di Luca Capponi
È il 14 febbraio del 2012. Sul palco del Festival di Sanremo condotto da Gianni Morandi, Francesco Renga presenta il suo brano “La tua bellezza”. È in gara tra i big. Nella sezione “Sanremosocial”, dedicata agli emergenti, c’è invece Giulia Anania con “La mail che non ti ho scritto”.
L’ex cantante dei Timoria finirà ottavo nella classifica finale (dove svetta Emma Marrone con “Non è l’inferno”), mentre la giovane avrà meno fortuna, non riuscendo a raggiungere la finale. Eppure, da queste due partecipazioni senza nessuna apparente connessione, scaturirà qualcosa di imprevedibile, una delle avventure artistiche più esaltanti degli ultimi anni. Quella di un musicista nato e cresciuto ad Ascoli, che di nome fa Dario Faini.
È così, infatti, che l’allora 35enne cofirma i due pezzi. L’avvento dell’alter ego Dardust resta ancora solo un’idea. Nel frattempo la sua carriera d’autore prende letteralmente il volo legandosi in maniera indissolubile al palco dell’Ariston. Difatti nel 2013 torna nella città dei fiori e scrive il brano “Scintille” per Annalisa insieme ad Antonio Galbiati, che si classifica nono. A restare impresso però è il 2014, l’anno della tripletta: in gara ci sono ben tre pezzi da lui cofirmati, vale a dire “Il cielo è vuoto” di Cristiano De André (finisce al settimo posto), “Ti porto a cena con me” di Giusy Ferreri (nona) e “Un uomo è un albero” di Noemi, che però non entra in finale.
Nel 2016 tocca all’ex frontman dei Dear Jack Alessio Bernabei con “Noi siamo infinito” (finisce quattordicesimo), l’anno successivo a Lodovica Comello con “Il cielo non mi basta” che si piazza al dodicesimo posto e ancora a Bernabei con “Nel mezzo di un applauso” (quindicesimo). Arrivano invece noni The Kolors con “Frida (mai, mai, mai)”; siamo nel 2018, dodici mesi prima del gran botto.
Nel 2019, infatti, ecco il risultato che nessuno aspetta: il sodalizio con Mahmood e Charlie Charles dà vita a “Soldi”, pezzo che sbanca e arriva primo, imponendo la figura del cantante italo-egiziano anche a livello di vendite. Per Faini si tratta di una edizione ancora più speciale, visto che si trova anche, per la prima volta, a dirigere l’orchestra sanremese sia per Mahmood che per gli Ex Otago, in gara con “Solo una canzone”. Un trionfo, insomma, per quello che è l’unico ascolano della storia ad aver mai raggiunto un traguardo del genere.
L’accoppiata con Mahmood si ripropone nel 2020: i due scrivono insieme “Andromeda” per Elodie, che arriva settima. Faini mette la firma anche su “Eden”, pezzo che Rancore porta al decimo posto. Proprio col rapper romano torna sul palco nella serata delle cover, dove eseguono “Luce” di Elisa insieme a La Rappresentante di Lista. Non finisce qua, però, perché c’è una canzone di Faini anche tra le nuove proposte, trattasi di “Tsunami” degli Eugenio in Via di Gioia, che però non arriva in finale.
Ormai è evidente che Faini-Dardust, non si ferma più, dentro e fuori Sanremo. È divenuto un autore multiplatino capace di rendere oro tutto ciò che tocca e, al tempo stesso, uno dei nomi più apprezzati a livello internazionale col suo progetto parallelo dove, in benefica e coraggiosa opposizione alla forma canzone, non c’è parola ma suggestione ed i paesaggi sonori prendono il posto di strofe e ritornelli, esibendosi in tutto il mondo e ricevendo consensi unanimi. Compone, produce, suona e dirige.
Il Festival, però, è un appuntamento immancabile, dove spesso si toglie lo sfizio di portare alla luce talenti poco noti al grande pubblico. Come Madame, ad esempio, che esplode definitivamente con “Voce” (si classifica ottava), e La Rappresentante di Lista con “Amare” (undicesimi), entrambi nell’edizione 2021 insieme ad Irama, per cui scrive “Le genesi del tuo colore” (quinto posto finale), Noemi con “Glicine” (quattordicesima) e Francesco Renga con “Quando trovo te” (ventiduesimo). In questa edizione, Dardust figura anche tra gli ospiti della serata finale portando con sé sul palco una rappresentanza dei tamburini della Quintana.
Doppia partecipazione tutta al femminile nel 2022: stavolta tocca ad Emma con “Ogni volta è così” (arriva sesta) e Noemi con “Ti amo non lo so dire” (quindicesima), ma c’è anche Matteo Romano con “Virale”, che arriva undicesimo. Il 2023 è l’anno del ritorno sul podio grazie a Lazza e a “Cenere” che arriva seconda. In quell’edizione c’è anche Ariete, per cui Faini scrive “Mare di guai”, che si piazza al quattordicesimo posto.
Come se i record non bastassero, nel 2024 viene servito il bis: a vincere è Angelina Mango con “La noia”, che la figlia d’arte scrive con Madame e indovinate chi? Ma Dardust, manco a dirlo. Per lui l’ennesimo primato e la seconda vittoria a Sanremo nel giro di cinque anni. In classifica anche “Pazzo di te”, cantata da Renga e Nek, che giunge venticinquesima.
Un noto adagio dice che “non c’è due senza tre”. Da stasera, giornata di partenza del settantacinquesimo Festival di Sanremo, fino a sabato, Clara Soccini ha tutto il diritto di incrociare le dita. In gara c’è il suo brano “Febbre”, che, tra gli altri, porta la firma anche di un certo Dario Faini…
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