di Peppe Ercoli
È iniziata la perizia psichiatrica su Massimo Malavolta, accusato di aver ucciso la moglie Emanuela Massicci nella notte del 19 dicembre scorso a Ripaberarda. L’esame si è svolto nel reparto medico del carcere di Marino, dove l’uomo è attualmente detenuto.
Alla seduta hanno preso parte i periti nominati dal giudice, i medici legali Pietro Alessandrini e Alberto Testa, affiancati dalla psicologa giuridica Sara Pezzuolo. La Procura ha incaricato il professor Adriano Tagliabracci e Roberto Catanesi, esperto in psicopatologia forense. La difesa, rappresentata dall’avvocato Saveria Tarquini, ha scelto come consulenti il medico legale Claudio Cacaci e la psichiatra Emilia Alfonsi, mentre i familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Nazario Agostini, non hanno nominato periti.
L’incontro, durato circa due ore, si è svolto in un clima sereno, con Malavolta che ha risposto alle domande riguardanti la sua vita fino ai 24 anni, mostrandosi emotivamente coinvolto. Non si è ancora discusso del delitto né del contesto familiare nei mesi precedenti, aspetti che verranno affrontati nei prossimi incontri settimanali.
Malavolta, seguito in passato dai servizi psichiatrici della AST di Ascoli, è attualmente in terapia. Dal 15 gennaio si trova in carcere, dopo un mese di ricovero all’ospedale Madonna del Soccorso, senza aver ricevuto visite dai parenti.
I periti dovranno stabilire se al momento del delitto l’uomo fosse capace di intendere e di volere, se rappresenti un pericolo sociale e quale misura di sicurezza possa essere applicata. Verranno inoltre eseguiti esami tossicologici per verificare l’eventuale uso di sostanze stupefacenti nei mesi precedenti l’omicidio. I risultati della perizia saranno presentati il 7 maggio.
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