Arianna Petrellini è una biologa nutrizionista laureatasi all’Università di Camerino in Biological Sciences, indirizzo Nutrition and Functional food nel 2016. Nel post laurea ha conseguito il Master universitario di II Livello in Nutrizione, Nutraceutica e Dietetica Applicata nel 2018 anno che l’ha vista iniziare a svolgere la professione di biologa nutrizionista con un proprio ambulatorio a San Severino e con esperienze in altre strutture delle Marche.
Si occupa di nutrizione e alimentazione umana attraverso l’elaborazione di piani alimentari personalizzati sia in condizioni fisiologiche che patologiche: in particolare ha collaborato con istituti che accompagnano adolescenti aventi disturbi del comportamento alimentare. Ha partecipato a progetti che coinvolgono l’Università politecnica delle Marche e altri enti sanitari, svolge il ruolo di nutrizionista nelle scuole e di divulgatore nutrizionale.
Dottoressa Petrellini, qual è il suo ruolo in Medica?
«Mi occupo di seguire il paziente nell’aspetto nutrizionale, in un corretto stile di vita alimentare che lo accompagni quotidianamente. Sia in presenza di condizioni fisiologiche come nutrizione in gravidanza e allattamento, pediatrica, sportiva sia a fronte di patologie accertate come nutrizione di soggetti obesi o con sindrome metabolica, di soggetti diabetici o in quelli aventi allergie o intolleranze, ed altre condizioni».
Cosa si può aspettare un paziente dalla prima visita con lei a Medica?
«Il paziente che si approccia con me viene sottoposto inizialmente ad un’anamnesi prima patologica e si studia quella che è la cartella clinica e poi si passa ad una visita strumentale attraverso la Bia Akern per la valutazione della composizione corporea e poi tramite la plicometria che è uno strumento che si utilizza in particolare negli sportivi. Oltre alle classiche tecniche antropometriche che sono il peso, l’altezza ed i centimetri. Dopo si passa a quella che è l’anamnesi alimentare ovvero alla valutazione della dieta vera e propria, che è estremamente personalizzata. Non deve essere privazione ed io tendo moltissimo ad ascoltare ciò che mi dice il paziente, per cercare di creare quella che è un percorso che si cuce come un vestito su quel paziente. Il mio obiettivo è ascoltare il paziente per capire le sue esigenze e poi far sì che la dieta non rappresenti una privazione».
I pazienti si rivolgono ad una professionista della nutrizione solo dopo aver scoperto di essere affetti da un disturbo specifico?
«Alcuni pazienti arrivano già con la diagnosi in mano. Lo consigliamo in presenza di patologie acclarate nella persona perché essendo una biologa nutrizionista non posso fare diagnosi. Averla sotto mano è un punto di partenza per poter dare una terapia mirata. Però arrivano anche pazienti che non hanno veri e propri problemi di salute ma vogliono soltanto migliorare il proprio stile alimentare e di vita».
Qual è il falso mito più comune che andrebbe sfatato in ambito nutrizionale?
«Che i carboidrati ingrassano, che i carboidrati non si mangiano a cena. E’ un falso mito diffusissimo per la nostra dieta mediterranea, quella più diffusa e utilizzata perché ha proprietà antiossidanti e antinfiammatorie ed è caratterizzata dal 60% di carboidrati. Questo ci indica che non può farci male se mangiati alla sera, anzi in alcune condizioni ingerire il carboidrato la sera può aiutare, ad esempio quando abbiamo soggetti che hanno difficoltà nel dormire».
Che attività fisica consiglia di abbinare ai piani nutrizionali?
«Qualsiasi attività fisica va benissimo perché fa bene alla salute. L’importante è che sia un’attività che ci smuove a livello metabolico. In primis bisogna avere uno stile di vita attivo, dinamico e non sedentario. Questo è diverso dal fare attività fisica. Magari preferire le scale invece dell’ascensore, andare a piedi. Poi magari aggiungere un’attività fisica che solleciti il metabolismo che ci aiuti a bruciare delle chilocalorie e ci permetta, abbinata alla dieta, di aumentare quelli che sono i deficit calorici e consentire poi un progressivo dimagrimento. Fare attività fisica è importante perché ci aiuta a prevenire molte patologie e a migliorarne alcuni aspetti se presenti».
Può dirci come stanno cambiando le abitudini alimentari degli italiani?
«Purtroppo le abitudini alimentari stanno andando verso un consumo di alimenti già cotti, confezionati con utilizzo di parecchi conservanti, grassi e zuccheri raffinati. Si tende a consumare sempre di meno il prodotto fresco che deve essere poi lavorato e cucinato rispetto al prodotto confezionato e pronto. Nella vita di oggi, dato che andiamo tutti di corsa, si va sul prodotto finito, le merendine e questa cosa colpisce soprattutto i bambini e non è un bene».
Cosa significa asetticamente la parola dieta?
«Vuol dire uno stile di vita. Non deve essere privazione, ma un’abitudine alimentare che ci portiamo dietro durante il corso della vita, uno stile corretto di alimentazione. La dieta deve essere sostenibile, con alimenti salutari per un 80% e per il restante alimenti che consideriamo sfizi».
Quale domanda le fanno di solito i pazienti e come risponde?
«Ma mangiando dimagrirò? Questo è il refrein che mi capita di ascoltare più spesso. La particolarità dei miei protocolli alimentari è che cerco di applicare sempre una dieta senza privazioni: io ascolto ciò che mi dice il paziente e quando vedono il protocollo che propongo mi chiedono ma dottoressa nel piano ci sono tante cose, le quantità sono elevate, è possibile dimagrire mangiando? Io dico di sì».
A Medica c’è un lavoro di equipe che la coinvolge?
«Assolutamente sì, c’è un lavoro di team perché la nutrizione si collega con tanti altri campi. Dal cardiologo al ginecologo, dal personal trainer all’ortopedico. La nutrizione ha un ampio raggio, lavorando in equipe, e qui a Medica ciò è possibile, ci si confronta per lavorare e raggiungere i migliori risultati possibili per il paziente».
Quale ruolo avrà la nutrizione nel futuro?
«Una corretta alimentazione può diventare la medicina del futuro perchè in alcune patologie ha la capacità di ridurre notevolmente molti sintomi ed una sana alimentazione è anche in grado di prevenire molte patologie. Quindi alimentarsi bene aiuta a livello sia psicofisico che di salute».
In conclusione, cosa le piace del suo lavoro di nutrizionista?
«L’aspetto più importante è la relazione con la persona che ho davanti. Mettermi a disposizione nel migliorare la salute del paziente, l’aiutare la persona a raggiungere i propri obiettivi è la cosa che mi piace di più».
(Medica ringrazia la Farina Gianluca srl agenzia di Fabriano Reale Mutua – Axa per il sostegno alle nostre iniziative. Per informazioni consultare il sito www.medicamarche.it e i canali Facebook, Instagram e YouTube)
(promoredazionale)
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