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Ballarin, ecco come sarà il giardino inclusivo

SAN BENEDETTO - Per realizzarlo si prevede di utilizzare i 450.000 euro messi a disposizione della Fondazione Carisap. Al suo interno ci saranno pergolati, scivoli e una teleferica
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Riqualificazione del Ballarin: presentato il giardino inclusivo che verrà realizzato con le risorse della Fondazione Carisap

 

di Giuseppe Di Marco

 

Si estenderà per 1.400 metri quadrati, e al suo interno troveranno posto scivoli, attrezzature, pergolati, una teleferica e strutture leggere. E’ così che verrà il giardino inclusivo previsto per il Ballarin, da realizzarsi grazie alle risorse messe a disposizione della Fondazione Carisap.

 

Le ultime novità sul parco a nord della città sono state illustrate nella commissione tenutasi nel pomeriggio del 20 gennaio in sala consiliare. Nello specifico, per il giardino verranno spesi 450.000 euro.

 

I referenti degli uffici hanno ricordato come si sia proceduto prima con la demolizione della tribuna est e poi delle curve nord e sud.  Quindi si è andati avanti con il livellamento e con le opere di fondazione dei fabbricati. Ad oggi si è realizzato il 31,95% del progetto appaltato, per un valore complessivo di 617.000 euro. Il 27 dicembre sono stati sospesi i lavori per la necessità di rivedere il progetto: i tecnici ora stanno lavorando sul documento di progettazione per inserire il giardino inclusivo.

 

La variante invece servirà ad ampliare l’area museale fino a 470 metri quadrati, visivamente collegata all’esterno tramite grandi vetrate che permettano di osservare il parco da fuori. Al museo sarà impressa una forte connotazione didattica ed espositiva, e vi troverà posto un parterre con 60 posti a sedere. I padiglioni saranno realizzati nei due corpi di fabbrica che ora si trovano al posto della curva sud. Al loro interno avranno servizi per la somministrazione di alimenti e bevande, nonché bagni.

 

Dura la minoranza, con Luciana Barlocci che ha rimarcato le differenze con l’idea progettuale presentata nel 2022. Dal canto suo Simone De Vecchis si è augurato che l’opera non si trasformi in un’incompiuta, e che possa essere terminata con le risorse previste.


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