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Atto aziendale Ast, i sindacati: «Inopportuno procedere, documento vago, ecco le nostre osservazioni»

ASCOLI - Una lunga disamina dei punti trattati nel documento presentato ai rappresentanti dei lavoratori nello stesso giorno in cui la dg è stata nominata a Ferrara. Viola Rossi (Cgil), Giorgio Cipollini (Cisl), Roberto Tassi (Nursing Up), Fausto Menzietti (Fials), Mauro Giuliani (Usb): «Chiediamo alla Natalini di essere coerente con la scelta operata di dimettersi e di lasciare, a chi dopo di lei sarà chiamato a guidare questa Azienda Sanitaria, l’onere di progettare la futura organizzazione, sulla base di  un progetto altrui, probabilmente non condiviso, con devastanti ricadute sui servizi sanitari per il territorio»
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Osservazioni alla proposta dell’Atto aziendale di Ast Ascoli ma con una premessa: «Tale atto nel porre le basi per una totale ristrutturazione dell’organizzazione, presuppone l’impegno costante della direzione che lo ha pensato. Ed essendo la dottoressa Natalini pronta a lasciare l’incarico, è assolutamente inopportuna l’approvazione del documento dalla stessa prodotto. Chiediamo dunque all’attuale dg di essere coerente con la scelta operata di dimettersi e di lasciare, a chi dopo di lei sarà chiamato a guidare questa Azienda Sanitaria, l’onere di progettare la futura organizzazione di codesta Amministrazione».

 

A dirlo sono le organizzazioni sindacali di Cgil e Cisl funzione pubblica, Nursing Up, Fials e Usb,  che non hanno fatto in tempo ad ascoltare la presentazione ufficiale del documento, lo scorso 23 gennaio: nelle stesse ore è stata ufficializzata la nomina della dg Nicoletta Natalini a direttore e commissario dell’Usl di Ferrara e  dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria.

Un tempismo perfetto si potrebbe dire, ma che ha lasciato l’amaro in bocca tra chi attende da oltre un anno la riorganizzazione della Sanità picena e si è trovato davanti un atto contenente solo linee guida, tutte da calare nel concreto.

 

Prima ancora di entrare nel merito del documento, Viola Rossi (Cgil), Giorgio Cipollini (Cisl), Roberto Tassi (Nursing Up), Fausto Menzietti (Fials), Mauro Giuliani (Usb) rilevano: «Il confronto sarebbe stato opportuno effettuarlo preliminarmente alla redazione della proposta, in virtù del nostro ruolo di rappresentanza dei professionisti della salute e dunque di coloro che, operativamente, erogano le prestazioni per conto dell’Azienda. La scelta di raccogliere dunque le varie considerazioni solo a posteriori, rimarca la carenza di relazioni sindacali sostanziali oltreché formali, in controtendenza rispetto a quanto enunciato nell’Atto stesso».

 

«Venendo al documento – recita la nota congiunta – non possiamo non rilevare la totale astrattezza dell’organizzazione ivi prevista, composta esclusivamente da una macrostruttura gerarchica accompagnata dalla descrizione dei valori che definiscono la mission dell’Ast.  

E’ un Atto vago, non definito, privo di un’analisi reale delle esigenze del territorio,  come pure volevano le linee guida regionali, e delle risposte che l’Ast intende fornire, privo dei contenuti propri di un documento programmatico. Rischia invece di determinare, per il territorio, più disservizi che altro».

A corredo delle osservazioni, i sindacalisti riportano stralci delle linee guida regionali che avrebbero dovuto essere alla base dell’Atto aziendale: “Gli Atti aziendali dovranno definire le regole e le strategie di organizzazione interna finalizzate all’ottimizzazione del funzionamento degli Enti, in ottemperanza al Piano Socio Sanitario Regionale, con particolare riguardo all’appropriatezza delle prestazioni erogate e alla corretta determinazione del fabbisogno di personale”. “[…] la definizione degli assetti organizzativi gli Enti interessati deve prevedere la corretta determinazione del fabbisogno del personale, comprensivo anche del personale universitario, cioè delle risorse umane a vario titolo presenti e necessarie per sostenere l’organizzazione prospettata e per mettere in atto le strategie previste”. 

