Link University ad Ascoli, è bagarre: «La Regione rialzi la testa per il bene delle Marche»

L'ARRIVO di nuovi corsi universitari all'ospedale "Mazzoni" scatena la polemica politica. Interventi duri dell'ex sottosegretario Pd Alessia Morani e di Sinistra Italiana: «Scelta miope e sbagliata»
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L’arrivo della Link University ad Ascoli e la conseguente attivazione di corsi di laurea all’ospedale “Mazzoni” continua a far discutere, tra chi ha accolto la notizia con favore e chi, invece, si è mostrato critico. Ultimi in tal senso Pd e Sinistra Italiana.

Alessia Morani

 

«Ho letto i post entusiasti degli onorevoli Carloni (Lega) e Castelli (Fdi) sull’arrivo nelle Marche di una università privata, la Link Campus, di proprietà di Francesco Polidori già proprietario del Cepu e dell’università telematica e-Campus – spiega l’ex sottosegretario Pd Alessia Morani -. Il giubilo deriverebbe dal fatto che i corsi in Medicina e Chirurgia offerti permetterebbero ai giovani marchigiani di rimanere a studiare vicino casa e non dovrebbero, perciò, andare in altre regioni».

 

«I due onorevoli forse non sanno che il problema oggi non è di avere più posti a Medicina e Chirurgia, già aumentati negli anni scorsi, ma di rendere attrattive le specialità carenti – continua -. Una borsa su tre di specializzazione va deserta e tra i corsisti in medicina generale rimangono vuoti il 15% dei posti. Questo è il vero problema».

L’ospedale di Ascoli

 

«Inoltre, va detto, che i posti dati alla privata Link saranno tolti alla Politecnica di Ancona che, tra l’altro, ha già organizzato sedi periferiche per i corsi di Laurea in Infermieristica e trasferito alcune cliniche in altri ospedali, oltre a Torrette – ricorda Morani -. Pertanto, considerato che le università pubbliche hanno subito tagli pesantissimi nell’ultima legge di bilancio, credo che l’unico effetto che produrrà l’arrivo di questa università privata sarà quello di indebolire ancora di più il nostro sistema universitario, già in forte sofferenza. Con gravi conseguenze anche su tutto l’indotto. Mi chiedo, a questo punto, se il presidente Acquaroli obbedirà a Carloni e Castelli o in un sussulto di orgoglio proverà ad alzare la testa e difendere le nostre università pubbliche?».

Scettica, per usare un eufemismo, anche Sinistra Italiana.

Francesco Acquaroli

 

«In pratica, invece di investire sulla sanità pubblica si delega la formazione a università private e telematiche; in un settore in cui una formazione di qualità (fondata sull’esperienza e sul rapporto diretto e quantitativamente equilibrato tra docenti e studenti) è particolarmente essenziale, perché riguarda la salute e la vita delle persone», attaccano.

 

«È una scelta miope e sbagliata, che mette in ulteriore difficoltà le quattro università pubbliche marchigiane e che non risolverà gli enormi problemi che, già oggi, affliggono il nostro sistema sanitario regionale; rischiando, anzi, di peggiorarne la qualità», continua Sinistra Italiana.

 

«Del resto, questa scelta rappresenta l’ennesimo esempio della strategia politica della destra, che calpesta i servizi pubblici ed apre praterie e mercati ai privati sempre in cerca di nuovi profitti. Perché – nella cura, come nella formazione di chi dovrà curare – il privato persegue finalità economiche; mentre la Repubblica, quindi la sanità pubblica e le università pubbliche, hanno come propria finalità il bene comune e l’universalità dei diritti».

 

«Insomma: con una mano, il governo nazionale taglia il fondo di finanziamento ordinario agli atenei pubblici e non investe risorse adeguate nel rinnovo dei contratti pubblici, per restituire alle lavoratrici ed ai lavoratori la parte di salari e stipendi persa a causa dell’inflazione; con l’altra mano autorizza l’avvio di corsi di laurea privati», va avanti Sinistra Italiana.

 

«Auspichiamo che le opposizioni si uniscano, sia nelle istituzioni che nella società, per contrastare questa pessima scelta e per ribadire che salute e formazione sono diritti di tutte le persone e non devono diventare un affare per pochi – è la conclusione – . Alleanza Verdi Sinistra ha già presentato un disegno di legge, per regolamentare le università telematiche, mentre l’onorevole Elisabetta Piccolotti presenterà un’interrogazione parlamentare urgente su questo tema».

 

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