Curva Cioffi
di Pier Paolo Flammini
Ero bambino ma ho impresso nella memoria il bellissimo campionato 1985-86, passato alla storia per molti aspetti: il record di vittorie iniziali consecutive della Juve, interrotto a Napoli dal gol capolavoro di Maradona su punizione a due in area, i record del girone di andata, il recupero della Roma di Eriksson nel ritorno fino alla incredibile disfatta contro il Lecce già retrocesso (2-3) con scudetto alla Juve.
Da bambino ero juventino (poi ho perso ogni simpatia per le squadre di Serie A: apprezzo chi gioca meglio e stop) e quindi seguivo con molti patemi la rimonta della Roma di Pruzzo, Conti, Ancelotti e Boniek nel girone di ritorno. La Roma aveva 8 punti di ritardo, quando la vittoria ne valeva 2: equivalenti a 12 punti odierni. Ricordo bene cosa diceva Trapattoni dopo ogni domenica, mentre i punti diventavano 6, poi 5, 3, 2, 1, infine zero: «Siamo in testa al campionato, siamo noi in vantaggio, sono gli altri che si devono preoccupare». Alla fine, quando tutto sembrava perduto, la Roma si sgretolò e lo scudetto andò nelle mani di Platini e Laudrup.
Che c’entra questo con la Samb? La situazione è abbastanza simile: record di vittorie consecutive eguagliato (10), strapotere per tre quarti di campionato, e ora una brusca frenata, 3 punti in 4 partite, 1 solo gol fatto, 7 punti rimontati dal Chieti, 6 dal Teramo. Tuttavia il bottino, a 9 giornate dal termine, è ancora più che consistente: +8.
Ecco. Torniamo al Trap. «Siamo in testa al campionato, siamo noi in vantaggio, sono gli altri che si devono preoccupare». Manca questo un po’ nello storytelling sambenedettese dopo la sconfitta contro l’Avezzano, autentica bestia nera capace di infliggere ai rossoblù le uniche due sconfitte dell’anno, con una somma di quattro tiri in porta in totale (anzi, all’andata fu addirittura un autogol…). Non ci riferiamo al solo Palladini, ma a tutto l’ambiente sportivo. Ci vuole orgoglio e sfrontatezza, da non confondere con cecità.
Per la Samb, con il vantaggio accumulato, ogni domenica è quasi un match point. Ed è più che mai vero che adesso la frase fatta Giochiamo domenica per domenica senza vedere il calendario è saggia e non banale. C’è Samb-Isernia, arriva la squadra più in crisi del campionato: non vince dal 20 ottobre, oltre un girone fa; 8 sconfitte e 4 pareggi nelle ultime 12 gare (anche se i 4 pareggi sono tutti nelle ultime 6). Sulla carta la partita adatta al rilancio o, in caso inverso, a conclamare una crisi pericolosa.
Sarà la partita nella quale Eusepi potrebbe accomodarsi in panchina; con Zini purtroppo di nuovo infortunato, tornerà però Battista mentre i vari Fabbrini, Paolini, D’Eramo, Baldassi dovrebbero aver tutti messo un po’ di minuti nelle gambe. E anche Sbaffo dovrebbe migliorare.
Non ci sarà Candellori, il quale, insieme a Eusepi e a Lonardo costituiva la base del 4-2-3-1. Non è adattissimo Moretti giocare nel ruolo di centravanti con questo modulo (contropiedista puro), perché non è nelle sue caratteristiche creare spazi (e la sua intesa con Sbaffo purtroppo non si accende ancora); faticano negli inserimenti gli esterni; manca un uomo delle capacità fisiche di corritutto come Candellori. Per questo, sicuramente, il 4-2-3-1 con Sbaffo non al meglio e senza Candellori è sembrato un po’ azzardato. L’unico del reparto offensivo in grado di saltare l’uomo in questo momento è Fabbrini, ma non sappiamo se in grado di tenere più di un tempo. Quando a Sbaffo, la sua prestazione è sicuramente sotto tono, ma, al di là di quella de L’Aquila in cui mise lo zampino nelle due reti, è la prima volta che lo vediamo andare vicinissimo al gol e fornire un assist che chiedeva solo di essere messo dentro. So che molti storceranno il naso, ma rispetto alle partite precedenti è andato in salendo, a conferma di come abbia fatto relativamente meglio nel secondo che nel primo.
«Siamo in testa al campionato, siamo noi in vantaggio, sono gli altri che si devono preoccupare»: significa anche non star sempre a evidenziare la forza vera o presunta degli avversari, anche se, come l’Avezzano (quarta nel punteggio nel girone di ritorno) in casa propria tira due volte in porta in una partita, la prima al 45′ minuto, mentre la Samb ha creato 5 occasioni e per tre volte ha messo un uomo davanti al portiere nel pur scialbo secondo tempo. O come era successo già col Fossombrone o a Roma City.
Ma una svolta serve: tutti forse si erano (giustamente) rilassati dopo le 10 vittorie consecutive culminate col 3-0 in trasferta contro la più temibile inseguitrice, L’Aquila. In queste ore la tifoseria rossoblù sta cercando di organizzare un sostegno nei confronti dei calciatori durante la settimana, mentre in molti chiedono di riempire il “Riviera” più del solito, magari con una iniziativa della società che incentivi l’afflusso. Che intanto, per l’ennesima volta, non avrà nulla a che spartire con la Serie D: Curva Nord già sold out da lunedì sera.
Perché domenica sera, in un modo o in un altro, si parlerà di un campionato che ha preso una piega diversa. Sta alla Samb renderla
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