di Luca Capponi
L’ameno striscione è comparso nella zona di viale De Gasperi, nei pressi dell’ex fontana, ed i più mattinieri, transitando lì, lo hanno sicuramente notato. C’è scritto “Viva M figlio del secolo“, con l’inequivocabile firma di Casapound.
Chiaro il riferimento alla serie tv “M – Il figlio del secolo” che tanti dibattiti sta suscitando, datosi che al centro della narrazione ci sono le vicende di Benito Mussolini, i cui panni sono vestiti dall’attore Luca Marinelli, e della sua ascesa al potere coincisa con la fondazione dei Fasci italiani di combattimento nel 1919 e culminata col discorso in Parlamento del 3 gennaio 1925. Tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati, Premio Strega nel 2019, è sicuramente una delle più viste del momento. La regia è dell’inglese Joe Wright.
Fatta questa doverosa premessa, non resta che gingillarsi con un paio di simpatici ragionamenti per interpretare le ragioni di cotanto slancio nei confronti di “M”.
Lo striscione vuole essere un elogio pubblico a questo raffinato prodotto audiovisivo? O alla camaleontica performance di Marinelli, che si conferma uno dei migliori attori italiani? Oppure, ancora, al libro di Scurati? Meno logico pensare che si tratti di una sortita nei confronti di Wright, regista di valore ma non così noto da queste parti. E allora? Non è che alla fine, il beneficiario dell’esclamazione di plauso sia proprio lui, “M”, il figlio del secolo, Benito Mussolini, dittatore italiano nato a Predappio nel 1883?
Proprio al culmine degli elaborati ragionamenti, però, il pregevole manufatto è stato rimosso.
Successivamente, è arrivata anche l’illuminata spiegazione di Casapound a fugare i devastanti dubbi: «Con questa frase, apparsa su decine di striscioni in tutta Italia affissi nella notte, lanciamo una provocazione sulla serie televisiva tratta dal libro di Scurati, che ha scatenato diverse polemiche. “Voi mi odiate perché mi amate ancora”, disse Mussolini ai suoi ex compagni, lasciando il Partito Socialista. Più di un secolo dopo siamo ancora lì. Mentre il mondo è in piena trasformazione e l’Italia si trova di fronte a sfide cruciali per il suo futuro, qui si discute ancora e solo di lui. E con la necessità di renderlo quanto più possibile grottesco affinché la sua immagine non ingeneri pericolose tentazioni».
«I dibattiti di questi giorni sono quindi spiegabili solo in questo modo: come un segreto atto d’amore – è la conclusione -. Amore frustrato, amore negato, amore che teme se stesso e quindi si trasforma in odio. Lo amano ancora, quindi devono urlare al mondo che lo odiano. Orsù, compagni, ancora uno sforzo, gridiamo insieme viva M, figlio del secolo».
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