La delegazione Picena al Mimit: Bartomioli (Uilm), Pompei, Marini e Lanciotti (Fiom Cgil), Samuele Puglia (Fim Cisl)
«Il risultato ottenuto a Roma è il punto di partenza, non di arrivo» erano state le parole dei sindacalisti piceni dopo l’incontro al Mimit per la vertenza Beko, il 31 gennaio. Data nella quale il destino dello stabilimento di Comunanza, che sembrava ormai segnato, ha presto tutta un’altra direzione. Tuttavia, oggi 27 febbraio, dopo il terzo appuntamento in sede governativa con i rappresentanti dell’azienda italo turca, i sindacalisti – seppure cautamente soddisfatti per la garanzia della continuità delle attività produttive – si trovano a dover fare i conti con un sostanzioso taglio della manodopera: da 330 a 220 operai.
La rappresentanza Ugl del piceno al Mimit del 24 febbraio (Marucci, Capolongo e Armandi) il segretario nazionale Spera
«Questo fatto merita un’attenta riflessione, vedremo cosa accadrà nei prossimi tavoli (in programma per il 14 d il 18 marzo, ndr)» affermano oggi i sindacalisti presenti a Roma, Raffaele Bartomioli (Uilm), Alessandro Pompei, Paolo Marini e Gianni Lanciotti (Fiom Cgil), Samuele Puglia (Fim Cisl). Presenti anche Francesco Armandi e Fabio Capolongo (Ugl).
Sulla stessa lunghezza d’onda anche le segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm, Uglm che, in una nota congiunta, scrivono: «Nell’incontro di oggi al Mimit ci si è confrontati sugli esuberi degli enti di staff e di ricerca. Gli esuberi dichiarati da Beko sono stati ridotti da 678 a 600, ma si resta evidentemente ad un livello assai elevato che chiediamo di rivedere alla luce anche di alcune decine di assunzioni che la multinazionale ha programmato nella divisione R&S del lavaggio in Turchia.
Un momento dell’incontro del 27 febbraio
I punti da superare – si legge ancora dalla nota sindacale – per poter cercare di arrivare ad una intesa quadro sono numerosi e difficili da risolvere. Dirimenti saranno non solo il numero degli esuberi complessivi, ma gli strumenti per renderli socialmente sostenibili, nonché gli impegni industriali per tutti gli stabilimenti e la definizione di un percorso credibile di reindustrializzazione per Siena. Giacché su quest’ultima vicenda sono coinvolte le Istituzioni, chiediamo un approfondimento specifico affinché si trovi una soluzione frutto di leale collaborazione fra tutte le parti. Continuano le azioni di lotta e la promozione di incontri con le istituzioni locali e regionali. Il prossimo incontro al Mimit è previsto per il giorno 14 marzo».
Intanto, a seguito degli incontri Ministeriali di lunedì e oggi «che vedono la situazione delle funzioni impiegatizie distante da una soluzione di sostenibilità ed accettabilità del piano presentato», è stato indetto uno sciopero «per le sedi impiegatizie di Fabriano: dalle ore 12 alle ore 13 di lunedì 3 marzo con manifestazione davanti la Sede Beko di viale Aristide Merloni alla presenza del presidente della Regione Marche, del sindaco di Fabriano, e del Vescovo della Diocesi Fabriano-Matelica.
«Sarà l’occasione – spiegano i sindacati – per far sentire di nuovo la voce degli impiegati alla stampa regionale e nazionale dopo la conferma dei 600 esuberi su 1529 in Italia, di cui 226 localizzati a Fabriano, con la cancellazione dell’R&D lavaggio di viale Campo Sportivo e del forte ridimensionamento delle funzioni centrali di Viale Merloni. Non ci sarà accordo tra azienda e parti sociali senza soluzione per gli impiegati, questo è il mantra che accompagnerà la trattativa nelle prossime settimane al Ministero Tutte le istituzioni del territorio, le associazioni di categoria e la popolazione sono invitati a partecipare».
L’incontro delle ore 14 di oggi a Roma è stato preceduto da una telefonata tra il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ed il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
«Proseguono le trattative con Beko – ha riferito Acquaroli – e le rappresentanze sindacali per la definizione di un nuovo piano industriale da oltre 300 milioni di euro.
Questa mattina ho avuto un colloquio telefonico con il ministro Urso che mi ha confermato, dopo il successo della missione della scorsa settimana, la prosecuzione delle trattative con Beko e i sindacati per il nuovo piano industriale con oltre 300 milioni di euro e la salvaguardia degli stabilimenti.
Confermato il salvataggio del sito produttivo di Comunanza c’è anche la massima attenzione del Governo alla tutela degli impiegati della sede di Fabriano e degli operai del sito di Melano, per garantire la massima protezione possibile di tutti i lavoratori. La trattativa è ancora in essere e la Regione, insieme al Governo, tiene alta l’attenzione. Ci aggiorneremo nei prossimi giorni alla luce degli ulteriori nuovi sviluppi».
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