Cinque alberi singoli nel vasto territorio ascolano. Un’unica, ma piuttosto corposa, formazione alberata nel cuore di San Benedetto. Ecco due delle eccellenze messe in evidenza dalla nuova mappa degli alberi monumentali, recentemente pubblicata dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
In Riviera, la mappa sottolinea ancora una volta quanto sia importante il patrimonio palmizio, sul quale – ultimamente – sono in corso degli importanti lavori di tutela e ricambio. Ma, intanto, soffermiamoci su Ascoli. Lì, l’albero che spicca più di tutti è sicuramente un imponente cedro del libano. Se non altro poiché presente in pieno centro, zona Forte Malatesta. Gli altri 4 sono tutti distribuiti tra periferia e frazioni.
Mentre, a San Benedetto, il Ministero ha puntato sulle palme pubbliche presenti lungo viale Buozzi e le vie Pasqualetti e Paolini. Un’area strategica che, ultimamente, è al centro di un’importante opera di rinnovamento del verde pubblico. Da un vivaio specializzato di Grottammare, l’amministrazione comunale sambenedettese ha acquistato dei nuovi esemplari di palma (tipo “Washingtonia”, altezza minima 3 metri) per una spesa complessiva di 9.680 euro. Il tema ha animato uno degli ultimi Consigli comunali, col consigliere della Lega, Lorenzo Marinangeli, che chiedeva informazioni sulla lotta contro il Punteruolo Rosso: famelico parassita che attacca l’albero-simbolo della Riviera, portandolo alla morte.
Il vicesindaco Antonio Capriotti ha fatto sapere che gli addetti alla cura del verde sono impegnati su più fronti, anche in un’operazione di ripiantumazione degli esemplari morti: «Sono già state piantate 40 nuove palme e altre ne arriveranno, soprattutto sul lungomare». Effettivamente, proprio lì in questi giorni si osservano alcuni “lavori in corso”, con degli scavi pronti per ospitare nuove palme al posto di esemplari ormai privi di vita.
Purtroppo ultimamente c’è stata una rimonta del Punteruolo Rosso, dovuta anche al fatto che gli antiparassitari attualmente in uso risultano meno efficaci rispetto a quelli utilizzati in passato e oggi non più disponibili, poiché ritirati dal commercio su disposizioni del Ministero della Salute. Veniva utilizzato un prodotto a base del principio attivo Chlorpyrifos che si è scoperto essere dannoso non solo per le api, ma anche per alcune persone, soprattutto infanti.
«Da almeno 15 anni lottiamo contro il Punteruolo Rosso – rimarcano dal Comune – e, in questo arco di tempo, i palmizi della città e la sua immagine caratteristica sono stati conservati pressoché integralmente. Un lavoro che ha avuto riconoscimenti ai più alti livelli, in convegni e tavoli di lavoro, ed è un dato di fatto che in altre realtà, anche con maggiori disponibilità economiche e più rinomate, le palme sono completamente sparite da viali e giardini pubblici».
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