 

«Altro aspetto indubbiamente rilevante, di cui monitoreremo certamente gli iter amministrativi, è la scelta di accorpare alcuni incarichi dirigenziali i quali, evidentemente, dovranno essere nuovamente oggetto di concorso non potendo essere la direzione generale, su propria valutazione discrezionale, a scegliere caso per caso chi manterrà l’incarico e chi no. Allo stesso modo, valutato che la disposizione transitoria per la nomina dei capo dipartimento risulta in contrasto con la regolamentazione vigente, se ne chiede la cancellazione immediata», scrivono ancora i sindacalisti.

 

ACCORPAMENTO  DIPARTIMENTI SALUTE MENTALE E DIPENDENZE PATOLOGICHE – I sindacati: «La proposta, in controtendenza con quelle delle altre Aziende, intende accorpare il Dipartimento di Salute Mentale con quello delle Dipendenze Patologiche, ma tale scelta non tiene minimamente dell’Atto di Riordino dei Sistemi regionali dei servizi per le Dipendenze Patologiche  della Regione Marche (Dgr 747/2004 e Dgr 1534/2013), una riforma volta a restituire al territorio un servizio socio sanitario etico, che segue il concetto di integrazione e di equità, che oltre a garantire l’integrazione sociale e sanitaria, vede coinvolte anche le persone e le loro famiglie.

A nostro avviso dunque la proposta di Atto aziendale, mette seriamente in discussione, distruggendolo, il lavoro svolto in questi anni sul territorio, riducendo il Dipartimento Dipendenze Patologiche ad un mero “Sportello della Psichiatria”.

Nel documento in parola, non si ravvede poi cenno alcuno alle Cure Tutelari attualmente in capo al Dipartimento del Territorio, così come al Centro Regionale per l’Autismo per l’Età Adulta, (costituito con DGR 993 nel 2017 sulla base di quanto sancito all’art. 4 della L.R. 25/2014), che rappresenta il punto di riferimento specialistico regionale, in stretto collegamento con il Centro Regionale Autismo per l’età evolutiva dell’AST di Pesaro Urbino, e si identifica con la sede UMEA (Unità Multidisciplinare Età Adulta) di San Benedetto del Tronto.

Lo stesso Dipartimento Salute della Regione Marche, d’altronde, ha recentemente confermato con una circolare che “Il ruolo dei due Centri (di Ascoli Piceno e Pesaro Urbino) si è consolidato negli anni, sino a diventare centri di eccellenza a livello anche nazionale, che ha permesso di consolidare la rete territoriale e una formazione altamente specializzata e costante degli operatori del settore”. Ha altresì comunicato alle Ast neo costituite, che “risulta di fondamentale importanza la conferma del loro ruolo di centri regionali”. La recentissima DGR 54 dello scorso 27 gennaio sancisce, addirittura, che la quota incrementale del tetto di spesa per il personale prevista nella delibera stessa debba essere finalizzata, tra gli altri, “al potenziamento […] dei Centri per l’Autismo, l’età evolutiva e l’età adulta”».

 

DIPARTIMENTO TERRITORIALE«Ravvediamo una vaghezza di intenti anche rispetto all’Ospedale di Comunità ed alla Casa della Salute, mai menzionate nella descrizione del Dipartimento né indicate nell’organigramma allegato. Evidenziamo altresì che, per quanto riguarda il Servizio Sociale Professionale posto a diretto controllo della Direzione Socio Sanitaria, risulta illegittima la scelta di svincolarlo dalla Direzione Medica di Presidio in cui invece dovrebbe essere incardinato il Servizio Sociale Ospedaliero come previsto dall’attuale normativa e dagli atti aziendali delle altre AST anche al fine di rendere un servizio dignitoso ai pazienti ricoverati nonché ai familiari stessi».

