Fausta D’Alesio Polidori (a destra) con Anna Perrotti (a sinistra), presidente di Alma Canada, associazione che tiene vive le tradizioni picene come la festa della Befana ed il Carnevale dove si esibiscono giovani e coppie con costumi d’epoca ispirati alla Quintana ed alle maschere storiche “Gli Zanni”
di Maria Cristina Pasquali
Abbiamo il piacere di far conoscere la brillante signora Fausta D’Alesio Polidori, originaria di Acquasanta Terme, uno dei membri esecutivi del comitato regionale dei Marchigiani nel Mondo. Rappresenta infatti la vivace comunità dei nostri corregionali a Montreal, in Canada.
Giovanni e Fausta Polidori nell’aprile 1964 a Quintodecimo, frazione di Acquasanta Terme
Polidori, ci racconti come, quando e perché decise di partire per il Canada?
«Sono arrivata a Montreal nel 1967 insieme al mio primogenito Valentino, che all’epoca aveva due anni. Mio marito Giovanni Polidori era già a Montreal da un anno e lavorava con mio fratello, manager di una impresa di costruzione.
Erano già arrivati nei 10 anni precedenti due miei fratelli e tre sorelle oltre al fratello di mio marito, Giulio Polidori, un tenore che si era stabilito a Montreal dopo essere passato da New York e Toronto con una modesta carriera lirica e musicale.
Sposatosi poi con la soprano canadese Linda Brabant, era tornato successivamente insieme a lei a vivere e insegnare ad Ascoli Piceno».
Come fu l’inserimento nella società canadese?
«Per me, ultima della famiglia ad emigrare in Canada, l’integrazione fu molto più facile con tutti i miei parenti intorno già ben sistemati. Invece i miei genitori erano restati nel nostro paesello di Quintodecimo e quelli di Giovanni a Paggese sempre nei dintorni di Acquasanta Terme. In realtà, nelle Marche, io avevo già un lavoro di impiegata aziendale da cinque anni in una ditta di Ascoli ma all’età di 23 anni, insieme al mio piccolo primogenito, raggiunsi mio marito a Montreal. Arrivando qui nell’anno dell’Expo Internazionale, il 1967, fu veramente un periodo di grandi meraviglie».
La famiglia Polidori alle loro nozze
Avete fatto subito nuove conoscenze?
«Andavamo alcune volte a visitare l’esposizione insieme ai miei familiari. Entrammo così a fare parte di un mondo nuovo sino allora sconosciuto, pieno di tante differenti razze lingue e colori. Facemmo conoscenza con tante famiglie giovanissime come noi, con tanti bambini ed era sempre una festa incontrarsi e divertirci insieme. Naturalmente si lavorava molto e quindi ci si aiutava a vicenda per accudire bambini e casa, in particolare abitando due famiglie insieme in piccole case, per mettere da parte qualche soldo e comperarsi la prima casa di proprietà dopo qualche anno».
Che lavoro aveva trovato?
«Avevo terminato gli studi superiori ad Ascoli e per meglio inserirmi, all’arrivo a Montreal, decisi subito di prendere lezioni serali di lingua francese ed inglese, e dopo la nascita del secondo figlio Federico, ottenni il primo impiego in una banca, ma successivamente, per circa 35 anni, fui direttrice amministrativa delle ditte di mio fratello Domenico D’Alesio: un negozio di materiali da costruzione, impresa di costruzione, affitto attrezzature. Il sabato mattino poi insegnavo nei corsi elementari di lingua italiana ai figli di emigrati italiani, dove portavo anche i miei due figli».
Giovanni e Fausta con alcuni nipoti
Secondo lei quale è la differenza fra la vita in Canada e quella in Usa?
«Il Canada considera il Multiculturalismo come fondamento della sua Costituzione perciò si distinguono diverse comunità e razze, si parlano due lingue correntemente. Qui in Quebec c’è sempre la francesizzazione che a noi da un po’ fastidio perché alla fine dobbiamo utilizzare tre lingue (italiano, francese e inglese), mentre i francesi del Quebec parlano solo francese. La conoscenza della lingua francese è un criterio essenziale per trasferirsi in Quebec. Viceversa gli italiani emigrati in Usa parlano solo inglese e sono anche contenti di Trump.
Il Canada è anche piuttosto pacifista ed è considerato uno dei paesi più vivibili al mondo. Però il clima a volte è stancante per il freddo che dura molti mesi e per questa ragione andiamo spesso in vacanza in Florida, a Daytona Beach, dove possediamo un appartamento. In tal modo posso passare lì alcune settimane con mia sorella per stare più tempo al caldo».
Domenico Polidori con tutte le sorelle e rispettivi mariti
Dopo quando tempo è tornata per la prima volta in Italia?
