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De Angelis: «I ragazzi vogliono tutti restare alla Samb, ma ora testa al campionato»

SERIE D - Il direttore sportivo rossoblù a "tutto campo" dalla famiglia Massi all'allenatore Palladini, dai rapporti con la tifoseria al settore giovanile, da Lonardo a Kerjota
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Stefano De Angelis

 

Non è tempo di festeggiare. Questo il messaggio principale del direttore sportivo Stefano De Angelis, dopo la vittoria della Samb a L’Aquila che ha portato i rossoblù a un eloquente +12 in classifica sugli abruzzesi, seconda forza del campionato.

 

«Sono consapevole del vantaggio importante – ha dichiarato il dirigente rossoblù ospite alla trasmissione Ritmo di Samb di Vera Tvma il mio pensiero è alla partita di domenica prossima contro il Fossombrone, mancano ancora tante partite alla fine del campionato e sono vietate distrazioni».

 

«La partita della svolta del campionato forse è stata proprio quella con L’Aquila, all’andata. Il 5-0 ci ha dato la consapevolezza dei nostri mezzi, il resto è stato basato sul lavoro, sulla qualità del gruppo e dei singoli. Il resto lo hanno fatto il mister, lo staff tecnico e i calciatori»

 

Riguarda la piazza sambenedettese, che nel finale della scorsa stagione aveva messo De Angelis al centro della critica, De Angelis afferma: «La tifoseria è giusto che faccia questo, ha sempre mostrato grande attaccamento e passione. Per noi deve essere uno stimolo in più, sappiamo quanto ci tengono come ci tiene la famiglia Massi. Tanti vorrebbero essere al mio posto, non è semplice lavorare in una piazza del genere. I giocatori e lo staff e i dirigenti si devono adattare alla piazza, qui è come Cesena o altre. Escludo che la squadra si possa rilassare. La mia riconferma – ha risposto De Angelis rispetto all’annuncio di Massi di tenere il suo dirigente fino al 2027 – va chiesta alla famiglia Massi. Qualcosa è cambiato rispetto all’anno scorso, quando partimmo ad agosto, stavolta abbiamo avuto più tempo e scelto con più calma, ma un anno di apprendistato a San Benedetto si nota, qui non te le mandano a dire. Un anno fa fino a febbraio eravamo in corsa poi c’è stato un calo, ma questo succede in tutte le stagioni ma non siamo stati bravi a gestirlo. Quest’anno fino ad ora le cose stanno andando meglio. Ripeto però: non abbiamo vinto il campionato, dobbiamo dare il massimo fino alla fine».

 

Parole d’elogio per Palladini: «Lui a San Benedetto ha un ascendente particolare, conosce ogni centimetro di questo ambiente. All’inizio poteva sembrare un rischio perché veniva da alcune stagioni, per sua scelta, di stare vicino a San Benedetto in categorie inferiori. Candellori? L’ho avuto per quattro anni di fila, ma le scelte si fanno tutti insieme, su di lui dubbi non c’erano ma ogni annata è una storia a sé. Ma devo essere realista, non posso pensare al futuro, non riesco ad andare oltre al Fossombrone. Per Ottavio non è una questione di contratto, adesso siamo concentrati sull’obiettivo e al momento opportuno ci siederemo, non penso sarà un problema».

 

E così per Massi: «La cosa principale è che la società sia forte, c’è la famiglia Massi e loro sono la garanzia, tutto il resto ci sarà modo e tempo di fare tutto. Per me sentire la riconferma è stata un orgoglio, io sono nato a San Benedetto, vivevo ad Alba Adriatica e ho sfiorato la Samb ma poi sono andato a Bergamo, la Samb è stata sempre un mio pallino e per questo devo ringraziare la famiglia Massi e Max Fanesi, se non fosse stato per lui io non sarei arrivato qui. Adesso dopo un anno e mezzo c’è un rapporto di fiducia reciproca, io sono un tipo che lavora dove sta bene. Un anno fa quando venivo criticato mi dicevo ma chi me l’ha fatto fare, io abito a Giulianova ma i miei amici d’infanzia tifano tutti la Samb, ma se vieni qui non puoi non pensare di non essere criticato. Da quando sono qua il pubblico minore è stato di 3.500 spettatori di mercoledì pomeriggio, sono numeri impressionanti».

 

«Massi è un vulcano, passionale, ha un entusiasmo che contagia, e i numeri dicono questo. Ha contagiato anche me, è una persona che ha fame di calcio e vuole fare sempre di più, per me è il massimo che si può trovare per lavorare, a volte bisogna tenerlo a freno perché va molto oltre. Con l’Atalanta, che ha acquistato Lonardo, o altre squadre, è possibile aprire un rapporto di collaborazione per la valorizzazione dei giovani, certo. La Samb tra i professionisti attirerebbe molto». 

 

«La vendita di Lonardo è stata ponderata, non solo per il fatto economico. Prova ne è che è stata rifiutata la prima offerta del Como, che sarebbe stata accennata da 9 società di Serie D su 10. Questo la dice tutta sulla serietà del presidente. Il settore giovanile si sta cercando di migliorarlo, io una mano posso darla ma la responsabilità deve essere data a chi guida il settore giovanile, l’obiettivo è di arrivare a fine anno a dare alcuni giocatori alla prima squadra».

 

«Kerjota? Se vinciamo il campionato sta qui, ce l’ha già il contratto. Se lui vuole fare il professionista starà con noi, noi abbiamo investito su di lui e credo che il ragazzo sia ben contento di stare con la Samb. Tutti i nostri ragazzi vogliono restare, quello che dà il tifo sambenedettese in casa ma anche fuori difficilmente lo si prova da altre parti. Calciomercato? Finito qui, siamo 25 ragazzi che stanno facendo benissimo».

 

 

 



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