Marco Giobbi
di Giuseppe Di Marco
Ancora scintille all’interno del Pd: alla prima assemblea la “minoranza” resta fuori per protesta e ipotizza il ricorso sul congresso, che ha visto Marco Giobbi prevalere su Andrea Manfroni, seppur per appena 8 voti.
Il risultato dell’Unione di due giorni fa è stato commentato questa mattina dallo stesso Giobbi, in una conferenza stampa in cui chiarisce la propria posizione nei confronti di chi vorrebbe maggiormente riconosciuto il proprio ruolo.
La prima convocazione era servita a convalidare il nome di Giobbi in qualità di segretario eletto, oltre che proclamare gli altri 33 membri dell’Unione più i 3 membri di diritto. Nelle prossime sedute, quindi, verranno designati gli altri organismi e gli ulteriori incarichi.
«Da subito – spiega il ne segretario – voluto impostare un dialogo con Andrea Manfroni ed è in tal senso che l’altra sera ho proposto il ruolo della vicesegreteria, assieme ad Iacopo Zappasodi come secondo vice». Secondo questo schema, Paolo Piunti diventerebbe tesoriere e Alessandra Imbrescia presidente. Per la controparte, però, si sarebbe dovuto parlare anche della presidenza o pensare ad un ruolo di segretario aggiunto.
«Il ricorso è legittimo – prosegue Giobbi – ma non creerebbe le condizioni migliori all’interno di un Pd che, come forza maggioritaria di centrosinistra, ha la responsabilità di ricominciare a parlare con le altre forze politiche per mettere in campo una seria alternativa politica per la città, partendo da temi come l’atto aziendale e l’erogazione dei servizi sanitari, o la sicurezza e le prospettive economiche e occupazionali che questa città offre ai giovani, nonché la condizione ambientale di San Benedetto».
Conclude il segretario: «Spero che la mia elezione possa portare al superamento di una fase storica che per troppo tempo ha attanagliato il Pd su discussioni interne, con l’ingresso consistente di persone nuove non legate alle diatribe del partito. Ma c’è bisogno di cambiare metodi all’interno del partito».
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