Sandro Assenti, presidente di Confesercenti Marche
di Giuseppe Di Marco
Crisi del turismo e manovre di rilancio della costa Picena: è su questo che si focalizza l’analisi di Sandro Assenti. Il presidente di Confesercenti Marche, anche alla luce degli ultimi dati sull’accoglienza turistica, delinea una disamina sul futuro dell’ambito lavorativo che più caratterizza la Riviera delle Palme.
«Che estate sarà? Non è facile dirlo, nessuno di noi possiede la bacchetta magica – afferma Assenti – Per tentare una previsione possiamo solo raffrontarci al recente passato. Luglio e agosto 2024 sono stati mesi abbastanza sottotono, e la cosa ci ha sorpreso perché in genere costituiscono il periodo di maggiore afflusso. Le strutture ricettive, invece, hanno registrato tante stanze libere. Va detto che questa flessione non è solo sambenedettese: molto dipende anche dal sempre minor potere d’acquisto delle famiglie, che comporta una riduzione del periodo di permanenza. Però San Benedetto ha tanti punti in cui deve migliorare».
Continua il presidente: «Intanto ci manca un grande evento, una manifestazione caratterizzante. Noi facciamo piccoli eventi nell’ambito dell’enogastronomia e dello sport, ma dobbiamo dar vita a qualcosa che renda la nostra città immediatamente identificabile, anche nell’ambito spettacoli. Per fare una cosa del genere occorre intavolare strategie, ed è per questo che credo molto in questa Dmo, iniziativa portata avanti dal comune con l’intento di fare rete fra pubblico e privato e generare contenuti di marketing a supporto delle stagioni turistiche».
Il passaggio sulla Bolkestein è inevitabile: «Le attuali concessioni possono essere prorogate fino a settembre 2027, ma nel frattempo si possono indire le gare. Quindi siamo in attesa di sapere cosa intenda fare il Comune. Le concessioni rimarranno valide per un anno? O di più? I balneari hanno bisogno di certezze sulle tempistiche per programmare i propri investimenti».
Conclude Assenti: «A San Benedetto la crisi comincia a intaccare settori come l’intrattenimento e la ristorazione, che nei giorni feriali d’inverno soffrono. Prima era quasi esclusivamente il comparto abbigliamento. Ci stiamo trasformando in una meta per il weekend».
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