 

DIPARTIMENTO EMERGENZA E URGENZA –  «Preoccupa fortemente la scelta, presente nella proposta, di elidere la Medicina d’Emergenza Urgenza dalle Unità operative complesse di Pronto Soccorso, adducendo che la stessa sarebbe desumibile dall’asterisco riportato nello schema conclusivo, perché rappresentativo di posti letto. E’ evidente che il dimensionamento di queste unità operative e dei relativi posti letto è fondamentale per valutare la liceità delle scelte operate e comprendere appieno se la normativa, nazionale e regionale, venga rispettata. Anche in questo Dipartimento assistiamo all’accorpamento di alcune unità operative complesse, con la costituzione di un’unica UOC di Anestesia e Rianimazione».

 

DIPARTIMENTO CHIRUGICO«Oltre a perdere alcune strutture come l’Ortopedia con temibili ricadute sull’organizzazione delle Guardie Dipartimentali il cui rischio ricorre spesso nelle scelte operate sui vari Dipartimenti, non si ravvede traccia alcuna della Brest Unit, sebbene negli anni abbia prodotto risultati eccellenti per il territorio».

 

DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE TRANSMURALE«La scelta sembra essere quella di un totale disinvestimento per il Dipartimento, depotenziando da un lato il punto nascite di Ascoli che perde la struttura complessa e, dall’altro, la Pediatria di San Benedetto che perde la Uosd». 

 

DIPARTIMENTO MEDICO E SPECIALISTICO«Nel prevedere una nuova Unità operativa complessa “ad alta intensità assistenziale internistica” la cui necessità non emerge in alcun modo chiara dal documento, si rivoluziona il Dipartimento sottraendogli Diabetologia, Neurologia e Geriatria che finiscono nel Dipartimento orto-neuro-motorioriabilitativo transmurale, anche in questo caso con importanti rischi per la tenuta delle Guardie Dipartimentali. Si sopprime l’attuale Uosd di Gastroenterologia per creare una nuova Uoc di Malattie dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva ad Ascoli. Sempre ad Ascoli, si sopprime la Uosd di Malattie Infettive che, viste anche le recenti ondate pandemiche, era risultata di fondamentale importanza tanto da determinare la ristrutturazione della struttura presso la palazzina B del Mazzoni il cui utilizzo, una volta ricollocato l’Osco, resta incerto».

 

AREA TECNICO-AMMINISTRATIVA«Riteniamo opportuno che il Dipartimento Amministrativo venga inserito e previsto come in tutti gli altri atti aziendali delle altre Aziende Sanitarie delle Marche compreso l’Azienda Ospedaliera, così come previsto dalle linee guida regionali della legge 19/2022. Riscontriamo inoltre che nell’Area ATL sono state frazionate e spostate da una Uoc all’altra alcune delle competenze, funzioni, obiettivi, in capo agli incarichi di funzione del comparto già assegnati e determinati con apposita contrattazione collettiva.

La riorganizzazione con l’Atto Aziendale non può  distorcere quanto contrattato in precedenza, anche perché dal primo gennaio 2023, giorno di istituzione delle Ast, nella nostra realtà territoriale si sono già avvicendati ben quattro direzioni e siamo prossimi alla quinta. Tali avvicendamenti hanno portato rallentamenti istituzionali ed in particolare l’attività amministrativa è quella che ne ha risentito maggiormente, avendo le Ast riassorbito le varie competenze amministrative afferenti all’Asur.

Se davvero si rendesse necessario, tuttavia, integrare le funzioni amministrative all’interno delle varie Uoc, sarebbe giusto e corretto effettuarle nei modi e nei tempi consoni e rispettosi delle norme».

 

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