di Edoardo Ciriaci
C’è un pezzo di Piceno e di Marche nella vittoria record di Sinner agli Australian Open a Melbourne. Ennesimo successo per l’altoatesino ma soprattutto per uno dei due suoi coach, l’ascolano Simone Vagnozzi, a cui è stato assegnato il premio in qualità di migliore allenatore del torneo.
L’allenatore nato ad Ascoli ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione e nella crescita del miglior tennista del mondo. Ruolo riconosciuto e sancito nell’ambito di uno dei più importati tornei tennistici del mondo.
«A differenza di Sinner non ho problemi di spazio in bacheca. Di riconoscimenti del genere me ne hanno dati tre… c’è ancora posto», ha detto Vagnozzi nella conferenza stampa dopo il trionfo di Sinner e aver ricevuto il premio davanti al pubblico di tutto il mondo.
La finale si è chiusa in tre set (6-3 7-6 6-3), mai realmente in partita il tedesco Zverev, se non nel secondo set. E festa sia. Sinner stacca Nicola Pietrangeli e diventa il primo italiano a vincere tre titoli Slam.
«Tutto è iniziato quando ho fatto il cambiamento e ho scelto Simone e Darren…», ha esultato Sinner dopo aver alzato la coppa al cielo. Frutto di una collaborazione perfetta, sincera, utile a raggiungere anche i più impossibili obiettivi. Vagnozzi non urla e non sbraita, si limita a battere le mani quando Jannik dipinge e questa è la formula per permettergli di prendersi tutto.
Vagnozzi festeggia, invece, il riconoscimento di migliore allenatore del torneo. Un successo meritato, sudato e sognato dall’allenatore 41enne.
Qualche giorno di meritato riposo, poi di nuovo in campo. Per Jannik Sinner, Simone Vagnozzi e il resto dello staff, l’appuntamento è al torneo Atp 500 di Rotterdam in programma dal primo febbraio: in Olanda il numero uno difende il titolo conquistato nel 2024 in finale su Alex De Minaur. Cosa che fino ad ora sta riuscendo molto bene al trio delle meraviglie.
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