario del Pronto soccorso dell’ospedale di San Benedetto, ha portato nel dibattito «dati allarmanti, se consideriamo che c’è ancora tanto sommerso», ricordando che «il 90% delle donne che ha subìto violenza si presenta al pronto soccorso» ed entrando nel vivo delle procedure di accoglienza.
La dottoressa Petrelli ha presentato anche un report, che ha ricordato come nel 2024 siano stati 62 gli accessi al pronto soccorso di San Benedetto del Tronto per violenza, in aumento rispetto ai 50 del 2023 e in lieve diminuzione rispetto ai 66 del 2022. La violenza avviene principalmente tra le mura domestiche (38 casi nel 2024). E se «aumentano i casi, aumentano anche i segnali negativi, perché vediamo un maggior numero di violenze tra i giovani, con azioni più efferate. Tutte le istituzioni devono allora trovare la forza di agire assieme, perché la parità di genere è uno dei diritti fondamentali».
Francesco Tessitore, capitano dei Carabinieri di San Benedetto, ha raccontato ai ragazzi una storia particolarmente significativa e toccante, puntando sull’importanza del termine sentinella. «Ognuno di noi dovrebbe infatti sentirsi sentinella di legalità» e fare la sua parte senza tirarsi indietro: solamente un lavoro di sinergia può squarciare il velo.
Marina Marziale, dirigente dell’Istituto “Guastaferro”, ha parlato del ruolo della scuola nell’osservazione di situazioni, ma anche della formazione come spazio di prevenzione e di crescita dei giovanissimi.
«I professionisti del benessere – le parole di Maria Rita Bartolomei, antropologa giuridica – si interessano della cura della persona, quindi riescono a captare segnali di disagio di donne, ma anche di uomini. Più si è competenti, più si riescono a percepire queste situazioni e a segnalarle». Bartolomei ha spiegato proprio l’importanza della formazione per far emergere il grande sommerso, perché «molte donne non sono consapevoli della tutela giuridica e non sanno che certi comportamenti sono abusanti».
Laura Gaspari e Simona Annunzi, coordinatrice e psicologa del centro antiviolenza “Donna Con Te” hanno portato l’esperienza di questa realtà e dell’importanza della «diffusione della presenza di questi luoghi, interamente dedicati alle donne vittime di violenza. Ambienti gratuiti, sicuri e riservati». Gaspari ha ricordato come gli stereotipi di genere siano sbagliati e pericolosi e dal loro superamento bisogna iniziare per andare verso una parità di genere, evitando i luoghi comuni.
«La violenza è violenza, non è conflitto, non è una lite». La psicologa Annunzi ha poi evidenziato come riconoscere la violenza di genere a partire dalla relazione che sta vivendo il nostro interlocutore. Perché c’è una differenza abissale tra relazioni sane e malsane, fatte quest’ultime di dominio, controllo e mancato ascolto.
Paolo Chiappini, coordinatore Spsal Ast, ha concluso l’evento con un focus sulla prevenzione nei luoghi di lavoro. Prevenzione «che è a carico del datore, colui che deve rendere un ambiente sicuro, vivibile e prevenire atteggiamenti di prevaricazione».
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