di Federico Ameli
Dall’ex cappellina del Pio Istituto Sacro Cuore si snoda il percorso di riqualificazione che il Comune di Ascoli intende portare avanti per viale Vellei.
Nella sala convegni, a una manciata metri di distanza dal viale alberato in questione, è andato in scena un incontro pubblico che nel pomeriggio di ieri, giovedì 13 febbraio, ha contribuito a far luce sul progetto di Palazzo Arengo per uno dei viali di accesso al centro storico tra i più cari agli ascolani, visceralmente legato ai ricordi di generazioni di residenti e studenti.
Grande partecipazione all’incontro pubblico in viale Vellei
A confermarlo è la massiccia partecipazione del quartiere e degli ascolani, tra cui diversi rappresentanti di maggioranza e opposizione, all’incontro fortemente voluto dall’Amministrazione Fioravanti per stabilire il destino dei 45 ippocastani del viale, 16 dei quali ritenuti pericolosi per l’uomo in base allo studio condotto dall’agronomo Agostino Agostini, esperto individuato dall’Arengo per la redazione del Piano del verde cittadino.
«A partire dallo studio di Agostino Agostini sono stati valutati 700 alberi – spiega il sindaco Marco Fioravanti ai presenti – Questo incontro pubblico serve a condividere un piano di incentivazione di nuovi alberi e sostituzione degli alberi che mettono a rischio la vita dell’uomo. Abbiamo svolto un interlocuzione con Legambiente per condividere una scelta di carattere pubblico, che l’amministrazione deve fare in modo condiviso.
Agostino Agostini, Attilio Lattanzi, Marco Fioravanti, Marco Cardinelli e Ugo Galanti
Abbiamo un viale di ippocastani che, parlando anche con il professor Di Lorenzo, rappresenta anche una questione di memoria e di vita, un ricordo delle emozioni vissute nel tempo che hanno segnato la vita della nostra comunità».
Come illustrato dal sindaco Fioravanti, per coniugare l’esigenza di preservare il verde pubblico e intervenire sulle piante ormai irrimediabilmente malate, nell’ambito del piano elaborato dall’Arengo è stato già previsto in delibera che la piantumazione di nuovi alberi dovrà precedere la rimozione degli arbusti malati, da definire al più presto per ottimizzare le tempistiche di consegna e piantumazione delle giovani piante.
Quali? La scelta, secondo l’Arengo, dovrebbe ricadere su un ibrido di ippocastano – suggerito da Agostini in quanto simile in tutto e per tutto all’ippocastano tradizionale, eccezion fatta per la mancata produzione di castagne e per i fiori più grandi e leggermente rosati – o sul ginkgo biloba, albero già presente in città e in particolare in corso Vittorio Emanuele.
Agostino Agostini, Attilio Lattanzi e Marco Fioravanti
«Quando si fa una valutazione, questa deve essere condotta a più livelli e altezze, con diverse strumentazioni – afferma Agostino Agostini – Qui subentra però anche un aspetto di vita probabile e di costi e benefici. Di fronte a un viale con alberi potati a vaso, inserire un albero di forma piramidale, come quelli disponibili nella maggior parte dei vivai, per trasformarlo in un albero potato a vaso richiede una serie di ulteriori tagli, che corrispondono a indebolimenti dell’albero stesso.
Per andare incontro alla paesaggistica attuale, sono stati previsti 3 anni di formazione degli alberi affinché si uniformino al resto del viale. Curare un albero se ha buone possibilità di essere sano ha senso, altrimenti no. Siamo stati chiamati a una valutazione tra sostituire tutti gli alberi del viale e restituire poi una forma simile a quello di oggi e, in alternativa, sostituire le fallanze».
L’Arengo propende dunque per la seconda via, mentre alcuni cittadini dalla platea approfittano del confronto per chiarire alcuni dubbi o esprimere le proprie perplessità. Una donna, tra gli altri, sottolinea l’impatto emotivo di una sostituzione che, dal suo punto di vista, andrebbe a stravolgere l’assetto del viale e a limitare la disponibilità di ombra in estate, in attesa che le nuove piante crescano.
L’intervento di uno dei cittadini
Il sindaco Fioravanti, dal canto suo, sottolinea la responsabilità penale di chi amministra, facendo riferimento alla tragica morte di una donna a Roma a fine 2024 per la caduta di un albero.
«Temporeggiare non è la soluzione, perché abbiamo già atteso troppo tempo senza curare o intervenire sulla pianta – afferma Fioravanti – Dobbiamo tracciare una linea: sono stati fatti degli errori in anni in cui non ero nemmeno nato. C’è un grande progetto integrato: è stata condotta un’analisi dello stato di salute degli alberi, da inserire nell’ambito del piano del verde».
Secondo Paolo Prezzavento, vicepresidente del circolo ascolano di Legambiente, gli ippocastani di viale Vellei rappresenterebbero un unicum da tutelare in Italia, dove negli anni, in diverse città, sono stati abbattuti senza appello. Che dire, poi, di quegli alberi che a prima vista appaiono in buona salute, schedati invece dal Comune come pericolosi, o delle potature che ad alcuni cittadini non sembrano condotte a regola d’arte? È lo stesso Agostini, professionista del settore, a replicare.
L’intervento di Paolo Prezzavento
«Alcuni alberi recisi erano integri alla base – conferma l’agronomo venarottese – ma salendo con il cestello posso assicurare che, al di sopra di un tronco sano, risultavano completamente cavi, con acqua e immarcescenze varie». Sulla questione potature, invece, è stato più volte ribadita la formazione a cui ogni ditta del settore viene sottoposta ancor prima dell’affidamento dei lavori, con la successiva supervisione ed eventualmente sanzione dell’agronomo Agostini per conto del Comune e di Ecoinnova, affidataria dei lavori.
Grande partecipazione all’incontro pubblico all’Istituto Sacro Cuore
Sulle modalità di coinvolgimento della cittadinanza, invece, ha qualcosa da ridire la consigliera di Ascolto&Partecipazione Marta Luzi. «Bisognerebbe discutere di questi aspetti prima di procedere con le delibere» sostiene.
L’interesse per il destino di viale Vellei è forte, nella consapevolezza di dover presto prendere una decisione per garantire nuove prospettive a uno splendido viale alberato che, in un modo o nell’altro, dovrà rappresentare un punto fermo anche per l’Ascoli che verrà.
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