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Punto nascite ad Ascoli, Fioravanti in Consiglio: «Chiederemo all’Ast di mantenerlo nel capoluogo»

ASCOLI - Si discute di sanità e futuro nella prima seduta del 2025. Doppia interrogazione sul tema per il primo cittadino, che replica alle perplessità di Marcucci (Pd) sulle sorti dell’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia e rassicura la maggioranza su. Stoccata ad Anna Casini: «La sinistra voleva chiudere il Mazzoni, marginalizzando così il Piceno»
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di Federico Ameli

 

Dopo qualche settimana di pausa, si torna a discutere in Sala della Ragione per il primo Consiglio comunale del 2025.

 

Con diversi punti interessanti all’ordine del giorno, ad aprire i lavori dell’assemblea di Palazzo dei Capitani è un’interrogazione presentata da Manuela Marcucci, consigliera del Partito Democratico, e sottoscritta da tutti i colleghi dell’opposizione per far luce sul destino dell’Unità Operativa Complessa di Ginecologia e Ostetricia.

Manuela Marcucci

 

In un periodo storico in cui il tasso di natalità non vive certo il suo momento migliore, in provincia e non solo, la politica locale si interroga dunque sulle scelte operate dalla direzione sanitaria tra i due plessi di Ascoli e San Benedetto e, in particolare, sul luogo di nascita che attende i futuri nascituri del Piceno.

 

In questo senso, il tema scelto dalla consigliera Marcucci lascia spazio al collega Claudio Damiani, che in apertura di Consiglio si fa portavoce di un’interrogazione urgente presentata in condivisione con i consiglieri di maggioranza Marika Ascarini, Emanuela Marozzi, Emidio Premici, Patrizia Petracci, Patrizia Palanca, Luigi Lattanzi, Manuela Di Micco, Alessandro Filiaggi e Carlo Narcisi e dedicata all’eventuale chiusura del punto nascite di Ascoli, tema particolarmente caldo in questi ultimi giorni.

Claudio Damiani

 

«Questa interrogazione – la prima, ndr – è sorta spontanea dopo alcune voci che si susseguono da qualche tempo in ambiente ospedaliero, circa la riunificazione delle due unità operative di Ginecologia e Ostetricia, una al Mazzoni e l’altra al Madonna del Soccorso – spiega la consigliera Marcucci Dall’Atto aziendale si evince, in quanto si nomina l’ospedale di San Benedetto, che i reparti saranno unificati a San Benedetto: si legge che ci sarà un’unica unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia e un’altra di Ostetricia e Chirurgia Pelvica Mininvasiva.

 

Questa scelta non mi stupisce particolarmente, dato che la legge prevede che un reparto di Ostetricia può esistere a fronte di almeno 500 nascite all’anno, e ad Ascoli nel 2024 sono state 513.

 

Vorrei chiedere al sindaco cosa ne sa di questa storia, se è vera o se sono solo voci, cosa ne pensa e se è stato interpellato prima della redazione dell’Atto aziendale».

 

Doppia interrogazione, unica – e piuttosto ampia – replica del sindaco Marco Fioravanti.

Marco Fioravanti

 

«L’interrogazione – quella della consigliera Marcucci, ndr – formula congetture importanti che non hanno alcun fondamento concreto. È importante, nell’organo in cui i cittadini hanno la possibilità di ascoltare non le fake news, bensì le azioni concrete, rispondere in modo oggettivo. La bozza di Atto aziendale non prevede assolutamente l’unificazione delle due unità in un unico stabilimento ospedaliero.

 

Spiace notare come le richieste di una parte della minoranza siano rivolte solo ad aspetti formali e non sostanziali e politici, che riguardano l’assistenza sanitaria, che per me è la cosa più importante. Non viene chiarito, peraltro, cosa intendano i richiedenti con “unità operativa complessa”. I posti letto? Gli ambulatori? La sede in cui ha lo studio il direttore? Questo dimostra come l’interrogazione sia politica, senza alcun interessamento verso i cittadini.

 

L’Ast ha chiarito che non ci sarà alcun accorpamento, ma vorrei sottolineare che ci sono comunque diversi esempi di unità operative complesse uniche provinciali, che erogano prestazioni ai cittadini in entrambi gli ospedali o in sedi territoriali, come ad esempio Oculistica».

 

L’interrogazione a tema sanitario offre al sindaco Fioravanti l’opportunità per approfondire il tema, elogiare l’operato del direttore generale Nicoletta Natalini e rispondere, seppur a distanza, ad Anna Casini, consigliera regionale del Partito Democratico.

 

«Siamo di fronte a un bivio interessante – afferma il primo cittadino – politicamente, questo territorio ha fermato un progetto di unificazione senza valutare risvolti sanitari ed economici, e ora che abbiamo portato avanti un’azienda sanitaria su due plessi dobbiamo capire chi fa cosa e come distribuire, perché i doppioni rischiano di indebolire i due ospedali e l’offerta sanitaria. Questo Atto è un punto di partenza, su cui si rifletterà.

 

Si è letto sui social dalla consigliera Casini che “nella sanità ascolana la parola partecipazione è stata sostituita da tempo da comunicazione”. Il futuro è importante, ma la memoria è fondamentale: voglio ricordare che è stato proposto al territorio un progetto di cementificazione da 400 milioni di euro di un’area importante in Vallata senza una copertura finanziaria e senza aver parlato non con il sindaco di Ascoli, ma con un cittadino o un dipendente dei due ospedali, un’associazione o una cooperativa.

Anna Casini

 

La sinistra regionale voleva chiudere il Mazzoni e creare un ospedale unico, grazie al centrodestra e ai civici abbiamo fermato quella scelta che, oggi, avrebbe portato Ascoli e il Piceno ad essere un territorio marginale e senza voce.

 

La Natalini sta svolgendo un ruolo di commissario di ricostruzione: io difenderò tutti i passi fatti per ricostruire un principio di meritocrazia».

 

Come illustrato da Fioravanti, dopo la presentazione al Collegio di direzione dell’Ast avvenuta nella giornata di oggi, domani (mercoledì 22 gennaio) l’Atto aziendale verrà condiviso con i rappresentanti istituzionali del Piceno in occasione della Conferenza dei sindaci, per poi passare al vaglio di rappresentanze sindacali e dirigenti sanitari nella giornata di giovedì.

 

Gli ascolani di domani potranno nascere sotto le cento torri o dovranno necessariamente venire alla luce lungo la costa? Su questo punto il pensiero del sindaco è molto chiaro.

 

«Qualcuno ha detto una grande fake news. Insieme alla maggioranza analizzeremo l’Atto aziendale e, con il massimo impegno, richiederemo all’Ast di scrivere che il capoluogo di Ascoli dovrà, sempre e per sempre, mantenere il proprio punto nascite al di là dell’aspetto numerico. Chiederemo che l’attività prevalente dei punti nascita sul territorio sia svolta ad Ascoli».

 

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