Il sindaco Marco Fioravanti
di Nunzia Eleuteri
Sì è rivelata ancor più insolita ed inutile l’interrogazione comunale al sindaco di Ascoli Piceno sul conflitto di interessi dei giornalisti dipendenti pubblici.
Il punto 9 all’ordine del giorno del Consiglio comunale della città delle cento torri è stato discusso questo pomeriggio a Palazzo dei Capitani.
Per l’occasione, i consiglieri di minoranza si sono messi il bavaglio mandando un chiaro messaggio alla maggioranza, suscitando non poche polemiche e reazioni.
I consiglieri comunali di opposizione di Ascoli con il bavaglio durante la discussione del punto sui giornalisti dipendenti pubblici
A presentare l’interrogazione, il primo firmatario, Emidio Premici (ex giornalista, come lui stesso ha dichiarato) che ha tenuto a precisare che il documento protocollato è stato firmato dai capigruppo di maggioranza e che quindi è stato condiviso da tutti i consiglieri da questi rappresentati.
Pertanto non sono 9 i consiglieri che hanno partorito questa inspiegabile interrogazione ma ben di più. Probabilmente, vista l’inopportunità della faccenda, per spirito di gruppo e amicizia, sarebbe stato meglio che Premici avesse “salvato” tutti gli altri assumendosi la responsabilità di questa iniziativa.
Ma l’unica responsabilità che ha pubblicamente dichiarato di avere è quella di aver posto male la domanda scrivendo sull’interrogazione l’inappropriata frase “conflitto di interessi”.
In sintesi, tutta la maggioranza ha condiviso questa iniziativa probabilmente senza parlarne con il sindaco visto che lui, molto semplicemente, ha spiegato che il Consiglio comunale non è la sede opportuna per parlare di un’opinione a carattere generale sulla professione del giornalismo.
Rimarcando più volte che «la libertà di stampa non deve mai essere messa in discussione» e ringraziando i giornalisti per il grande lavoro che svolgono, il sindaco ha voluto però evidenziare che i dipendenti pubblici debbono attenersi al codice comportamentale.
Nulla da eccepire, ma c’era bisogno di un’interrogazione comunale?
A che pro, dunque?
Restiamo con questo punto interrogativo perché davvero non si è capito l’obiettivo che si volesse raggiungere.
«La maggioranza mira ad intimidire la libertà di espressione dei giornalisti»
Inopportuna interrogazione al Sindaco sul conflitto di interessi dei giornalisti dipendenti pubblici
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