Italia Nostra Ascoli Piceno: «La città ha bisogno di un parco urbano»

ASCOLI - E' quanto sostiene il presidente della sezione asolana Gaetano Rinaldi, in una missiva inviata al sindaco Fioravanti, al Consiglio regionale, la Soprintendenza e la Provincia
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Ascoli ha bisogno di un parco verde urbano per famiglie, anziani, bambini. E’ quanto sostiene la sezione ascolana di Italia Nostra “William Scalabroni”, in una lettera inviata al sindaco Marco Fioravanti, al Consiglio regionale, alla Soprintendenza e alla Provincia di Ascoli.

 

«Con soddisfazione – esordisce il presidente Gaetano Rinaldiabbiamo appreso che l’Amministrazione comunale di Ascoli ha avviato i lavori di riqualificazione e di messa in sicurezza del prezioso anche se piccolo parco di Via Vittorio Emanuele Orlando, che rappresenta un punto di riferimento fondamentale per tutte le famiglie presenti nel popoloso quartiere Luciani e per i tanti bambini e le famiglie che ne frequentano i limitati spazi, rendendo viva e gioiosa la vita del quartiere».

 

Iniziativa che Italia Nostra ritiene fondamentale: «In particolare – continua il presidente – esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento per l’intervento volto a controllare la condizione di una delle quattro sequoie, già oggetto a più riprese di nostre segnalazioni sulla progressiva malattia che sembrava ne potesse metterne in pericolo la stessa esistenza, stante le condizioni non ottimali della sua cima ormai priva di vita. Ora è stato assicurato che verranno fatte da esperti botanici le indagini del caso per adottare i provvedimenti più adeguati ad assicurare la sopravvivenza di questa pianta spettacolare che, insieme ad altre tre, nobilita il parco».

 

Considerazioni che fungono da trampolino di lancio per una proposta green: «L’importanza di questo piccolo polmone verde conferma quanto a più riprese è stato da noi proposto sulla improcrastinabile esigenza di realizzare una adeguato ed esteso parco urbano nella nostra città – dice ancora Rinaldi – Perché il parco possa soddisfare le esigenze e le aspettative di tutta la comunità deve avere alcune caratteristiche fondamentali. In primo luogo deve esser realizzato in una zona facilmente accessibile da tutta la popolazione e quindi in una zona centrale del tessuto urbano. Deve estendersi su un territorio pianeggiante facilmente fruibile da tutti, a partire dai bambini, dalle famiglie, dalle persone anziane, dai meno dotati. Deve essere di adeguata estensione e ricco e di viali alberati, di angoli dove siano presenti le più variegate essenze floreali e magari con un piccolo laghetto. Ma sarà mai possibile che ad Ascoli ci sia un simile parco?»

 

Rinaldi rammenta le opzioni che si sarebbe potuto prendere in considerazione, come l’ampliamento dell’orto botanico dell’Istituto Agraria. La città, ricorda il presidente, è in attesa del parco che potrebbe essere realizzato in una porzione dell’area ex Carbon, anche se resta da capire che forma assumerebbe.

 

«Rimane un’altra possibilità – continua Rinaldi – Si tratta di studiare la possibilità di realizzare ad Ascoli qualcosa di simile a ciò che è stato fatto dalla civile Ferrara con la cosiddetta Addizione Verde, ricordo della famosa Addizione Erculea, che ha previsto il vincolo di circa 1.200 ettari della città estense dalle sue mura sino alle sponde del fiume Po. Non si è trattato di espropriare i terreni. Si è semplicemente imposto ai legittimi proprietari di conservare la destinazione agraria dei terreni, da coltivare nel rispetto delle tradizioni e in maniera ecocompatibile, prevedendo varie forme di premialità per questi ultimi e individuando magari alcuni angoli più pregiati dal punto di vista ambientale e paesaggistico da destinare a parco pubblico vero e proprio».

 

Secondo Italia Nostra, ad Ascoli si potrebbe fare qualcosa di simile per la vasta area che dal torrente Chiaro, in un territorio che potrebbe diventare uno spazio capace di attrarre un numero enorme di amanti del bello e della natura.

 

«Comprendiamo la difficoltà di avviarsi su questi percorsi di innovazione e di sviluppo sostenibile – conclude – ma questa mancata comprensione non ci deve indurre a rinunziare alle nostre idee e alla formulazione delle nostre proposte, convinti come siamo che solo dalle scelte difficili ed innovative si potranno aprire panorami esaltanti e possibilità di sviluppo solido e sicuro».


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