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Link University, “Ascolto & Partecipazione”: «La formazione universitaria non è un mercato» 

ASCOLI - Il comitato civico, guidato da Emidio Nardini si esprime sulla questione che da una settimana sta tenendo alto il dibattito politico regionale 
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«La recente decisione della Regione Marche di dare il via libera alla Link University per l’istituzione di corsi di laurea in medicina e odontoiatria rappresenta un grave pericolo per il futuro della formazione universitaria nella nostra regione».

Così si legge in una nota del comitato civico di Ascoli “Ascolto & Partecipazione” guidato da Emidio Nardini, che prosegue: «È un fatto gravissimo che un ateneo privato, con legami evidenti e documentati con i finanziamenti ricevuti dalla Lega durante la campagna elettorale delle politiche 2022, si trovi improvvisamente al centro delle benevoli attenzioni di una Regione guidata dal centrodestra».

 

Argomento su cui lo stesso governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, ha replicato in maniera secca: «Non ho nessun debito elettorale da saldare, non ho mai ricevuto alcun finanziamento elettorale da privati, mai ho avuto rapporti con i soggetti che sono stati citati, ho agito nel pieno rispetto delle procedure esprimendo un parere tecnico, non vincolante, che si basa sulle relazioni del Dipartimento salute e degli enti sanitari che certificano, se mai ce ne fosse stato bisogno, una mancanza di personale medico ormai nota a tutti. Voglio anche aggiungere che la Regione è addirittura oggetto di un ricorso in tal senso per non aver espresso il parere già lo scorso anno»  (leggi qui).

 

«Il presidente dell’Ordine dei Medici di Macerata, Romano Mari – continua Nardini – lo ha detto chiaramente: “non si possono garantire le attività di formazione e tutoraggio necessarie senza le strutture adeguate.

Eppure, si sta aprendo la strada a un modello formativo basato su costi proibitivi – poco meno di 20.000 euro l’anno per le tasse universitarie – che evidentemente esclude le famiglie meno abbienti e mina ulteriormente il principio di equità nell’accesso alla formazione.

In passato, chi voleva acquistare una laurea si rivolgeva ad atenei stranieri di dubbia reputazione. Ora, sembra che la Regione Marche voglia importare questo modello commerciale direttamente sul nostro territorio, svendendo etica e deontologia sull’altare del profitto. Le ripercussioni di questa decisione saranno pesantissime anche per gli atenei pubblici delle Marche, eccellenze del nostro territorio come le Università di Macerata, Camerino, Urbino e, soprattutto, di Ancona, che, non a caso, si trovano già a fronteggiare la riduzione dei finanziamenti statali.

 

È indispensabile fermare questo processo e riportare il dibattito sulla centralità della qualità formativa e sulla necessità di investire nel pubblico.

Chiediamo con forza alla Regione di revocare il parere positivo alla Link University e di destinare le risorse al potenziamento degli atenei pubblici già esistenti, che da sempre rappresentano un presidio di cultura, innovazione e futuro per i giovani marchigiani.

Non possiamo permettere che la formazione universitaria venga trasformata in un mercato dove il denaro conta più della competenza. La Regione ha il dovere di garantire un sistema formativo equo, accessibile e di qualità, e non di piegarsi agli interessi economici e politici di pochi. La salute e il futuro dei cittadini non si svendono».


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