«Dopo nove anni sono tornata in Italia per la prima volta con marito e figli, per rivedere i genitori ed introdurre i nostri figli alla cultura italiana. Tutti i nostri figli (18 nella mia famiglia di origine) parlano correntemente tre lingue come noi, mentre i tanti nipoti un po’ meno, ma tutti tornano volentieri in Italia quando è possibile per le vacanze ed apprezzano molto la cultura, le città, i borghi, la storia, l’arte e soprattutto la cucina marchigiana. Nella provincia di Ascoli abbiamo ancora un nipote D’Alesio e altri 18 nipoti Polidori. Con loro e con le loro belle famiglie abbiamo tutti uno stretto legame. Ogni volta che ci si incontra tra cugini specialmente è sempre una grande festa, il dialetto è ancora oggi il nostro migliore mezzo di comunicazione».
Com’è nata l’associazione marchigiana in Canada?
«Nel 1976 fu fondata a Montreal da monsignor Igino Ragni l’Alma Canada Inc. Associazione regionale marchigiani. Raggruppa i marchigiani residenti a Montreal e dintorni, con eventi socioculturali e religiosi sotto la protezione della Madonna di Loreto, che festeggiamo il 10 dicembre di ogni anno. Anni fa eravamo arrivati a 600 famiglie come membri, ora ce ne sono circa 350».
Il matrimonio del secondogenito di Fausta
Quali attività portate avanti?
«Nell’associazione Alma Canada Inc. (www.almacanada-marche.com), anche se con meno membri al presente, siamo molto attivi continuando le belle attività del passato. La nostra riuscita è dovuta all’attenzione che portiamo alle giovani generazioni; cominciando con la festa della Befana per i piccoli a cui partecipano genitori e nonni.
Poi il Carnevale dove si esibiscono giovani e coppie con costumi d’epoca ispirati alla Quintana ed alle maschere storiche “Gli Zanni”.
Poi il torneo di golf con raccolta fondi per dare borse di studio a livello universitario ai discendenti marchigiani, nonché per donazioni a ospedali locali per bambini, tutto questo grazie ai nostri sponsor. La comunità italiana di Montreal e quella istituzionale ci elogia, apprezza il nostro spirito, le nostre iniziative e l’operosità tipica dei marchigiani».
Fausta Polidori con la sorella e alcuni parenti durante una visita ad Acquasanta
Quando ha iniziato a far parte dell’Associazione?
«Faccio parte dell’associazione Alma Canada sin dall’inizio, ma sono parte del direttivo da 20 anni. Alma è iscritta alla Regione Marche e sono consultrice dell’associazione da 20 anni. Da 10 anni faccio parte del Comitato esecutivo marchigiani nel mondo come rappresentante dei marchigiani in Canada. Nel comitato dei rappresentanti ad Ancona ci sono due argentini, un brasiliano, un australiano, una belga, un americano a New York, il nostro presidente Franco Nicoletti vive in Lussemburgo. Ci riuniamo ogni tanto virtualmente ed una volta l’anno di persona. Stiamo stringendo molti legami tra i residenti nelle Marche e noi all’estero, siamo fieri delle origini marchigiane, ne siamo rappresentanti, promotori e collaboratori».
La cognata di Fausta con una foto del marito, il tenore Giulio Polidori
I vostri associati sono venuti a visitare le Marche?
«Con l’anno del turismo delle radici, inaugurato in Italia nel 2024, abbiamo portato lo scorso settembre un gruppo di nostri membri Alma a visitare le Marche, 13 giorni di immersione totale partendo da Pesaro sino ad Ascoli, con grande soddisfazione di tutti i partecipanti. Ho apprezzato molto durante la riunione di settembre, a Montefano, il video “Itaca”, presentatoci dalla sindaca e dal regista Marco Bragaglia, sull’emigrazione marchigiana dell’inizio dello scorso secolo. Ho voluto presentarlo qui ai nostri membri perché la storia è familiare a molti; mi ha fatto piacere soprattutto vedere che questo documentario sia stato presentato ed apprezzato principalmente dai residenti delle Marche».
Se potesse tornare indietro rifarebbe la stessa scelta di partire per un paese così lontano?
«Quando abbiamo deciso di emigrare sapevamo cosa aspettarci. Con mio marito, ora deceduto, avevamo deciso che ci saremmo stabiliti in Canada e che saremmo tornati nelle Marche per le vacanze e cosi abbiamo fatto, mantenendo saldi tutti i nostri legami di parentela. Anche a Montreal comunque ho ancora tanti parenti che frequento. I miei figli e le loro famiglie sono qui e mi sono vicini. Però posso dirvi che alla riunione della famiglia d’Alesio di agosto eravamo più di 70 persone e a settembre alla riunione famiglia Polidori ad Acquasanta terme più di 50».
L’associazione marchigiani in Canada
La famiglia Polidori ricevuta dalla Giunta Fioravanti
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