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La partita dal divano: un Ascoli rassegnato regala la vittoria al Rimini

SERIE C - Il rosso a Marsura è come un macigno alla squadra bianconera
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di Lino Manni

 

Dura quarantacinque minuti la partita Rimini-Ascoli. Poi l’arbitro fischia la fine. Anche mister Cudini accetta la decisione arbitrale e nella ripresa la partita è solo una proforma. Non c’è altro da dire.

Speravo in un sabato diverso e l’inizio sembrava promettente. Quello di partenza è un Ascoli compatto, con tanta voglia e la giusta determinazione. Bene l’innesto dei nuovi acquisti. Un inizio piccante come la classica pizza “alla diavola” del sabato sera.

Il Rimini risponde ai botti dell’Ascoli con le…botte. I padroni di casa picchiano come fabbri e Marsura, all’inizio, è il più bersagliato. Ci manca solo che se lo incartino e lo portino a casa. Ci può stare in un campionato di serie C dove la prestanza fisica “fa da padrone”. L’Ascoli ha le sue occasioni ma rischia anche qualcosa dietro.

 

Poi il fattaccio. Marsura entra alla disperata: il fallo c’è. Ci può stare anche un cartellino ma il rosso, diretto, è una assurdità. Marsura trattato come un killer. C’è la protesta dei compagni e di tutta la panchina ma la decisione dell’arbitro è irremovibile. La giacchetta nera (o meglio gialla) è il Giulio Cesare di turno e pronuncia la fatidica frase “alea iacta est” ovvero il dado è tratto. Una decisione dalla quale non si torna indietro e la partita finisce qui per l’Ascoli.

 

Nella ripresa i bianconeri rientrano in campo con la paura addosso. Mister Cudini ci mette del suo trasmettendo una sorte di rassegnazione a tutta la squadra. Tanti anni fa l’allenatore Zdenek Zeman, oltre ad allenare i suoi giocatori a salire e scendere i gradoni dello stadio, nella partitella del giovedì schierava una formazione con un uomo in meno. Era un modo per superare le differenze che si potevano incontrare nel corso di una partita.

 

Tornando allo stop di Rimini qualcosa di buono si è visto. I nuovi hanno fatto una buona impressione specie Moses Odjer che a tratti mi ha fatto tornare alla mente il francese N’Golo Kantè, vincitore della Premier League con il Leicester City di Claudio Ranieri. Stesse movenze in campo.


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