I sindaci della Riviera delle Palme, da sinistra Alessandro Rocchi, Antonio Spazzafumo, Sergio Loggi, Alessio Piersimoni, Massimo Narcisi
di Pier Paolo Flammini
«Tra le destinazioni più gettonate vince Senigallia con 225.317 arrivi e 1.013.443 presenze. Seguono Pesaro con 263.123 arrivi e 948.257 presenze e San Benedetto del Tronto con 169.414 arrivi e 825.385 presenze».
Uno striminzito passaggio del comunicato della Regione Marche intitolato trionfalmente “le Marche dei record si presentano alla Bit“, provoca la reazione del sindaco Antonio Spazzafumo, il quale, pur analizzando la flessione, cerca di inquadrarla in un contesto più ampio. Anche perché, senza sminuire il dato, che abbraccia una tendenza nazionale figlia di una ennesima contrazione dei consumi interni indotta dalla ripresa dell’austerità post-Covid, si è tornati alle presenze del 2022: la flessione delle presenze nel 2024 (-4,70%), è praticamente identica all’aumento dell’anno precedente (+4,30%, clicca qui).
«I dati su arrivi e presenze dell’anno 2024 comunicati dalla Regione Marche confermano quelli provvisori che erano stati diffusi al termine del periodo estivo. San Benedetto del Tronto fa registrare un -9,85% negli arrivi e -4,70% nelle presenze, segno che coloro che hanno scelto questa città si sono -trattenuti per più tempo – scrive il sindaco di San Benedetto – Il dato in crescita di Pesaro non deve sorprendere, visto che è stata la Capitale italiana della Cultura 2024 accogliendo tantissimi eventi: anzi, ci saremmo aspettati un dato ancor più positivo. Ma come ha giustamente rilevato il presidente dell’Associazione albergatori Nicola Mozzoni, l’arido dato numerico dice ben poco».
«Non ci dice, per esempio che tipo di turismo accogliamo, con quale capacità di spesa, quale ricaduta hanno queste presenze sull’economia locale. A questi dati qualitativi dobbiamo fare riferimento. Un maggior numero di arrivi, infatti, non necessariamente ha un significato positivo, basti pensare ad esempio all’impronta ecologica sull’ambiente, uno di quei fattori che ha sempre più peso nelle scelte della destinazione turistica. Tutto questo non deve farci ignorare i segnali di una difficoltà del nostro sistema ricettivo che ha un urgente bisogno di ripensarsi in una chiave adeguata ai tempi, supportata da una governance pubblica a sua volta al passo con un mondo che cambia rapidamente, così come le abitudini e i desideri di chi va in vacanza. E poi avere l’abilità adeguata per far arrivare ai potenziali ospiti l’immagine non di una città turistica, ma di una destinazione, un concetto molto più ampio che investe il modo di preparare i luoghi, di concepire i servizi, di organizzare l’accoglienza, di tarare i prezzi, di ampliare la proposta ben oltre i canonici mesi estivi» continua.
«Senza considerare la necessità di porre con forza l’irrisolta questione dell’accessibilità di questo lembo meridionale della Regione: è sempre più difficile arrivare qui dalle grandi realtà del Nord italiano ed europeo con una stazione ferroviaria piena di barriere, un’autostrada pericolosa e in continua manutenzione, con i collegamenti ferroviari difficoltosi. Sono questi i motivi che rendono non più rinviabile la creazione di un sistema organizzato come la Dmo – Destination Management Organization, per questo abbiamo coinvolto tutti i soggetti privati che sono chiamati insieme a noi a lavorare a questo progetto, per questo 5 sindaci del comprensorio si sono ritrovati a Milano, anche in rappresentanza di coloro che non sono potuti essere presenti, per presentare un progetto comune alla Borsa Internazionale del Turismo, purtroppo in una giornata, quella del martedì, che non ha avuto l’auspicato supporto della Regione com’era accaduto agli ospiti delle due giornate precedenti» aggiunge.
E infine la promessa: «Metteremo ancor più energia ed entusiasmo in questo progetto perché riteniamo che sia lo strumento giusto per far compiere al turismo sambenedettese, e a quello di un intero comprensorio che gravita sulla Riviera delle Palme, quel salto qualitativo che non è più rinviabile».
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