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Festival culturale dei borghi rurali della Laga, la cerimonia di apertura a Palazzo dei Capitani

ASCOLI - Un viaggio tra cultura, tradizioni e, soprattutto, persone che per 11 mesi prevede 59 date in calendario, con eventi nelle Marche, in Abruzzo e nel Lazio. Un’opportunità per valorizzare l’inestimabile valore culturale, ambientale e di tradizioni del gruppo montuoso e delle aree limitrofe, spesso penalizzate dall’inerzia delle istituzioni 
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La proiezione del videoclip, a Palazzo dei Capitano, e relativa all’edizione 2024 (ph D. Cornacchia)

 

 

di Gabriele Vecchioni

 

Si è tenuta oggi, sabato 22 febbraio, ad Ascoli la cerimonia di apertura del Festival culturale dei Borghi rurali della Laga (edizione 2025). L’incontro, che ha visto la partecipazione di un pubblico folto e interessato, ha avuto luogo nella Sala della Ragione, al Palazzo dei Capitani, nella centralissima Piazza del Popolo.

Castel Trosino, una delle location del Festival 2024 (ph D. Cornacchia)

Il Festival, giunto al quarto appuntamento, è diventato un must per quanti hanno a cuore le sorti di questo straordinario territorio. La Laga è compresa, insieme con i gruppi calcarei del Gran Sasso d’Italia e dei Monti Gemelli, nel Parco Nazionale Gran Sasso-Laga e, da sempre, fa parte del bagaglio di esperienze escursionistiche degli amanti locali (e non solo) della montagna. Una generazione di escursionisti ha frequentato gli splendidi itinerari del Gruppo, “perdendosi” nei boschi alla ricerca delle “cascate della Laga”, con il fondale sonoro delle acque scorrenti (ricordiamo che l’oronimo “Laga” viene dal latino laca, plurale del neutro lacum, nel senso di “grande quantità di acqua”).

 

Ma la Laga non è solo natura, è anche cultura, antropologia e sociologia. Percorrerne i sentieri significa rivivere le gesta dei briganti, degli eremiti, dei montanari che li hanno frequentati. Visitarne i paesi semi-abbandonati in maniera attenta (“partecipata” è il termine tecnico) significa comprendere le motivazioni di chi ha scelto la restanza invece che l’emigrazione.

Ammirarne le chiese e le opere d’arte ancora presenti sul territorio vuol dire partecipare all’avventura umana di chi ha vissuto qui; erano un importante punto di riferimento territoriale e sociale e testimoniano la devozione popolare che permetteva, anche in luoghi isolati, di godere delle opere di validi artisti. Un esempio per tutti: una delle opere più famose di Carlo Crivelli è il trittico di San Vito, conservato presso la Pinacoteca civica di Ascoli Piceno e dal quale viene estrapolato lo splendido San Sebastiano in abiti rinascimentali, spesso utilizzato per comunicazioni istituzionali.

 

Partecipanti a Morrice, intorno al plurisecolare Piantone di Nardò, il castagno più grande dell’Italia peninsulare (ph Borghi Laga)

Il Festival culturale dei borghi rurali della Laga è costruito sul lavoro dei volontari e dei residenti interessati alla rivalutazione sociale e alla promozione di quest’area bellissima e turisticamente poco valorizzata; è giunto ormai al quarto anno, in un continuo “crescendo” di eventi e con un numero sempre maggiore di partecipanti. L’indiscutibile successo del Festival è evidenziato proprio dalla buona partecipazione popolare di appassionati di escursionismo e di cultura del territorio, con una continuità di presenze, anche in caso di condizioni meteo non-favorevoli. Ricordiamo che i partecipanti prenotati agli eventi previsti, godono della copertura assicurativa garantita dall’organizzazione.

 

Quest’anno, gli incontri previsti sono ben 59, compresi in un lasso temporale che inizia a febbraio (l’apertura del Festival ad Ascoli Piceno è del 22 febbraio) e continua fino a fine anno (dicembre). Ascoli Piceno è presente, oltre alla data dell’inaugurazione della kermesse, anche con due appuntamenti nelle sue frazioni, Castel Trosino e Piagge, e con diversi incontri in centri della sua provincia, nell’Acquasantano e nell’Arquatano.

 

La rassegna interessa, però, diverse realtà di un territorio assai vasto, che comprende borghi e località appartenenti all’intero territorio dei Monti della Laga, dei Monti Gemelli, dell’Alto Aterno e, quest’anno, anche di aree limitrofe, vicine geograficamente e culturalmente: l’Amatriciano, la valle del Tronto e il cosiddetto “Appennino perduto”, arrivando fino alle terre lambite dall’Adriatico.

 

Un momento della manifestazione del 22 febbraio ad Ascoli (ph D. Cornacchia)

Sono ben 22 le amministrazioni comunali (tra cui il Comune costiero di Roseto degli Abruzzi), 12 gli enti che hanno dato il patrocinio all’evento. Tra le associazioni che appoggiano la serie di eventi proposta ci sono anche tre Slow Food regionali, a conferma che il territorio della Laga è ricco anche di sorprese gastronomiche.

 

Gli appuntamenti del Festival propongono, oltre alla ricerca identitaria e alla riscoperta di sentieri e “luoghi dell’anima”, anche la valorizzazione di iniziative culturali ed economiche locali, per la ricostruzione e il consolidamento delle comunità locali, allentate dallo spopolamento e dalle oggettive difficoltà legate all’isolamento e ai danni del sisma. È una proposta di riequilibrio culturale e sociale tra aree urbane e zone montane, come ha evidenziato, nel suo intervento, Roberto Gualandri, presidente della nuova Associazione di Volontariato “Borghi e Sentieri della Laga”, presentata nell’occasione come organismo di diretta rappresentanza del “Coordinamento delle Comunità della Laga”.

 

Ricordiamo che, in una precedente intervista pubblicata su Cronache Picene (leggila qui), Roberto Gualandri aveva presentato il gruppo social “Borghi e sentieri della Laga”, fulcro di questa operazione mediatica, «ormai diventato a tutti gli effetti il principale Social di comunicazione dei Monti della Laga, è diventato soprattutto uno straordinario esempio di “laboratorio culturale dinamico”, autentico motore propulsivo di tutte le principali iniziative intraprese nel territorio».
All’intervento ha fatto seguito la proiezione di un breve filmato, un videoclip che ha raccontato le diverse tappe della terza edizione del Festival, quella del 2024.

 

I soci fondatori della nuova Associazione di volontariato “Borghi e sentieri della Laga”

In conclusione, la manifestazione è un Festival lungo 11 mesi, con oltre 59 date in calendario, con eventi in luoghi di tre regioni diverse, in Abruzzo, Marche e Lazio: un viaggio unico tra cultura, tradizioni e, soprattutto, persone, che ci accompagnerà per tutto l’anno. Un’opportunità per valorizzare l’inestimabile valore culturale, ambientale e di tradizioni della Laga e delle aree limitrofe, spesso penalizzate dall’inerzia delle istituzioni.

 


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