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Cambiano le regole per l’utilizzo della cappella dell’obitorio del “Mazzoni”

ASCOLI - E' di pochi giorni fa l'avviso nel nuovo cappellano don Mangani che ha dato nuove disposizione per l'accoglienza delle salme nel luogo sacro. E' lo stesso religioso a spiegarne i motivi che, di fatto, si allineano a quanto stabilito anni fa dalla Dmo per la Camera mortuaria 
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La cappella della Resurrezione

 

 

Cambiano le regole per l’utilizzo della cappella della Resurrezione, attigua all’obitorio dell’ospedale  “Mazzoni” di Ascoli. Il nuovo cappellano, don Francesco Mangani, ha affisso un avviso un cartello nel quale regolamenta che la struttura può ospitare fino a due salme, ma soltanto se le sei stanze dell’obitorio sono tutte occupate: salvo casi particolari che sarà sua cura valutare. Il luogo sacro tuttavia resterà a disposizione dei cittadini per la preghiera.

 

Il cartello non ha colto di sorpresa ascolani e imprese di pompe funebri perché le nuove disposizioni erano state comunicate verbalmente dal nuovo cappellano poco dopo il suo arrivo, ponendo fine da subito ad una prassi attivata dal predecessore don Francesco Simeone, tornato proprio in questi giorni nella sua Diocesi di appartenenza, Taranto.

 

Don Simeone, non solo aveva contribuito al restauro della cappellina, rendendola un luogo accogliente per chi aveva bisogno di conforto religioso nel momento del dolore, ma l’aveva aperta ai defunti dell’intera cittadinanza che, su richiesta dei familiari, potevano essere vegliati lì fino all’ultimo saluto.

 

«Don Simeone ha fatto molto di buono per le strutture sacre dell’ospedale – afferma don Mangani – per la cappella della Resurrezione, che per 40 anni non è mai stata utilizzata, e per la chiesa del settimo piano. Ma la prassi che aveva istituito nella cappella della Camera mortuaria era diventata di difficile gestione. Pertanto si è resa necessaria una nuova regolamentazione. Innanzitutto la cappella può ancora ospitare le salme per la veglia, ma solo se le altre stanze sono occupate. In modo da non creare disparità. Non si possono accogliere defunti provenienti dall’esterno, salvo casi eccezionali e sempre che non ci siano stanze dell’obitorio disponibili».

 

Nello stesso obitorio (quindi ora anche nella cappella), da diversi anni vigeva la regola, disposta dalla direzione medica ospedaliera, che si potessero accogliere solo i defunti ospedalieri.

Con questa definizione sono da intendersi persone decedute in ospedale, ma anche in altri luoghi, come le vittime di incidenti stradali, di atti violenti o di malori in casa, le cui salme sono trasportate in obitorio per l’osservazione cadaverica o l’autopsia, su richiesta dell’autorità giudiziaria o del medico. Nell’ordinanza della Dmo, risalente al 2016, si precisa inoltre che “possono essere accolti nella Camera Mortuaria i deceduti provenienti da domicilio non idoneo”, “compatibilmente con l’occupazione delle sale d’esposizione” e previa autorizzazione della stessa Dmo.

 

Don Francesco Mangani

«Del resto – sottolinea don Mangani – in nessuna chiesa è ammessa l’accoglienza della salme, sempre che non si tratti di eventi particolari, catastrofici. Come lo fu il terremoto del 2016. Ero lì ad accogliere le persone decedute e dare conforto alle famiglie.

Per tornare all’argomento in questione, quasi tutte le parrocchie hanno una stanza da adibire a tale utilizzo, attiguo alle chiese. Anche i cimiteri hanno un luogo preposto.

Pochi gli obitori che hanno una cappella annessa. A San Benedetto, per fare un esempio vicino, non c’è. Nella cappella invece – conclude il religioso – e come in tutte le chiese, su richiesta delle famiglie tramite i parroci, si possono celebrare i funerali. Ogni persona ha diritto a scegliere il luogo dove vuole che si celebri il rito funebre. Lo stabilisce il diritto canonico».

 

 


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