Tifosi Samb
di Pier Paolo Flammini
Si tratta di una prova di maturità, e per questo gli applausi a fine gara degli spettatori vanno poi tenuti a mente quando si considera invece il Bar Social, dove la tifoseria appare divisa a metà rispetto al pareggio interno con il Castelfidardo, se non altro perché essendo il terzo consecutivo segna una inversione rispetto al periodo precedente, soprattutto le dieci vittorie consecutive.
Una prova di maturità perché il vantaggio su L’Aquila è rimasto invariato, nonostante le due partite casalinghe consecutive degli abruzzesi; e solo il Chieti ha approfittato, condannando però il Teramo che è scivolato come i neroverdi trascinati dal ritrovato Vuthaj a ben 11 punti di distacco dalla Samb. Non si può sempre vincere e non ci si deve far prendere dalla frenesia perché se l’obiettivo è approdare in Serie C sarà bene tener presente che difficilmente i numeri eccezionali di questo campionato possono ripetersi in terza serie: l’ansia non è mai sintomo di forza e di questo deve tenerne conto anche la dirigenza perché dopo il pari di Riano col Roma City serviva un elogio incondizionato a tutto il gruppo e non qualche recriminazione.
La calma è la virtù dei forti e se il più calmo è un ragazzino di 18 anni che compie due prodezze all’ultimo secondo in due partite consecutive, vuol dire Orsini è un esempio. Senza Eusepi e senza Candellori (due dei quattro mattatori della Samb come disse l’allenatore dell’Atletico Ascoli Seccardini, gli altri individuati in Guadalupi e Gennari), senza di fatto Sbaffo che doveva essere il post-Lonardo (ieri il suo primo gol in C con l’Atalanta Under 23, sconfitta con la Giana Erminio), senza Zini che sulla fascia è travolgente, senza Lulli e con giocatori rientrati dall’infortunio come Fabbrini e Baldassi, c’è poco di questa Samb rispetto a quella di fine dicembre o inizio gennaio.
Bisogna saper pazientare, e gestire il vantaggio: i campionati non si vincono con 20 punti di vantaggio, ne basta 1.
Col Castelfidardo la partita era la più difficile immaginabile. Palladini non ha voluto rinunciare al modulo vincente, il 4-2-3-1, che fino ad ora era stato accantonato parzialmente solo a Civitanova, quando Guadalupi giocò come trequartista (la Samb non giocò una partita spettacolare) e nel secondo tempo di Recanati. Proprio nella terra di Leopardi il 4-2-3-1 iniziale fu “sporco” come quello contro il Castelfidardo, e costrinse anche allora a un secondo tempo impostato sul 4-3-3 con risultati migliori. A Recanati fu la volta di Tourè giocare da spaesata “sottopunta”, ieri D’Eramo. Gli esperimenti non sono andati al meglio e in quel ruolo possono giocare Moretti, Sbaffo e, in subordine, Baldassi o Fabbrini.
Domenica prossima, ad Avezzano, dove gioca Ferrari, l’attaccante classe 2006 inseguito dalla Samb e che adesso avrebbe fatto comodo, torneranno nel gruppo sia Zini che Lulli, Fabbrini, Baldassi e Sbaffo avranno ulteriormente recuperato, Paolini e D’Eramo hanno accumulato minuti che ieri non avevano. Certo, mancherà Battista, squalificato, ma proprio nel ruolo dove ci sono più sostituti (si ricorderà anche il proficuo impiego di Chiatante a L’Aquila). Ma l’impressione è che il 4-2-3-1, senza Eusepi e con Sbaffo da gestire, sarà messo da parte per qualche giornata.
Certo che con il solo Moretti come terminale offensivo, lo schema di gioco deve essere diverso: gli esterni devono entrare di più in area, le mezze ali si devono inserire. Era il problema rilevato a inizio stagione e che dopo le prime tre partite portò alla rivoluzione inattesa, il 4-2-3-1 con Lonardo sottopunta. Problema che per forza di cose si riproporrà, a meno di correttivi.
CONFRONTO ANDATA-RITORNO Interessante, dopo sette giornate, confrontare i risultati del ritorno con quelli dell’andata, magari con la leggera influenza rispetto al numero di gare giocate in casa e fuori casa. Il primo dato che emerge è che le prime quattro della classifica sono anche le prime quattro nella classifica del ritorno, pur se con posizioni diverse.
Il Teramo, nel ritorno, ha realizzato 16 punti (5 vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta) e comanda la classifica parziale (16 gol fatti, 6 subiti). Segue la Samb a 15 (4 v, 3 p – 17 gol fatti, 5 subiti), Chieti a 15 (4 v, 3 p – 13 f, 7 s) e infine L’Aquila (3 v, 3 p, 1 s – 7 f, 5 s).
Ma come andò all’andata? La Samb era nell’identica posizione: 15 punti, con 4 vittorie e 3 pareggi, due gol in meno realizzati (14) e uno in meno subito (4), con una differenza reti peggiore (oggi +12, allora +10). Insieme alla Samb c’era il Fossombrone, poi il Chieti a 14 (4 v, 2 p, 1 s), anche i neroverdi con lo stesso punteggio del ritorno, così come L’Aquila, sempre a 12 (3 v, 3 p, 1 s).
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